TEARS IN THE DARK - di "Laurana 84"

   "Vidi un sorriso nel buio. 
Oltre le lacrime che annebbiavano la mia vista. 
Non sapevo il suo nome.
E lo chiamai amore."

   Un fischio. Due. Tre. 
Il rumore delle onde par volerlo soffocare, il suono disperato di un richiamo, che si infiltra nel cuore abbandonato della solitaria spettatrice. 
I gabbiani planano dolcemente, parlano nella loro stonata lingua e scompaiono all'orizzonte. 
Un altro fischio. Il quarto. 
Più lungo, più sofferente. 
Le lacrime non scendono a rigare un volto bianco-latte, nessuno a sorridere, nessuno a donare il bacio di fuoco per far evaporare il dolore in un cielo azzurro. 
Ormai la notte è scesa.
Nessun sole può più nascere. 
L'ennesimo fischio. Il quinto. 
Un rumore di passi, lo strusciare di vesti troppo lunghe. 
Il momento è giunto e nel dolore è sola, di nuovo. 
Per sempre. 
Lo specchio infinito d'acqua scompare alla vista, di fronte solo il suo posto. 
Non lei a richiamare l'attenzione di un pubblico esaltato, non lei a parlare con voce disperata eppur sicura di un futuro che non vuole conoscere. Lui doveva essere lì.
Lui il protagonista di una vita che era stata risucchiata mille anni addietro. 
Per lei solo un sogno. 
Da non dimenticare mai. 

   "Mi parlò della sua terra. 
Della sua esistenza. 
E mi vide accanto a lui. 
Ma io non ero capace di sognare. E piansi."

   La camera è vuota anche se piena di gente. 
Il discorso è privo di speranza anche se lo sguardo altrui è commosso. 
Lei è priva di felicità anche se tutti sussurrano il contrario. 
È viva. Sin non tornerà più.
Vissuta per morire, aveva assaporato il gusto dell'esistere per un breve attimo. Nella bocca calda di un sogno. 
Ciò che rimane è solo amaro. 
Perché la morte sarebbe stata la salvezza. 
Sarebbe stato un sogno. Da vivere insieme a lui. 
Prendere nuovamente la sua mano. Arrossire ed avanzare insieme. 
Nel mondo dimenticato delle fantasie.
Proibite e no. 
Per essere qualcuno che sappia piangere, ridere e urlare quando ne ha voglia. 
Solo quando il cuore lo sussurra all'animo. 
E l'animo alla mente. 
E la mente al corpo. 
Ora il cuore nuovamente sigillato. L'animo rannicchiato in un angolo buio. La mente all'ascolto dei soliti ordini: "sorridi e va avanti". 
Il corpo un involucro vuoto. 
Come il luogo dove il suo spirito camminava.

   " Tentai di abbracciarti.
Di stringere il calore che irradiavi per l'ultima volta. 
O forse solo di fermarti. 
Ma tu non c'eri più. O forse non c'eri mai stato."

   FINE

 

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