AMORE PATERNO - di "Luca Dincht"
Notte.
E' ancora notte.
"Perché questo sonno non arriva?" pensò Squall fra sé e sé.
"E' la serata del ballo, il nostro anniversario, perché non dormo come lei?" Si soffermò sui suoi capelli e la sua bocca rilassata, avevano ballato tutta la serata, senza preoccuparsi degli sguardi un po' divertiti dei diplomati e quelli imbarazzati delle matricole
Fissò l'orologio, era come incantato dallo scorrere del tempo, quell'inesorabile "Tic Tac".
"Siphil"
Lo disse a voce alta, senza accorgersene, si riferiva a sua figlia, alla sua bambina.
"Forse dovrei andare a vedere come sta"
"No, non è più la bambina che aveva paura del buio, ha 13 anni, ormai"
Senza sapere come si trovò in piedi, doveva vedere come stava.
"L'ascensore non è più quello di una volta, senti che rumore" si dichiarò.Non era affatto vero ma doveva pensare a qualcos'altro per calmarsi.Premette il tasto "1" sulla pulsantiera e aspettò.
Si incamminò con passo calmo verso il suo vecchio dormitorio; un rapido sguardo di saluto verso i professori responsabili del coprifuoco che lui stesso aveva addestrato.
"Eccomi" sospirò delicatamente.
Si diresse verso la sua vecchia camera e sbirciò dalla porta socchiusa.
La finestra era aperta, c'era una lieve brezza di mare che girava le pagine del diario, quel diario tanto desiderato da Siphil il giorno del suo dodicesimo compleanno."Come se quella richiesta fosse segno tangibile del passare del tempo, dell'invecchiare o del
maturare… oh no, ancora quei pensieri!"
Si sedette su uno sgabello accanto alla sua piccola, era scoperta, e aveva indosso un pigiama con un Chocobo viola su sfondo giallo
"Regalo di Selphie senza dubbio!" la cosa gli fece comparire un sorriso appena abbozzato sulle labbra.
Guardò i capelli neri che le coprivano il volto, li scostò delicatamente dal suo viso ed ebbe un lampo nella sua memoria:
rivide un letto, una ragazza con un vestito azzurro e dei magnifici capelli neri, la rivide però pallida, come vedeva adesso Siphil, alla luce della Luna.
Quella ragazza che era addormentata accanto a lui in una notte di 30 anni dopo poteva benissimo essere Rinoa, la donna che amava, ma non era così, quella era sua figlia, e qui cominciò a parlarle come se fosse stata sveglia per dirle tutto il bene che le voleva, come si erano conosciuti lui e Rinoa, i momenti belli e i momenti brutti, come per dare una risposta a tutte le domande che Siphil aveva fatto, senza ottenere risposta.
"Ti voglio bene"
sussurrò, e un sorriso si dipinse sulla bocca della sua piccola, del suo tesoro più grande.
Vuotò tutto ciò che aveva da dire, e i suoi occhi, se qualcun altro l'avesse visto in quel momento, non sarebbero più stati freddi e glaciali, ma affettuosi, sprigionanti emozioni che Squall aveva provato solo per sé fino a quel momento.
Siphil non seppe mai che fosse stato suo padre a chiuderle la finestra quella notte e che sempre suo padre le era stato accanto tenendola per mano per dirle il bene che le voleva.
Seppe solo che il mattino dopo si sveglio sorridendo, con una strana sensazione nel suo corpo, sensazione che avrebbe portato con sé sino al momento che superò la soglia della vita terrena, per raggiungere nuovamente coloro che per primi l'avevano amata.
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LE STRATEGIE DI ZELL
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