LA FORZA DI UN LEGAME
di Omni
<<Dove mi trovo...dove mi trovo?
Riesco ancora a sentire nelle braccia la fatica del colpo decisivo vibrato al
nemico e l’odore di polvere da sparo sulle mani...ma come sono arrivato qui?
L’ultima cosa che ricordo sono un mucchio di frasi senza senso mormorate dalla
strega prima di morire…e dopo, il nulla…dopo mi sono ritrovato qui, in questa
landa sperduta…sto camminando in un deserto senza cielo, un oceano di
solitudine>>.
CAPITOLO 1:
LA MARCIA DELLA SOLITUDINE
Squall si concesse uno dei suoi rarissimi sorrisi pensando a come, fino a poco
tempo fa, non avrebbe mai dato peso al fatto di essere solo…sorriso che tuttavia
fu rimosso quando iniziò a percepire il senso di totale isolamento, sentendo
quel silenzio maestoso e solenne che avvolgeva tutto quanto. Camminava ormai da
ore in una vastissima piana insolitamente molto arida. In cielo delle
inquietanti nuvole nascondevano il sole e, molto dense e fitte, non lasciavano
intravedere alcuna macchia d’azzurro, stendendo un ombra sinistra fin dove gli
era possibile vedere e oltre. <<Dove sei…? Dove siete? Avevate detto che se vi
avessi chiamati sareste venuti da me…ma ora non ci siete…tu non ci sei. Sono
rimasto solo…di nuovo?>>. Scosse la testa, come per scrollarsi di dosso quei
pensieri. Nella sua mente scorrevano mute e lente le immagini del suo viaggio,
dell’incontro con ognuno dei suoi compagni…ma era la sua immagine a dargli
forza…l’immagine dell’unica persona che fosse riuscita a creare un varco nella
roccia attorno al cuore di Squall…il suo viso, nitido nei suoi pensieri, era ciò
che lo spingeva a mettere un piede dopo l’altro. Squall camminò per ore e
ore…ormai il Gunblade nel fodero sul fianco sinistro, risplendente di luce
azzurra, pesava più di quanto non avesse mai pesato e le gambe, distrutte dalla
stanchezza, erano trascinate lentamente sul terreno secco e duro. <<Cammino da
ore ormai…non c’è traccia di persone né di alcuna forma di vita…all’orizzonte
solo il piatto terriccio sul quale avanzo da troppo tempo. Non ne posso più di
questa vista…sia che io mi guardi avanti sia che volga lo sguardo indietro, il
panorama è sempre lo stesso…non sono neanche più sicuro della direzione dalla
quale sono venuto>>. Ormai la mente e il corpo di Squall, già provati dallo
scontro con Artemisia, erano sul punto di cedere finché nella sua testa iniziò a
farsi strada inesorabile un dubbio incalzante: <<…e se avessi immaginato tutto?
E se tu non esistessi e ogni istante passato con te non sia altro che
un’illusione? Magari tra poco mi sveglierò sul letto del garden…oppure…>> -per
un momento Squall ebbe come un sussulto- <<…se in realtà io fossi morto? Se
l’ultimo colpo, quel decisivo, vibrante colpo di Gunblade in realtà fosse andato
male e noi fossimo stati sconfitti? Forse è questo l’inferno…>> -iniziò a
sentire le gambe che crollavano- <<…l’inferno è una distesa infinita senza
cielo…>> -perse l’equilibrio e cadde al suolo senza però riuscire a percepire
niente attorno a se- <<…un luogo in cui svanire per sempre, precipitando
nell’oblio e tormentandosi per ciò che non si è riusciti a fare in vita…>>. Dopo
aver farfugliato questa frase, i suoi occhi si chiusero e sentì pian piano che i
sensi svanivano, così come la sua percezione del mondo che lo circondava, fin
quando, gradualmente, il suo cuore smise di battere.
CAPITOLO 2:
LA POTENZA DEL CUORE
<<Allora era questa la fine della storia…la morte degli eroi…la vittoria della
strega. Siamo stati sconfitti e ora il mondo non vedrà mai più l’alba di un
nuovo giorno…ogni fatto, ogni persona sarà cancellata per sempre, come se non
fosse mai esistita e anche se un giorno, tra moltissimo tempo, dovessero nascere
nuove persone in un nuovo mondo, non sarà rimasta alcuna traccia di noi, dei
nostri pensieri, delle nostre azioni, nessuno saprà mai che siamo esistiti, che
abbiamo lottato insieme per qualcosa, che siamo morti per una giusta causa.
Infondo non è questo il destino di ognuno? Sprofondare nell’oblio, è questa la
fine, per quanto si lotti, per quanto si cerchi di essere nel giusto alla fine
tutti saranno dimenticati…la morte…l’eterna oscurità…e il ricordo che pian piano
va attenuandosi nel tempo, come un eco che vibra sempre più forte fino a quando
non smette di risuonare. Forse sarebbe stato meglio se non fossimo mai nati>>.
Squall sprofondava…il suo cuore cadeva nell’oscurità perdendosi sempre più…ma la
sua mente c’era ancora. Niente intorno, un gelido e solenne nulla lo avvolgeva e
i suoi pensieri diventavano parole che riecheggiavano nel buio…nella fredda e
inquietante oscurità che lo circondava. Nessuna notte, nessun abisso era nero
come quel luogo...freddo, inquietante e profondo come quel luogo. <<Ti arrendi,
cuor di leone?>>. Queste parole, pronunciate da una voce distortamente grave e
rimbombante, gli arrivarono chiare e forti, creando un eco che si perdeva in
lontananza e per quanto normalmente sarebbero sembrate terrificanti, in quel
momento di disperazione gli parvero confortanti come una fiaccola gettata nel
buio. <<Chi…chi ha parlato…?>> -chiese Squall con voce fioca, simile a un
sussurro- <<…tu. Qui ci sei solo tu, cuor di leone. Tu e i tuoi pensieri>>.
<<Chi sei tu?>> –chiese Squall con un tono tremolante- <<Io? Io sono te…sono le
tue sensazioni, i tuoi ricordi, io sono l’oscurità che alberga nel tuo cuore e
che tenta di emergere dallo strato adamantino con cui l’hai avvolto. Io sono ciò
per cui combatti e per cui morirai, io sono te, il leone che è in te>>. Squall
stette in silenzio per un secondo poi elaborando un pensiero improvviso provò
una sensazione sgradevole simile a quella che si prova quando, salendo le scale
al buio, arrivati in cima, si crede che ci sia un altro gradino e il piede cade
nel vuoto, accompagnando un terrificante momento di tetra sorpresa: <<G…G…Griever?>>.
<<La strega mi ha chiamato così>> -rispose l’entità con voce ruggente e
profonda. <<Allora, cuor di leone, è questa la tua fine, la tua rassegnazione.
Ti sei arreso, sei finito nel buio come molti…>>. Squall rifletté, ancora
scioccato per la scoperta, poi rispose: <<…è andata così. Era più forte di noi,
non siamo riusciti a contrastarla…e ora siamo tutti morti>>. <<Sciocco!>> –ruggì
(letteralmente) la creatura sopprimendo l'aura di solennità che emergeva da
quelle ombre- <<Non parlavo della strega! Parlavo di te. Hai fallito
miseramente, ti sei rassegnato alla tua fine. Hai incontrato amici nella tua
vita, hai incontrato l’amore, l’odio, il dilemma, la solitudine, la speranza e
quante altre emozioni eppure, invece di essere contento, preferiresti non essere
mai nato? Se è davvero questo quello che pensi, allora meriti di morire come un
cane e di sprofondare nella tua angoscia per l’eternità. Forse non sei così
diverso dalla strega…ricordi cosa disse?>>. Detto questo, davanti a Squall
iniziò a materializzarsi un ambiente, che subito riconobbe come il luogo in cui
combatterono Artemisia. Nella visione, Squall aveva in mano il Gunblade ed era
sul punto di colpirla a morte…nessun suono, nessuna voce, solo le immagini…a
questo punto le labbra deformi della strega iniziarono a muoversi per dire
qualcosa e nonostante il silenzio della scena Squall aveva impresse con il fuoco
dentro di se le parole che poche ore prima gli apparivano senza senso. Appena
ricordò, sentendo nella propria mente quei farfugliamenti mostruosi, la visione
prese voce e dovette ascoltare ancora una volta le maledette parole della
strega: <<Ci avete mai pensato? Quando eravate bambini…le sensazioni di
allora…le parole di allora…le emozioni di allora…e quando diventate grandi…cosa
vi rimane? Il tempo non aspetta. Non importa quanto stretto lo teniate>>.
Dopodichè tutto iniziò a dissolversi come portato via dall'acqua, la visione si
spense e Squall ritornò nell’oscurità dove Griever si rivolse a lui: <<…anche tu
quindi sei d’accordo con lei…secondo te non ha senso vivere se tanto alla fine
si è destinati a morire. Ma allora perché non ci pensavi prima e ti univi a lei,
come il tuo caro amico Seifer? Almeno lui ha avuto il coraggio di inseguire i
propri sogni e di non rinnegarli…non come te…sciocco umano, ignaro della tua
fortuna>>. Squall, sconcertato e con un filo di rabbia rispose: <<Allora dimmi,
tu che sai ogni cosa, perché vivere, perché soffrire in continuazione? La vita è
l’agonia della solitudine…in realtà ogni uomo è solo…come lo sono sempre stato
io>>. Ecco che immediatamente un’altra visione si materializzò davanti ai suoi
occhi. Stavolta l’immagine risaliva molto indietro nel tempo…lentamente, come
fatti di fluido, presero forma un edificio di pietra...una notte tempestosa...un
bambino con un triste sguardo. Squall ricordò quando Ellione lasciò
l’orfanotrofio, la sera in cui, davanti all’ingresso, sotto la pioggia fitta
della notte, si ripromise tristemente che non avrebbe mai più avuto bisogno di
nessuno. <<Tu, che credi di sapere tutto, come puoi conoscere i pensieri di un
uomo tu che sei un dio?>>. A questo punto Griever, richiamata piano l’oscurità,
come avendo chiuso il sipario di un palcoscenico, rispose: <<Povero, povero
piccolo sciocco…tu non sai niente…ti rivolgi a me chiamandomi dio, ma sconosci
la mia vera natura…tu mi rimproveri di non conoscere i tuoi pensieri quando in
realtà io SONO quei pensieri...io sono quello che voi umani un tempo avete
chiamato “guardiano della forza” e che ancora oggi continuate a chiamare così.
Ma non sapete da cosa ci originiamo…non sapete qual è questa FORZA di cui siamo
guardiani…ti illuminerò, cuor di leone>>. Iniziarono a materializzarsi come
precedentemente delle immagini mentre Griever si accingeva a parlare: <<Nel tuo
viaggio hai incontrato molti altri guardiani…Shiva, Ifrit, Quetzal…>> –a ogni
nome pronunciato dall’entità seguiva una materializzazione delle creature- <<…e
ognuno di essi ha caratteristiche e temperamento diversi, come hai potuto
notare…ma ti sei mai chiesto da cosa nascono?>>. Squall non seppe rispondere e
prestò orecchio a ciò che Griever stava per dire, sentendo una forma di rispetto
per un essere tanto saggio e così simile a lui. <<La FORZA che ogni guardiano
protegge siete voi umani, stolto! Un guardiano...è a sua volta un umano. I
guardiani si originano quando una persona con un cuore molto forte raggiunge il
limite, la massima espressione della propria essenza. Se gli esseri umani sono
così inutili...com'è possibile che diano vita a tale potenza? Perchè la verità è
che il cuore di ogni uomo è un gigantesco contenitore in cui sono riversate
migliaia di emozioni...in questo modo il cuore acquisisce una potenza
sconfinata, più forte di qualunque strega, di qualunque mostro...di qualunque
dio. Così questa potenza prende forma di una creatura che rispecchia l'essenza
del cuore da cui nasce e che vivrà in eterno per proteggere chi in futuro sarà
così forte da generare altri guardiani...è tutto un ciclo...guardiani e uomini
esistono insieme per vivere, per lottare, per fare in modo che ogni cuore viva
in eterno, poiché ogni singolo cuore è più importante di qualunque altra cosa.
Ma voi, stolti umani, incoscienti della fortuna che avete di essere vivi, di
poter provare emozioni, odiate la vita e attendete speranzosi una morte
prematura...che a volte causate da soli. La guerra, l'odio, l'avidità...sono
tutti elementi umani, che fanno parte anche minimamente di ogni cuore...dovreste
ringraziare di poter provare anche queste, ma invece alcuni di voi si tolgono
addirittura la vita con le proprie mani! Ti dico una cosa, cuor di leone...se
davvero avresti preferito non essere nato, non incontrare i tuoi amici, non
soffrire, non gioire, non sperare, odiare, ammirare, dubitare...e amare...allora
non meriti la vita, meriti di sprofondare nell'oscurità come tutti coloro che
non si rendono conto del vero miracolo...ESSERE VIVI!>>
CAPITOLO 3:
IO DEVO VIVERE!
<<La vita...il cuore...i guardiani...tutto ciò è originato dai semplici esseri
umani...la maestosità dell'essenza di ogni cuore da vita a un tale potere...? Ma
allora...perchè io non sono felice...? Perchè sono solo...il mio cuore è solo.
Il freddo Squall, con il cuore di pietra...così mi conoscono tutti...ma io...>>
-improvvisamente nel buio iniziò a comparire gradualmente in lontananza la
gigantesca sagoma di un leone e una spada, lo stesso simbolo che ornava il
ciondolo della sua collana- <<...io non voglio più essere solo...>>. Mentre
diceva ciò, il suo fluttuare lo avvicinò ad una parte di quel mondo oscuro che
sembrava contenere qualcosa...davanti a lui si parò una sorta di lastra,
all'apparenza solida, di un colore che si confondeva con il resto dell'ambiente.
Solo quando si avvicinò capì che la superficie causava un effetto a specchio. Si
avvicinò fino a mettersi in posizione eretta davanti alla strana materia...vide
la sua immagine riflessa allo specchio...ma era diverso. Le sue guance erano
piene di grandi cicatrici, i suoi abiti strappati e pieni di sangue...il suo
viso ancora giovane e puro. <<Questo...sono io?>> -chiese Squall incuriosito e
con aria affaticata. <<Quello sei tu...è il tuo giovane cadavere. Questo è il
modo in cui morirai e in cui sarai ricordato>>. Di nuovo un'altra visione si
apprestava a materializzarsi. Stavolta si trovava in un cimitero...un grande
cimitero. Il cielo azzurro e il sole inondavano tutta l'area. Camminò in
silenzio lungo una stradina tra le tombe e subito notò che ogni tomba portava,
insieme al nome e alle scritte, l'incisione di due spade incrociate, che stanno
ad indicare l'appartenenza del defunto ad un ordine militare. Arrivò in cima ad
una piccola collina...e qui vide ciò che Griever voleva mostrargli. In cima al
cimitero, più in alto di tutte le altre tombe, vi era una grande lapide,
sovrastata da una statua di un uomo giovane in uniforme da ufficiale con in mano
un Gunblade...e subito ci si riconobbe. <<Vuoi mostrarmi il luogo in cui
riposerò?>>. Detto questo, vide una donna con lunghi capelli neri, vestita
d'azzurro e con in mano un mazzo di rose di colore chiaro. Provò a dire il suo
nome ma quando prese fiato e aprì la bocca per parlare si accorse...di non
ricordarlo. Si accorgeva ogni momento di più che sprofondava nelle tenebre di
non ricordare bene ogni cosa...stava dimenticando lentamente tutto. La donna si
accasciò sulla tomba e posò i fiori poi, come se parlasse con la pietra, disse:
<<...questi sono per te...cuor di leone. Ho provato a parlarti, a capirti, ma tu
non mi hai mai aperto il tuo cuore...adesso che non posso più guardarti negli
occhi, sentire la tua voce...non so cosa fare...ormai la mia vita non ha più
senso. Avrei voluto vedere anche solo per un secondo cosa nascondevi nel tuo
cuore di pietra...ma ormai è troppo tardi, avrei dovuto pensarci prima che tutto
accadesse...>>. Improvvisamente dietro la donna apparve una figura spettrale,
avvolta in un lungo manto nero e con la faccia coperta. Sembrava che la donna
della visione però non fosse in grado di vederla. Questa apparizione si avvicinò
a Squall, si tolse il cappuccio e con grande stupore si rivelò avere le stesse
sembianze del ragazzo...<<Griever...>> -annunciò Squall con rassegnazione. A
quel punto questi gli disse: <<Cuor di leone...ricordi il nome di codesta
donna?>>. Squall ancora una volta cercò di ricordare il suo nome, ma fu tutto
inutile...<<...io lo so...questa persona è la più importante per me...eppure...non
riesco a ricordare il suo nome...nè quello dei miei amici...sto dimenticando
persino il mio...>>. <<Perchè ti sei rassegnato>> -rispose Griever- <<il tuo
cuore si sta perdendo e la tua mente e il tuo corpo con esso. Leggi la scritta
sulla lapide>>. Squall quindi si avvicinò, si chinò e protese il collo per
leggere:
Qui giace Squall Leonhart,
ex SeeD, famoso Gunblader di fanteria,
morto giovane nella guerra contro la strega,
eroe nazionale. Il suo cuore di pietra, che l'ha reso solo
e poco amato in vita,
non gli ha concesso di vivere felice
accanto a qualcuno, morendo nella
solitudine che tanto amava
<<...io non voglio...>> -balbettò Squall- <<...io non voglio finire così...morire
giovane...e solo...no...non posso accettarlo!>>. Insieme al suo grido,
quest'ennesima visione si dissolse lentamente. <<Tu non vuoi? Ma se non riesci
neanche a ricordare il nome delle persone che ti hanno aiutato...non ricordi
neanche i loro volti, ciò che avete passato...li hai dimenticati e presto loro
dimenticheranno te...tu sei sempre stato solo! Il tuo cuore è solo e ora sta
cadendo nell'oblio...senza che nessuno si ricordi di te e possa venire ad
aiutarti>>. Queste parole sconvolsero Squall...fino ad ora aveva sempre visto la
solitudine come uno scudo contro il dolore...ma ora il suo universo si stava
sgretolando ad ogni parola che Griever gli rivolgeva e la consapevolezza che
ogni sua affermazione fosse vera lo distruggeva nel profondo. Nel frattempo,
continuava a sprofondare nell'abisso oscuro...i suoi ricordi lentamente
svanivano...e contemporaneamente tutte le persone nel mondo che mai lo avessero
visto, che avessero parlato con lui, che avessero anche solo sentito parlare di
lui, lo dimenticavano. Stava per essere cancellato...dalla realtà. Nella
disperazione, Squall si preparò ad accettare il suo destino quando...lo vide. Il
grande simbolo del leone che lo osservava da lontano...il simbolo dei suoi
sogni...allora la sua mente fu attraversata da un frammento di ricordo, come un
lampo che per un secondo illumina una stanza buia...si tolse l'anello e lo
scrutò attentamente...quell'incisione...gli ricordava...qualcuno...? <<Io...so...ricordo...una
promessa...una donna con le ali di fata...io ti aspetterò...per sempre...se
verrai...mi troverai...lo prometto>>. La promessa che Squall fece tempo fa gli
ritornò in mente come per magia...ma ancora non ricordava...ormai la sua mente
aveva rimosso quasi ogni cosa...non riusciva a dire quel nome...quel nome che
tanto adorava. <<...ricordi...Squall...>> -Griever lo chiamò per nome...forse
perchè ormai era sul punto di dimenticare anche quello- <<...ricordi la
promessa? Ricordi...lei? Provaci...prova a dire il suo nome>>. Dopo aver
parlato, Griever diede vita a ciò che era rimasto nella mente di Squall...un
unico, intenso ricordo...un cielo stellato...una sala da ballo...una musica
allegra in sottofondo...una stella cadente. Quando si trovò di fronte a tutto
questo...la sua mente, come facendo un ultimo estenuante sforzo prima di
esaurirsi, elaborò un ricordo...improvvisamente iniziò a prendere forma nel buio
una sagoma: un vestito bianco...carnagione chiara...tratti delicati, corporatura
fragile. E poi un volto...si ordinarono molto lentamente dei lineamenti...e
poi...dei capelli neri, occhi dolci e migliaia di altri particolari finché il
suo viso non ebbe preso forma completamente. <<Tu...tu sei...R...R...>>
<<Continua, ragazzo! Qual è il suo nome?!>> -lo incoraggiò Griever- <<...R...Ri...no...a...il
suo nome è RINOA!>>. Gli occhi di Squall cambiarono all'improvviso, il suo cuore
prese a battere più rapidamente e con tutta la forza che aveva in corpo gridò:
<<Io mi ricordo di lei! Il suo nome è Rinoa! Rinoa!>>. Il simbolo leonino in
lontananza iniziò a divampare...nella mente di Squall tornarono pian piano tutti
i ricordi...il loro incontro a Timber, la volta in cui la salvò dalla strega a
Deling City, il concerto a F.H., il salvataggio nello spazio, il palazzo della
strega...ogni ricordo accresceva il vigore del suo cuore e le fiamme che
avvolgevano in lontananza il simbolo del leone. <<C'è dell'altro, Squall?>>
-chiese Griever sogghignando- <<Hai altro da dirmi?>>. <<Si, ricordo...un
ragazzo biondo, con un tatuaggio sul volto...dinamico e rompiscatole, molto
forte e coraggioso...Zell!>> <<Bene così, continua!>>. <<Una ragazza fragile e
minuta con dei capelli marroni...un carattere delicato e spensierato...lei è...Selphie!
E poi...un ragazzo con un cappello e un fucile...il tiratore solitario, il
bontempone, il don giovanni...molti volti ma una solitudine nel cuore di grande
portata...si chiama Irvine! E una donna matura e forte all'apparenza, ma fragile
e insicura nel cuore, il suo nome è Quistis! Poi un altro...ricordo un giovane
ribelle, sempre pronto a fare battutacce, contravvenire alle regole e mettersi
in mostra...un grande guerriero che insegue i propri sogni, Seifer!>>. Griever
osservò la scena sorridendo, senza dire una parola. Il cuore di Squall era pieno
di gioia e nella sua mente tornavano, come illuminati dall'ardore del proprio
spirito, tutti i ricordi del suo viaggio: i posti visitati, le esperienze
vissute, i volti, le situazioni...le fiamme del suo cuore ardevano e il suo
coraggio lo faceva sembrare...un leone...già, sembrava avere il cuore di un
leone. <<Ora capisco! Un cuore, fonte di enorme potere...se è solo, esiste, ma
non VIVE! Per vivere ci vogliono gli amici...ci vogliono altri cuori che si
leghino al tuo per farlo ardere, per proteggerlo e per esserne protetti...la
vera vita, sono gli amici! E inoltre...>> -continuò Squall sorridendo e colmo di
furente determinzione- <<...la cosa importante non è il giudizio delle
generazioni future...non importa essere ricordati come eroi o essere
dimenticati. La cosa importante è ciò che si fa in vita, ciò per cui si combatte
nel presente, ma più di tutto...ciò che si vuole proteggere. Io voglio
proteggere te...mia amata Rinoa...e tutti voi, amici. Io non morirò giovane,
invecchierò e vivrò una vita colma di amicizia e amore. Io non posso morire
adesso, devo salvarvi, avete bisogno di me! Io non posso rimanere qui...IO DEVO
VIVERE!>>
CAPITOLO 4:
TRA LE BRACCIA DI UN ANGELO
<<Griever, io riesco a sentirla...percepisco il suo dolore, la sua paura. Mi sta
chiamando, devo andare da lei!>>. Ormai le tenebre erano sparite...il gigantesco
simbolo che ardeva in lontananza creava una forte luce e anche il gelo
dell'oscurità ormai si tramutava in calore. Squall aveva compreso una grande
verità...adesso era cresciuto, aveva capito ciò che veramente conta nella vita.
Era pronto ad iniziare un nuovo percorso...ma il suo timore era che fosse troppo
tardi...<<Tu la senti, guerriero...perchè i vostri cuori si cercano. Siete una
sola cosa, siete un cuore diviso in due corpi. Senti la sua angoscia perchè non
riesce a trovarti...e la sento anch'io. Ora sta correndo, esattamente come
facevi tu, sta chiamando il tuo nome. Ha bisogno di te...ha bisogno del suo
cavaliere>>. <<La sento forte...io devo andare da lei, devo andare ad
abbracciarla, a dirle quanto è importante per me e quanto sono importanti i miei
amici...devo scusarmi per essere stato stupido a capirlo così tardi...ma...non è
troppo tardi, vero?>>. Griever tacque, suscitando la paura di Squall ma dopo
qualche secondo si voltò a guardarlo dicendo: <<Un cuore potente...è legato agli
altri cuori...persino dopo la morte...è il momento per te di superare l'ultima
prova...mi hai dimostrato di essere saggio e forte, ma ancora c'è una cosa che
devi fare>>. <<Prova? Tutto ciò era una prova? Una prova per cosa? E cosa dovrei
fare ancora?>> -chiese Squall stupito- <<...ah ah ah...la prova...dell'unione.
Adesso comprendo cosa c'è nel tuo cuore...io sarò il tuo guardiano per tutta la
vita...e quando morirai continuerai a vivere in me...e anche i tuoi amici. Io
sono il risultato dell'unione dei vostri cuori...un legame che non avevo mai
visto...non spezzarlo mai>>. Improvvisamente un ruggito lontano squarciò quel
mondo di tenebre...la sagoma del leone si riempì di luce e Squall si sentì
attirato ad essa da una forza irresistibile...inoltre adesso sentiva una voce...la
sua voce...che chiamava il suo nome singhiozzando. <<Rinoa! Griever...tu mi hai
salvato...io voglio che tu faccia parte del mio cuore...come hai fatto per tutto
questo tempo a mia insaputa. Ma dimmi, presto, quale prova devo superare per
averti?>>. Griever gli rispose mentre il suo corpo veniva trascinato via da
quella calda e amichevole luce che lo avvolgeva e le sue orecchie invase dalla
tenue voce della sua amata Rinoa che lo chiamava: <<...l'ultima prova...è
vivere! Vivi una vita piena: sii felice delle opportunità, difendi le tue idee,
proteggi i tuoi amici, ama e sii amato...non commettere l'errore di perderti nel
buio. Non scordare mai il nostro incontro e quello che hai imparato...la strada
per la felicità inizia ora...addio cuor di leone, ci rincontreremo...un
giorno>>. Squall sorrise e fu ricambiato...in un attimo quell'attrazione lo
inghiottì a se...la luce invase accecante i suoi occhi, come se non li avesse
mai usati e la voce singhiozzante di Rinoa divenne più reale finché non riuscì a
sentirsi avvolto in un abbraccio caldo e affettuoso...l'abbraccio del suo
angelo.
CAPITOLO 5:
LA VITA
Squall sentì il proprio corpo trasportato senza opporre resistenza attraverso un
tunnel di luce finché non cercò di aprire gli occhi a stento...l'immagine
apparve inizialmente sfocata davanti a lui ma subito la riconobbe...il volto di
Rinoa...e intorno un gigantesco prato fiorito e un cielo azzurro. Un leggero
venticello trasportava per tutto l'ambiente i petali delle migliaia di fiori
tutto intorno come a formare una danza e il sole riscaldava l'aria. <<Squall,
Squall!>> -singhiozzava Rinoa- <<Parlami!>>. Squall la guardò, sebbene gli occhi
gli bruciassero ancora un po per l'intensità improvvisa della luce. Alzò una
mano delicatamente e le accarezzò i capelli dicendo: <<Sono tornato...non me ne
andrò mai più. Ho mantenuto la promessa! Sono stato qui...per te...per rivedere
il tuo sorriso...per sentire la tua voce...e accarezzare i tuoi capelli...sono
tornato dall'abisso sentendo la tua voce...e ora vivrò solo per sentirla ogni
giorno...>>. Detto questo Squall le sorrise con sua grandissima sorpresa: era la
prima volta dopo moltissimi anni che rideva di cuore...<<Squall...ero convinta
di averti perso...ti ho cercato allungo, ti ho chiamato, ma tu non rispondevi...credevo
di essere sola. Stavo per dimenticare tutto...ma poi...non so perchè, mi è
tornata in mente la promessa che ci siamo fatti...e poi ti ho sentito, nel mio
cuore, ho sentito che mi chiamavi...non lasciarmi mai più!>>. Rinoa finì questa
frase scoppiando in lacrime e abbracciandolo. Stettero qualche secondo
abbracciati, facendosi cullare dal vento, poi lo aiutò ad alzarsi. Squall non
fece storie nonostante stesse morendo di dolore (...sempre il solito...)e le
mise un braccio intorno al collo per aiutarsi. Fecero appena qualche passo
quando videro arrivare in lontananza il garden! Entrambi sorrisero felici,
stanchi, sporchi, ma...insieme. All'improvviso Squall si girò e la abbracciò...la
abbracciò come quel giorno al palazzo della strega...poi la scostò leggermente
per guardarla in viso...delle lacrime rigavano le guance di Rinoa. Squall
strinse in mano il proprio ciondolo, ripensando a ciò che gli aveva detto
Griever, quindi le disse: <<Rinoa...volevo dirti una cosa...lo so di averti
delusa in molte occasioni...di essere stato severo, insopportabile e
insensibile, quasi...con il cuore di pietra. Ma ora tutto andrà diversamente...un
amico mi ha aiutato e mi ha fatto capire ciò che davvero importa nella vita...ma
cosa più importante...finalmente ho capito...>> -le accarezzò il viso e si
avvicinò dolcemente- <<...che...io ti amo>>. Quindi la baciò intensamente...entrambi
sentivano di essere uniti in qualcosa che trascende la comprensione umana, uniti
nella vita, nell'anima. Sapevano che mai sarebbero potuti stare lontani l'uno
dall'altra, che da quel momento sarebbe cambiato tutto. Squall aveva imparato il
vero senso della vita: viverla al meglio! Capì che non si può vivere da soli, ci
vuole qualcuno che ti riscaldi quando il tuo cuore è gelido, ci vuole qualcuno
che ti dia forza, che ti incoraggi, qualcuno che sia dalla tua parte, che ti
voglia bene, che sia sincero e che abbia anche il coraggio di dirti quando stai
sbagliando, qualcuno con cui parlare, con cui confidarsi e di cui fidarsi,
qualcuno da ascoltare e che ti ascolti, da consolare quando ne ha bisogno e che
consoli te, qualcuno che ti ami per ciò che sei e che sia sempre pronto ad
aiutarti...capì che per vivere...servono gli amici!
ULTIMO CAPITOLO:
LA FINE... E L'INIZIO
<<Ehi ragazzi! Fate un bel sorriso! Ho trovato la mia vecchia videocamera!>>
-disse Irvine spalancando la porta del dormitorio con totale assenza di
delicatezza- <<...coraggio, non siate timidi!>>. <<IDIOTA!>> -rispose Fujin con
altrettanta educazione. Nella sala principale del dormitorio si erano riuniti
tutti per prepararsi alla festa che si sarebbe tenuta tra poco in onore "degli
eroi che hanno portato i fiori in una terra secca e arida", come li acclamò il
preside Cid vedendoli tornare. <<Fujin guarda, ho preso un pesce enorme! Stasera
mangeremo bene!>> -disse Raijin entrando di corsa e cominciando a saltare
intorno a se stesso come un bambino. Dalla porta entrò Quistis vestita con
l'elegante abito da cerimonia dei SeeD onorari: <<Ragazzi, preparatevi. Tra poco
ci presenteranno al pubblico! Mi raccomando, composti e in ordine, dobbiamo
tenere alto l'onore del garden di Balamb! Irvine, smettila con quell’aggeggio...e
tu Raijin, stai appestando l'area con quella puzza di pesce, portalo via!>> <<Ma
professoressa, io...>> <<Niente ma, sbrigati!>> -lo interruppe Quistis
evidentemente nervosa- <<Stasera deve andare tutto bene. Avete visto gli
altri?>>. <<Zell si sta abbuffando in mensa...non capisco come faccia a
ingurgitare tutti quei panini e poi saltare e ballare come un grillo...>>
-rispose distrattamente Irvine mentre armeggiava con la sua videocamera- <<...oh
e credo che Selphie e Rinoa siano andate a prepararsi>> -aggiunse, poi finì
dicendo- <<e l'ultima volta che ho visto il preside era nella hall, ora non so
dove sia, comunque Edea era con lui>>. <<SEIFER, BALCONATA SUPERIORE>> -scattò
Fujin tirando un calcio a Raijin senza curarsene troppo. Squall se ne stava
affacciato alla balconata superiore del garden osservando il terreno che
scorreva in basso...<<...tra poco andremo in mare...>> -pensò. Un battere di
mani monotono e canzonatorio ruppe la sua concentrazione e Seifer uscì
posizionandosi di fronte a lui con un sorriso malandrino sul volto. <<E bravo il
nostro eroe! Vince di qua, vince di la! Il cocco della maestra! Almeno dopo
tutte queste coccole ti ricordi ancora come si tiene in mano un Gunblade?>>.
Squall lo guardò con il suo solito sguardo vuoto e irritato...ma stavolta gli
sorrise. <<Ma che hai da ridere, pivello! Lo sai che potrei batterti in
qualunque momento! Ti sei rammollito!>>. Squall non rispose, continuava a
fissarlo in piedi, di fronte a lui, senza dire una parola. <<Oh, insomma, eri
più di compagnia quando mi odiavi...puah, io me ne vado>>. <<Seifer...>> -lo
fermò Squall- <<Oh, allora sai parlare! Che vuoi?>> <<...grazie...sarai sempre
il mio rivale numero uno...se non fosse per te, non avrei mai imparato ad usare
un Gunblade...>>. <<Mi prendi in giro?>> -tuonò Seifer- <<...ma tu guarda che
razza di...>> -e se ne andò bofonchiando. Scendendo le scale però si fermo un
attimo a riflettere sul suo strano comportamento...quindi si girò e lo vide
sbucare fuori dalla balconata con il Gunblade in mano e uno sguardo infuocato,
pieno di sfida. Seifer tirò fuori il suo sorridendo con la stessa espressione e
pensando: <<Se non fosse per te...io sarei dalla parte sbagliata...mi sono fatto
usare come uno sciocco...ma non rinuncerò mai ai miei sogni e un giorno ti
batterò una volta per tutte...amico>>. Ovviamente neanche sotto tortura Seifer
avrebbe mai ammesso di aver pensato una cosa del genere...quindi iniziarono un
duello all'ultimo sangue, come per battezzare con il fuoco l'inizio di una nuova
vita, esattamente come fecero all'inizio di quella precedente...
PAROLE DELL'AUTORE: Ragazzi, voi che leggete, voglio dirvi di tenervi
stretti le persone che vi vogliono bene. Non date mai l'amicizia per scontato e
ricordate che un amico è la cosa più importante al mondo. Spero che il mio
racconto vi sia piaciuto e vi abbia trasmesso il mio messaggio, ringrazio voi
per averlo letto e il nostro caro Zell per tutto! Ricordate: l'amicizia è la
vita, attenti a non perdere il vostro cuore.
FINE