OCCHI ALLE STELLE - di "Farah Kramer"
E’ arrivato l’autunno al Garden, un tappeto di foglie rossastre copre l’intero giardino… Di tanto in tanto un pettirosso cinguetta tristemente l’ormai morta primavera. Solo un SeeD camminava in quel giardino di ricordi e rimembranze, pensava al suo nome sperduto nel tempo. Seifer Almasy, colui che non parlandone mai aveva capito: ”Essere dimenticati è peggio che morire.”
Camminando sulle strade della mente arrivò in un bosco, era vero, lo ammetteva, il combattimento gli faceva dimenticare tutto il male che serbava da anni verso la
solitudine. Era furioso, quella condizione gli straziava il cuore, alzò gli occhi al cielo per vedere se il suo destino era veramente
cieco. La vide. Lei lo guardò i suoi occhi erano calmi, assorti, un pallido sorriso le sfiorò le labbra quegli occhi color giada lo guardarono intensamente i suoi capelli neri profumati di campanule si mossero al freddo vento
dell’autunno. Lui non riuscì a capire, lei silenziosa, con la pelle come il marmo sembrava voler essere parte della sua stessa
solitudine… Lei si avvicinò la sua lunga veste scura sfiorò la natura appassita, Seifer non si mosse voleva guardare ancora un po’ la sua stessa metà.Lei gli sorrise di nuovo e disse”essere dimenticati è peggio che morire”La sua voce pareva quella di un angelo, lui
rispose ”Come lo sai?” - “A volte guardando gli occhi delle persone, capisci cose che in due intere vite non penseresti
nemmeno…” - “come ti chiami” - “Heaven, come il cielo che dannavi per non averti dato un destino facile. Heaven gli posò una mano sulla guancia lui si ritrasse e lei: ”Ti terrorizzo? Mi
spiace…” - “no, è che…" e lei: “Lascia stare…”. Seifer abbassò lo sguardo per cercare le parole, alzò di nuovo i suoi occhi color ghiaccio che non si erano mai sciolti davanti a nessuno, ma davanti a lei non erano altro che semplici meccanismi per trasmettere la sua angoscia; inutile cercarla, lei non c’era più.
Rassegnato torno al Garden, era molto confuso, tante domande lo assalivano, volva capire che cosa era quello strano dolore, insomma, sapere che cosa era l’amore.Per tutta la notte penso a lei cosi lontana eppure così vicina, guardava la luna e vedeva il suo volto, era strano per lui, non aveva mai provato questa sensazione, non era ancora mattino, scappò dal Garden, e ritorno là e lei era lì che
l’aspettava... Lei sorrise, lui la guardò, Heaven incominciò a correre e fu accolta nel caldo abbraccio di Seifer, poi aggiunse: ”Sapevo che saresti
tornato….” - “come facevi ha saperlo” - “Perché sono colei che con la mente hai cercato tante e tante volte, ora in questa notte mi basta una parola, ricordati sempre che l’uomo dimentica, e io.
Beh, io entro nella vita delle persone così all’improvviso e me ne vado come ci sono entrata. Cambio la loro vita, ma me ne porto via una parte per poi non riportarla più
indietro…
”Seifer non capì mai questa frase ma la rinchiuse in se e in quei momenti in cui lui pensa a lei le sue parole tornano e svaniscono nelle nebbia dei ricordi. Stettero cosi abbracciati per tanto tempo, tempo?per loro il tempo non esisteva e il mattino non era altro che un triste incidente che peccava nella loro
anima. Fu solo un mormorio la sua voce, quella di Seifer, che disse: ”Devo
andare…” - “ Perché dici questo le parole non servono, tornerai, è l’obbligo dell’amore, quella gabbia di dolci momenti che t’imprigiona nel lento scorrere del
tempo…Ma prima ciò che più di tutto ci può unire, un bacio e quello che
chiedo… “Se è questo che vuoi.. ”Piano piano i due volti si avvicinarono nella flebile luce del mattino, seguì un lungo bacio appassionato e per loro fu indimenticabile, in quel momento il tempo si fermò, le foglie smisero di cadere, le lacrime di Heaven di scivolare lungo le sue lisce
guance… Seifer disse a quel punto: ”Non vorrei lasciarti mai, per non tornare nel vuoto della
solitudine… Heaven io… io ti amo…”. Chissà... forse per Seifer fu la prima e l’ultima volta che lo disse, per quell’amore così strano durato un giorno ma anche un anno. Quell'addio non fu però il più
difficile, riluttante Seifer tornò al Garden e Heaven nel suo luogo d’origine, che profumava di aghi di pino e nell’aere il suo canto riecheggiava fino a toccare il cielo blu cobalto di Galbadia. Seifer non si dava pace pensava solo a lei,respirava l’odore delle foglie morte fino in fondo all’anima per non dimenticare…. ,perché lo sapeva che l’uomo dimenticava,era incapace di serbare la buona sorte e la difficoltà nell’anima,forse era per quello che lei era diversa,ricordava e cosi facendo aveva il dono di cambiare il destino di un uomo. Tornò la notte con l’incostante luna che guardava,le stelle che sembravano occhi,occhi che la proteggevano da ogni male,il male dell’uomo.Finalmente si rincontrarono e lei disse:”Finalmente ho contato ogni secondo,minuto ora con una clessidra che ha granelli di vento,sì perché quei momenti mi sembravano eterni fatti apposta per tenermi lontana da te”-“Ma ora è finito,sei con
me…” - “sì Seifer è realmente finito..” Heaven si mise a piangere nelle braccia del suo amato:”non mi aspetta nient’altro che la morte,io sono solo un povero angelo sfuggito dalle mani dell’infinito perché ti amavo…io non posso restare qui con te io ti amo con tutta ma
stessa… ”In quel momento qualcosa che era perfetto cambiò,Heaven scivolò dalle braccia di Seifer,capì subito che quell’angelo stava
morendo… Lo colse la disperazione,tra le lacrime riuscì solo a dire:
”l’ultimo bacio, prima che sopraggiunga la fine”. E cosi fu accettato dal destino il loro ultimo e disperato tentativo di restare
insieme… Il suo corpo giaceva nelle fogli invernali con il viso bagnato di lacrime,poi venne la Fine,la prese e la portò via lasciando Seifer nuovamente ed eternamente solo.
- “Piano piano incominciò a sparire il suo dolce profumo dai miei ricordi, il suo
sguardo, la sua voce, ma mai quella frase che continua ancora oggi a tormentarmi.”
E' arrivato L’autunno al Garden, un tappeto di foglie rossastre copre l’intero
giardino…. Di tanto in tanto un pettirosso cinguetta tristemente l’ormai morta primavera .Solo un Seed camminava in quel giardino di ricordi e rimembranze, pensava al suo nome sperduto nel tempo. Seifer Almasy, colui che non dicendolo mai aveva capito: ”Se n’è andata dalla mia vita portandosi via la mia anima, almeno
è morta con GLI OCCHI ALLE STELLE.
Dedicato a chi ha perso la sua anima seguendo la piuma del destino…….
FINE
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LE STRATEGIE DI ZELL
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