LA GRANDE GUERRA
di Riccardo Tonellotto


Tifa stava aiutando Yuffie a prendersi cura dei feriti. Erano ormai passati quattro anni da quando Meteor era caduta sul pianeta, senza riuscire a distruggerlo, e da quando Cloud era riuscito a sconfiggere la sua nemesi: Sephiroth. Ma le cose non erano migliorate, sebbene la Shin-ra fosse scomparsa e il pianeta non fosse più in pericolo. Wutai aveva intrapreso un'altra guerra, questa volta per conquistare il mondo. Il padre di Yuffie aveva cercato di impedirlo, ma era morto nel tentativo. Un altro essere guidava l'esercito di Wutai. Il suo nome era un mistero, ma era molto potente, forse anche più potente dello stesso Sephiroth! I fuggiaschi erano scappati verso Meedel ma ormai era solo questione di tempo: Wutai aveva già conquistato tutti i territori fino a Midgar, e aveva iniziato a ricostruire i reattori Mako prendendo esempio da quelli della Shin-ra. Forse il capo di Wutai voleva riorganizzare la malvagia società, ripetendo quello che era avvenuto quattro anni prima. Una squadra di resistenza era partita per cercare di fermare alcune truppe dirette a Meedel, ma non si avevano ancora notizie. Tra quei temerari c'erano anche Cloud, Cid, Barret, Vincent, Cait Sith, Reno, Rude, Tseng e Elena. Tifa era sempre più preoccupata. Cloud non era più lo stesso da quando quella guerra era iniziata: dopo aver sconfitto Sephiroth, si era aperto un po' con gli altri del suo gruppo, ma ora era chiuso, indifferente a tutto.
Tifa si era appena concessa una pausa distesa all'ombra di un albero. Voleva sapere cos'era successo al suo amato Cloud, voleva sentire ancora la sua voce, voleva vederlo ancora. Cloud ancora non sapeva di cosa lei provasse per lui, ma Tifa continuava ad amarlo. All'improvviso però Yuffie corse verso Tifa gridando: "Tifa! Tifa! Sono tornati!"
Tifa si alzò in piedi di scatto, corse giù per la collina dove si era concessa un po' di riposo e insieme a Yuffie raggiunse la costa dove stavano approdando i loro compagni.
Arrivate alla spiaggia le due ragazze videro Barret, Cid, Vincent, Cait Sith e i Turks arrivare un po' malconci ma vivi insieme agli altri della compagnia. Ma mancava qualcuno. Tifa corse subito verso Barret che appena la vide si fermò di colpo e si mise a guardare i suoi grandi piedi. Gli altri del gruppo si misero in disparte.
Tifa: "Che gioia vedervi tutti sani e salvi! Com'è andata? Avete vinto? Dov'è Cloud?!"
Barret: "È andato tutto bene, siamo illesi e le truppe nemiche sono state fermate. Per quanto riguarda Cloud..."
Tifa: "Sì? Cos'è successo?"
Barret: "Mi dispiace Tifa ma… Cloud è scomparso! Non è morto, o almeno non lo sappiamo ancora... Durante il combattimento una granata gli è esplosa vicino, molto vicino, e lui era sul limite di un dirupo vicino alle montagne di Midgar... Ho cercato di salvarlo, ma è precipitato nel vuoto... Perdonami..."
Tifa si sentì cadere. Era come se insieme a Cloud fosse caduta anche lei. Il suo Cloud, morto.
"Non è vero! Non può essere!", urlò Tifa. Cid le si avvicinò piano e, mettendole una mano sulla spalla le disse dolcemente: "So cosa provi, Tifa. Anch'io ho perso una persona amata. La mia Shera è morta, e io sono rimasto solo. Ma Cloud può essere ancora vivo... Lo spero, e so che lo sperano tutti."
Tifa non poté più trattenere le lacrime. Si appoggiò al petto di Cid, credendo fosse quello forte di Cloud, e iniziò a piangere. Aveva quasi rischiato di perdere Cloud dopo che aveva liberato Sephiroth dalla sua prigione nel Northern Cave ma adesso era diverso: non lo avrebbe più rivisto e non avrebbe più potuto dirgli quello che provava per lui. Dopo pochi minuti Tifa lasciò andare Cid e si incamminò verso le casette di fortuna che usavano come rifugio. Che senso ha la mia vita ora, si chiese Tifa, adesso che lui non c'è più?
Passarono i giorni e Tifa divenne sempre di più taciturna e tendeva sempre più spesso ad isolarsi dagli altri.
"Dobbiamo fare qualcosa!", disse Barret rivolgendosi ai propri compagni. "Non possiamo permettere che un essere venuto da chissà dove ci riduca in schiavitù e ci faccia passare quello contro cui abbiamo lottato quattro anni fa. Propongo un piano!"
"Non servirà a niente!" urlò Yuffie. "Quel maledetto ha un esercito mentre noi siamo in non più di una cinquantina! Riusciamo a malapena vivere adesso, pensa cosa potrebbe succedere se combattessimo contro tutto il suo esercito!Sarebbe un suicidio!"
"Io sono d’accordo con Barret, dannazione!" imprecò allora Cid. "Se non facciamo qualcosa moriremo lo stesso perché lo abbiamo combattuto apertamente! Tanto vale morire combattendo come ha fatto Cloud!"
"E cosa vorreste fare, sentiamo! Attaccare e morire come degli idioti?" replicò aspra Yuffie.
"Io dico solo una cosa: tutti non sopportano questa guerra. Ci sarà pure qualcuno disposto ad aiutarci! Dobbiamo solo riuscire a trovarli! Propongo di andare a cercare aiuto!" disse calmo Nanaki.
"E dove vorresti trovarlo questo aiuto, eh? A Midgar? A Cosmo Canyon? A Fort Condor? A Costa del Sol? A Rocket Town? Dimmelo!" Yuffie ormai aveva perso la pazienza.
"Ognuno di noi andrà nel proprio paese e cercherà aiuto. Con un po' di fortuna potremmo farcela!" disse Barret.
"Io sono con voi! Mettiamola ai voti!" urlò entusiasta Cait Sith.
Tutti alzarono la mano, tranne Yuffie. "Manca anche Tifa!" disse, sperando di annullare quella votazione. Ma ecco che Tifa apparve alla sue spalle.
"Sono con voi ragazzi. Credo che anche Cloud avrebbe voluto questo. Io andrò a Nibelheim. Nanaki andrà a Cosmo Canyon. Barret a North Corel. Yuffie a Wutai. Cid a Rocket Town. Cait Sith al Gold Saucer. Vincent a Costa del sol. I Turks a Midgar. Torneremo qui tra un mese. Cercate di essere prudenti e di trovare quante più persone possibili."
Tutti partirono in cerca di aiuto ognuno per la sua strada.
Passato il mese concordato, tutti tornarono a Meedel. Tutti avevano buone notizie perché erano riusciti a trovare qualcuno che li avrebbe volentieri aiutati nella loro impresa.
"Non ci resta che decidere dove e quando! Direi che nelle pianure vicino alla Chocobo Farm andrà benissimo. Lì dovrà passare il grosso dell’ esercito e di sicuro ci sarà anche il loro capo. Allora noi attaccheremo dai due fronti accerchiandoli. Siamo in circa duecento, mentre loro saranno solo in un centinaio scarso” disse Tifa quando tutti furono riuniti in consiglio.
"Come fai a sapere che saranno in non più di un centinaio? Loro sono circa in duecento, mentre noi abbiamo trovato appena un centinaio di aiutanti!" chiese perplesso Tseng.
"Yuffie mi ha detto che è riuscita a convincere buona parte degli ufficiali nemici a schierarsi dalla nostra parte. Sono stati arruolati con la forza e non vedono l'ora di ribellarsi, ma avevano troppa paura fino ad ora per farlo. Direi che non ci resta altro da fare che avvisare tutti gli altri di prepararsi."
E così anche tutti gli altri ribelli erano pronti allo scontro. Nei giorni che seguirono, piccoli gruppi di uomini erano partiti da ogni luogo verso le pianure della Chocobo Farm per finire quella guerra.
Finalmente il giorno era arrivato. Tutti erano appostati in piccoli gruppi nascosti sulle montagne, mentre altri gruppi erano fermi nella Chocobo Farm. Tifa capitanava il gruppo che sarebbe arrivato da dietro ai nemici, mentre Cid capeggiava quello nascosto nella Chocobo Farm.
Finalmente l'esercito arrivò. Tifa attese che arrivasse ai limiti della Chocobo Farm e fece partire il segnale. Ecco che gran parte dei soldati nemici si staccava dai ranghi e attaccava i compagni che non si sarebbero ribellati. Ecco il gruppo di Cid che usciva allo scoperto e colpiva l’esercito avversario. I nemici, ormai disorientati, sembravano senza una guida e iniziarono a indietreggiare verso il gruppo di Tifa che li colse di sorpresa. Tutto funziona fin troppo bene, pensò Tifa, mentre prendeva a calci e a pugni una decina di soldati. Dove sarà il loro misterioso capo? Tifa iniziò a guardarsi attorno, ma non vide nessuno che sembrava avere il comando sui soldati.
D’un tratto però Tifa vide un uomo immobile in mezzo alla confusione della battaglia. E allora Tifa iniziò ad avere paura. L'uomo davanti a lei portava lunghi capelli color platino, un vestito lungo e nero e negli occhi aveva una luce perfida e di soddisfazione nel vedere tutta quella morte di fronte a se. Non, non può essere lui! Cloud l'ha ucciso anni fa! Com'è possibile? Iniziò a domandarsi Tifa. Ma ecco che il gemello di Sephiroth pronunciò qualcosa di incomprensibile e alzò una mano dalla quale si sprigionò una luce accecante che fece voltare tutti quelli che in quel momento stavano combattendo. Il cielo iniziò ad oscurarsi e da esso apparve Kjata in tutta la sua grandezza.
"Chi diavolo è quello?" urlò Barret esterrefatto. Tifa all'ora si accorse che tutti i suoi compagni le erano accanto.
"Non può essere Sephiroth!" urlò Reno.
Kjata intanto stava attaccando tutti quelli che aveva a tiro, senza distinguere i nemici dagli amici. Il gemello di Sephiroth alzò la propria spada, lunga quanto la Masamune. In un colpo solo si sbarazzò della ventina di uomini davanti a lui. Avanzò inesorabile tra la folla e con pochi colpi di spada si liberò di tutti coloro che avevano provato ad attaccarlo credendo che fosse un uomo normale. Quando fu ad una ventina di metri dal gruppo di amici, si fermò e disse:
"Io sono Saphireth. Come avrete avuto modo di notare, sono molto simile a Sephiroth. Infatti sono suo fratello gemello. È normale che non mi conosciate. Nemmeno Hojo sapeva della mia esistenza. Quando nacque Sephiroth lui non c'era e mia madre Lucrecia decise di tenermi nascosto. Hojo non aveva usato le cellule di Jenova solo su Sephiroth, ma anche su di me, senza neanche accorgersene. Di conseguenza quando Sephiroth scomparve a Nibheleim sprecò molti anni a cercare di creare un clone di mio fratello, senza neanche sospettare che aveva già me! Ma non mi lamento. Ora ho tutto ciò che mi serve. Conquisterò il mondo, con o senza questo inutile esercito e ne diventerò il capo supremo! Ah ah ah ah ah ah!"
"Questo è pazzo come suo fratello!" disse Rude e i quattro Turks si lanciarono all'attacco. Saphireth se ne accorse e li colpì con la Masamune e i quattro si accasciarono a terra gravemente feriti. Barret iniziò a fare fuoco con il proprio braccio bionico ma Saphireth evitò i suoi colpi con grande agilità e ferì Barret. Cid, Nanaki e Cait Sith si lanciarono sul nemico mentre Vincent sparò con la propria pistola. Sapireth chiamò a se Kjata che colpì prima i Cid e gli altri due, mentre calpestò senza pietà Vincent che cadde a terra svenuto. Allora Yuffie colpì Kjata con il proprio boomerang e riuscì a ferire il mostro, che si allontanò di corsa dalla battaglia. Yuffie si apprestò a colpire Saphireth ma lui fu più veloce e la colpì con la lunga spada. Prima di cadere Yuffie disse a Tifa: "Vendica mio padre! Per favore..." e si accasciò priva di conoscenza al suolo.
"Ti concedo tre colpi" disse Saphireth rivolto a Tifa. "Tre colpi per farmi fuori, visto che sei la ragazza di colui che ha ucciso mio fratello. Pensavo che sarebbe arrivato, ma vedo che non c'è! Pazienza, forse è un codardo e ha avuto paura di me! Ah ah ah ah!"
"Cloud non è un codardo!" gli urlò contro Tifa e si avventò con tutta la sua rabbia verso Saphireth. Lo colpì in pieno viso con un calcio che lo fece cadere a terra; poi lo prese a pugni con rabbia e lo scaraventò a due metri di distanza e infine gli saltò sopra sullo stomaco con il gomito. Quando si fermò vide che Saphireth era steso a terra immobile. Ma di colpo si mosse e senza pietà la colpì al fianco con la Masamune, trapassandola da parte a parte. Tifa urlò dal dolore e si sentì stanca. A pochi centimetri dal suo volto vedeva quegli occhi di un verde acceso che la fissavano con grande soddisfazione e vide anche nascere un sorriso maligno sul volto di Saphireth. Senza preavviso estrasse la spada dal corpo della ragazza e si allontanò di un passo, come per vedere l'effetto del suo colpo su di lei. Tifa però non aveva rinunciato a combattere e si mise in posizione, anche se sapeva che sarebbe morta. Infatti Saphireth la colpì un'altra volta, e lei cadde in ginocchio davanti a lui. Saphireth sollevò la spada, pronto a colpire. Nella mente di Tifa emerse un ricordo sgradevole: Aeris che veniva trafitta allo stesso modo da Sephiroth senza pietà e il dolore che Cloud e tutti loro avevano provato subito dopo. Sarebbe morta anche lei così e Cloud avrebbe sofferto ancora una volta. Cloud. Ora Tifa vedeva il viso del ragazzo davanti a lei mentre parlavano davanti all'Higwind prima di partire per uccidere Sephiroth, vedeva il viso di un Cloud giovane che le faceva una promessa. Ma anche questa volta non avrebbe potuto adempierla. Almeno, pensò, potrò raggiungere lui e Aeris ovunque sono. E si mise in attesa del colpo fatale.
Saphireth abbassò la lama ma Tifa non sentì dolore, sentì solo un clangore metallico. Qualcosa aveva fermato il colpo... o qualcuno. Tifa ebbe il coraggio di aprire gli occhi. Era proprio lui! Cloud era davanti a lei che fermava con la sua enorme Buster Sword la Masamune di Saphireth. Cloud era tornato per salvarla.
"Come va?" chiese il ragazzo rivolto a Tifa.
"Sei in ritardo!" gli disse Saphireth. "Tu sarai il prossimo!"
"Quello che morirà sei tu, come è morto tuo fratello!"
"Allora sei tu quello che l'ha ucciso! Bene. Vediamo quanto sei forte!"
I due iniziarono a combattere, in un duello che sembrava in tutto e per tutto quello tra Cloud e Sephiroth. La grande Buster Sword si abbattè con forza sulla Masamune che resse il colpo e contrattaccò. I due continuarono a scambiarsi colpi su colpi ma nessuno riusciva a prevalere sull’ altro. D'un tratto però Saphireth trafisse con la Masamune la spalla sinistra di Cloud che lasciò cadere la spada. "Sei troppo debole per essere riuscito a battere mio fratello. Devi aver avuto fortuna, non c'è altra spiegazione" e lasciò cadere a terra il ragazzo. Si voltò verso Tifa dando le spalle a Cloud che però prese la spada e lo colpì alla schiena ferendolo. Saphireth si piegò dal dolore e indietreggiò. Tifa era rimasta senza parole: a che punto sarebbe arrivato Cloud pur di salvarla? Sarebbe morto per lei?
Intanto i due si erano rialzati a fatica e avevano ripreso a combattere, anche se erano sfiniti. Cloud concentrò tutto se stesso nel prossimo colpo mentre Saphireth faceva lo stesso. E partirono. Tifa li vide mentre passavano l'uno accanto all’altro e si superavano. Adesso si davano le spalle e respiravano a fatica entrambi ma nessuno sembrava voler cedere. Di colpo però Cloud cadde a terrà e iniziò a perdere sangue dal petto. Saphireth invece era in piedi e si voltò verso il rivale.
"Sei forte ragazzo... non ho mai incontrato uno come te... sono felice che sia stato tu ad uccidere mio fratello... e me..." e cadde a terra privo di vita.
Era finita, pensò Tifa. Cloud era tornato. Tifa vide il gruppo di amici alzarsi e camminare verso di loro increduli nel vedere Cloud ancora una volta vittorioso. Tutto sarebbe tornato normale finalmente.
Gli anni passarono da quel giorno. Tifa stava pulendo il bancone del suo bar quando la porta si aprì. "Ciao, amore! E’ andato bene oggi il lavoro?” e corse verso suo marito che le disse: "Come al solito. Normale amministrazione".
Due bambini entrarono di colpo nel bar e abbracciarono il loro padre. Un maschio e una femmina. La bambina aveva i capelli lunghi e scuri e gli occhi rossi, mentre il bambino portava capelli biondi e all'insù e dietro la nuca aveva una corta coda.


FINE


 


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