LA LUCE DELLA SPERANZA
di Kairi
Ho sempre vissuto una vita normale... casa, amici, famiglia, divertimento,
scuola...
La vita che trascorrono tutte le ragazzine della mia età, però ad un certo punto
qualcosa è cambiato e non mi smentisco di quello che ho fatto..
Al primo impatto mi sembrava un’idea stupida, scappare da tutto per vivere la
vita che ho sempre voluto, una vita spericolata piena di imprevisti e ostacoli
da superare, una cosa ridicola, visto che a me non era mai mancato niente, tanto
meno a lui..
Poi però ho capito che alcune scelte vanno fatte, e anche se doloroso andare via
da chi mi ha sempre voluto bene, sapevamo entrambi che era la scelta giusta e
infatti lo è stata.
Così una mattina d’estate, quando il sole non era poi così lucente, telefonai a
Sora per dirgli che avrei accettato la sua offerta.
Kairi: ehi, rallenta...!!!
Sora: ma se tra un po' anche una lumaca è capace di superarmi...
Kairi: ma una lumaca ha sicuramente più pratica di te.... ih ih ih...
Sora: così mi offendo!
Kairi: quanto manca?
Sora: certo che sei un tormento... quasi quasi ti lascio qui..
Kairi: no, ti prego, farò la brava!!
Sora: paura, eh?
Kairi: non lo faresti mai.. perché senza di me sei finito amico!
Sora: se se, come no...
Io non ero mai salita su uno scooter prima d’ora, tanto meno Sora lo sapeva
guidare, ma questo rendeva la situazione ancora più divertente anche se
pericolosa.
Kairi: ci staranno cercando tutti..
Sora: probabilmente si..
Kairi: telefoneremo?
Sora: già senti la mancanza..?
Kairi: …tu no?
A quel punto si ferma e mi appoggia una mano sulla spalla destra..
Sora: sei sicura di voler andare? Io non ti costringo..
Kairi: si..
Sora: allora fammi un sorriso..
Io sorrisi, anche se negavo a me stessa il male che provavo dentro, o forse più
che male era la paura che cercava di frenarmi.
Arrivammo in una specie di grotta sotterranea e Sora tirò fuori una mappa: mai
vista prima..
Kairi: cos’è? cos’è? cos’è?
Sora: uff..ma quanto rompi sei..!!!
Kairi: ihihih daiii sono solo curiosa…cos’è? cos’è?
Sora: a te cosa sembra?
Kairi: una mappa?
Sora: che genio che sei!!
Kairi: cattivane, cosa te ne fai di una mappa, per caso hai già smarrito la
strada? E io che mi fidavo!
A quel punto iniziai a parlare a ruota libera mentre lui perplesso cercava di
leggere la mappa. Si alzò di colpo.
Sora: mi fai venire mal di testa!
Kairi: sono agitata !!!!!!
Sora: vedrai che se mi lasci un attimo tranquillo una soluzione la trovo.
Passarono dieci minuti e restai a guardare fuori. C’era un paesaggio bellissimo,
molto diverso dalla zona dove abitavo, così pensai a quanti luoghi conoscerò più
belli delle solite strade di città.
Sora: ci sonooooooooooooo!!!!!!!!
Kairi: finalmente! Allora? Dove si va?
Sora: prendiamo a destra, poi sinistra, all’incrocio tiriamo dritto e..
Kairi: si si okkey hai capito piantala e andiamo!
Corsi via da lì prendendo Sora per mano, c’era un bellissimo cielo sopra di noi,
a differenza di tutto quel fumo di città e anche il luogo non era male.
Kairi: Qui è bellissimoooooooooo!!!!!!!!!!
Sora: eh si..e non hai ancora visto niente!
Kairi: e tu che ne sai di cosa c’è più in là? Non sai nemmeno fare 2 + 2 !
Sora: =__=’’
Kairi: sta volta ti ho fregato! Ihihihh…andiamooooo!!!!!!!!!^^
Così, in giro per il luogo deserto, camminammo a lungo senza un punto di
riferimento quando poi..
Kairi: ho sentito un rumore strano.
Sora: sarà la mia pancia che brontola dalla fame ehehe
Kairi: ma no scemo, dico sul serio, ho sentito qualcosa.
Sora: beh e allora?..dai piantala e andiamo avanti fifona.
Impaurita a morte, convinta di aver sentito delle voci mi guardavo avanti e
indietro attaccata al braccio di Sora che cercava di staccarsi da me.
Sora: eddai! Cosa vuoi che sia stato!
A quel punto spuntò fuori dal nulla un uomo armato, con un cappello da cow-boy,
con una lunga coda e un giubbotto verde che portava con sé un cane da caccia.
Kairi: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!
Irvine: si sente bene signorina?
Sora: ahahahah questa è bella!
Kairi: ehm..si mi scusi avevo sentito dei rumori e mi ero spaventata.
Irvine: siete nuovi del posto?
Sora: si, siamo appena arrivati.
Irvine: bene! Allora sarò la vostra guida!
Kairi: davvero fareste questo per noi?
Irvine: certamente, vi costa in totale 60 euro.
Sora: COSA?????
Irvine: si pagano le guide, non lo sapevi giovanotto?
Kairi: vorrà dire che rinunceremo, grazie comunque.
Il tipo vide che c’ero rimasta male e allora ci fece da guida per tutta la
giornata…
Kairi: che ore saranno? Sono stanchissima.
Sora: meglio che andiamo..non so dove.. ma andiamo che è tardi.
Irvine: allora vi saluto ragazzi!!
Così abbiamo conosciuto il nuovo ambiente, non male come luogo.
Ormai ero sfinita, non sapevo più niente, mi sentivo sperduta e mentre io e Sora
stavamo camminando mi buttai a terra nell’erba bagnata a gridare come una
forsennata le prime cose che mi passavano per la testa. Sora si girò sconvolto
di scatto.
Sora: che succede?? Che stai facendo?? Sei impazzita???
Continuavo a parlare da sola esasperata…
Sora: Kairiiiiiiiiiiii, ti senti beneeeeeeee?
Ci fu un attimo di silenzio e poi iniziai a piangere, mi alzai tutta bagnata con
gli occhi che ancora mi lacrimavano.
Kairi: credevo che dovessimo girare il mondo in lungo e in largo, sorridendo,
scherzando, vivere avventure emozionanti, trovare quello che non abbiamo mai
trovato e invece sono passare settimane e ci troviamo qui, in un luogo deserto a
camminare non sapendo dove potremmo arrivare, se abbiamo la fortuna di arrivare
da qualche parte.
Sora: Kairi…non piangere dai..
Ormai mi era diventato impossibile trattenere il pianto, avevo paura davvero..
Sora: vorrei dirti qualcosa, ma so che se apro bocca o piangi di più o mi
daresti uno schiaffo, e dopo tu diresti che non l’hai fatto apposta, io dico che
lo so e tu dici ok, ma non cambierà niente perché dopo alcuni minuti
riprenderesti a piangere.
Kairi: mi conosci troppo bene ormai..
Sora: e ne sono felice,…. my lady, non fare così, anch’io ho un po’ paura, tutti
l’avrebbero, ma ormai è così e basta. E poi se tu sei vicina a me so che nessuno
mi può fermare, nemmeno la paura.
ora andiamo prima che faccia buio..
Mi alzai, lo guardai dritto negli occhi e lo presi per mano. Lui arrossì
all’istante, io però con tutta la fiducia del mondo che provavo nei suoi
confronti gli sorrisi e lo abbracciai forte, come non avevo mai fatto prima.
Ancora intimidito e insicuro appoggiò le sue mani nella mia schiena e mi promise
che in ogni caso, in ogni luogo, ogni momento lui mi avrebbe difeso, oggi, ieri
e domani…Io non dissi niente, poiché la mia mente non aveva alcun pensiero in
quel momento, solo il coraggio di fidarmi di lui.
Da quel momento in poi, eravamo un po’ cambiati, con ciò intendo il nostro modo
di parlarci, di comportarci e di scherzare.
Per ogni cosa che dicevamo o facevamo finivamo sempre per guardarci negli occhi
e sorriderci, cosa che prima era sostituita o da uno schiaffo o da una semplice
linguaccia per farci un dispetto.
Come definirlo non saprei, ma questa forza di contare l’uno sull’altro c’ha dato
il coraggio per andare avanti per la nostra desiderata strada.
Passarono ore che poi diventarono giorni, settimane, mesi e nessuno aveva più
avuto nostre notizie da quel giorno che scappammo via da casa.
Era il 12 Agosto quando io e Sora stavamo concludendo la nostra decima missione,
la quale consisteva di imbrogliare un’agente di polizia che aveva denunciato con
suo volere la persona sbagliata. Ci conciammo in modi proprio buffi la decima
volta, e i miei ruoli erano sempre i più semplici, ma il nostro capo che ci
aveva assunti in questo lavoro un po’ strano aveva deciso così.
Alla fine della missione ritornammo nella nostra stanza dell’hotel che avevamo
affittato da non molto e che riuscivamo a mantenerla grazie al denaro con cui ci
ricompensavano dopo aver terminato le nostre missioni.
Andai dentro cantando e saltando allegra facendo ridere Sora a squarciagola
quando poi mi sedetti nel divano.
Kairi: che bello!! Siamo arrivati a dieci! Ma ci pensi? Tutti ci vogliono
bene!!Ormai siamo diventati i salvatori di questo paese e presto chissà…anche
del mondo intero!!!!
Sora: Beh..adesso esageri e poi a me basta così.
Kairi: si è vero, e poi mi sembra già troppo così.
A quel punto qualcuno bussò alla porta. Andò Sora ad aprire e quando mi girai
anch’io, il mio sguardo felice e sorridente diventò triste e cupo.
I miei genitori si trovavano lì davanti insieme a quelli di Sora. Non capivo
come, perché…
Sora: c-che ci fate qui?
Edea, la madre di Sora infuriata si mese ad urlare contro di noi, mentre mia
madre, Lulu piangeva come una fontana.
I nostri padri, Cid e Wakka, restarono senza parole facendo un segno negativo
con la testa.
La madre di Sora lo tirò per un braccio dopo avergli dato uno schiaffo e lo
portò via con la forza insieme a suo padre.
Probabilmente ci hanno rintracciati guardando il giornale, o la televisione,
ormai eravamo diventati famosi e buoni agli occhi di tutti.
Kairi: Soraaaaa…
Il nostro sogno, di portare la libertà tra la gente come stavamo facendo era
terminato, finito, concluso.
La gente di questo paese non avrebbe più potuto contare su di noi.
Lui si girò verso di me e mi sorrise sussurrando qualcosa..
Sora: a-b-b-i-f-i-d-u-c-i-a-d-i-m-e-k-a-i-r-i
Scese una lacrima dal mio viso, e dopo aver sentito dire dai miei genitori che
non avrei mai potuto vedere e sentire Sora, il mio sguardo che guardava dritto
nel vuoto era sempre più cupo e demoralizzato. Sora era andato via, le nostre
strade da inseparabili amici e salvatori del mondo si erano divise.
Tornai a casa in macchina con i miei genitori guardando fuori dal finestrino
tutte le zone che ogni mattina percorrevo sorridendo avendo l’onore di essere
una persona riconosciuta dalla gente del paese, una ragazzina con un coraggio in
frenabile ma soprattutto la grande amica di avventure di Sora e sapevo che in
quel momento anche lui stava pensando lo stesso.
A casa, i miei genitori non dissero nulla e mi mandarono dritta in camera mia.
Mi buttai nel letto e iniziai a piangere, piangere, piangere…
Sentii mia mamma dire che Sora e la sua famiglia erano già partiti per un luogo
chiamato Destiny Islands dove Sora avrebbe trascorso tutta la sua vita. Mi
sentivo amareggiata, delusa, frastornata di pensieri che si trasformavano in
incubi e soprattutto mi sentivo incompresa.
Ricominciai la scuola del mio paese a Settembre e tutti mi sostenevano ed erano
meravigliati per quello che avevo fatto.
Ma io, camminavo quelle vie con una solitudine interminabile come nessun cuore
avrebbe mai potuto avere.
Una goccia di pioggia scese dal cielo e mi sfiorò il viso. Avevo capito che
l’unica cosa che poteva dare un senso alla mia vita era lui, Sora.
Mi tornò la speranza, il coraggio e la fiducia verso Sora e mi tornarono in
mente delle sue parole che mi disse un giorno, mentre tornavamo da scuola:
“bisogna lottare per ottenere quello che si vuole….non mi arrenderò mai.”
Corsi per le vie della città, andai a cercare informazioni su ogni singolo luogo
per sapere dove si poteva essere trasferito Sora.
Passarono settimane d’inferno e finalmente trovai l’indirizzo. Per la seconda
volta dovevo andarmene da casa, …ma sta volta…. c’andavo da sola?
No, non c’andavo da sola, avevo Sora nel cuore che mi dava la speranza per ogni
cosa.”Lui non è qui con me ma è dentro di me. Anche se è lontano è più vicino di
quanto immagino.” Gli mandai una lettera e ogni giorno andavo fuori di casa per
vedere se aveva risposto, non facendomi vedere dai miei genitori. Alcuni giorni
dopo mi risposte.
“Non cercarmi, ti prego, non farlo, i nostri progetti sono finiti, i nostri
sogni sono svaniti. Abbiamo vissuto avventure che non potrò mai dimenticare,
nemmeno se volessi. Ma la nostra famiglia non ci permette di continuare il
nostro sogno, ora però vivi la vita come capita e vai avanti, vedrai che
ritroverai la felicità Kairi, vedrai che ce la farai anche senza di me.”
A quelle parole il mio cuore s’indebolì. Mi sentivo sola. Anche Sora mi aveva
abbandonato. Completamente sola e per sempre.
Piansi giorni interi provando a credere che quella lettera era solo un incubo e
invece era la verità.
La verità, però, mi faceva male ma non riuscivo a voltargli le spalle in nessun
modo.
Poi un giorno mi ritrovai seduta in una panchina a guardare nel vuoto quando si
avvicinò una mia compagna di classe.
Selphie: Kairi…
Kairi: ….
Selphie: non puoi continuare così, devi vivere…
Kairi: …
Alzai la testa verso il cielo..
Kairi: devo avere fiducia in lui, sono questa le ultime parole che mi ha detto.
Selphie: ma perché ci tieni così tanto…è un amico..puoi averne molti altri qui.
Kairi: è..anzi era..un amico speciale.
Selphie: un amico speciale? in che senso?
Kairi: lui era Sora.
Selphie: Che cosa faceva di così speciale che nessun altro potrà mai fare?
Kairi: lui non guardava il mondo dall’alto al basso..lo guardava di fronte e
sapeva sorridergli ogni giorno di più. Il suo sorriso era contagioso, lo era per
me. Non posso sorridere se lui non mi da la forza per farlo.
Selphie: ne parli come fosse chissà chi…
Kairi: …
Selphie: toglimi una curiosità, ma non è che ti sei presa una cotta per questo
Scora? Spora? o come diamine si chiama =__=’’
Io alzai le sopracciglia e feci una faccia come per dire “ma come gli è venuta
in mente sta domanda”?
Selphie: sai, quando sei innamorata, pensi solo a lui, pensi a cosa gli dirai
domani, cosa vi siete detti ieri, se lo sentirai o no..ed è difficile non
poterlo sentire per tanto tempo, in più, tu non lo potrai vedere mai più…dev’essere
dura..
Kairi: ma cosa stai dicendo? Per piacere, ero concentrata a stare male e fissare
il pavimento e mi sconcentri con questi discorsi che non stanno né in cielo né
in terra.
Selphie: non puoi stare male per sempre.
Kairi: ma una soluzione posso trovarla..
Così lei, allegra come sempre, mi guardò dritta nei miei occhi pieni di speranza
e disperazione.
Selphie: Sono sicura che ce la farai.
Andò via e tra me e me mi dissi se era diventata un’abitudine ormai finire un
discorso con frasi demoralizzanti.
Dopo alcune settimane mi resi conto che Selphie aveva ragione, cioè che non
potevo continuare così: dovevo vivere.
Così andai in cerca della zona dove Sora ormai abitava.
Partii verso questo luogo e c’arrivai dopo moltissime informazioni. “Destiny
Islands” c’era scritto in quel cartello.
Il mio volto illuminato dal sole lucente aveva finalmente ritrovato la speranza.
Gridai per ore il suo nome fino a quando non mi ritrovai in una spiaggia con una
zattera. Mi ci sedetti sopra e sbuffai.
Cosa facevo adesso…non avevo trovato Sora e non sapevo dove andare. Passarono
alcuni minuti e vidi della gente in lontananza passare per la spiaggia.
Il mio cuore incominciò a battere quando decifrai che uno di questi era lui, era
Sora. Sembrava felice e non so perché, dopo tutti gli sforzi che avevo fatto non
andai da lui ma stava arrivando da solo verso il posto dove ero io.
Ormai ero completamente distrutta da pensieri ed errori commessi che quando lo
vidi, non ce la facevo a nascondere il dolore che avevo provato e l’emozione di
rivederlo che provavo adesso.
Kairi: Soraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!
Si fermò e alzò il suo sguardo di scatto.
Iniziai a corre verso di lui, mi sembrava così lontano da me ma allo stesso
momento così vicino.
Sora: K-Kairi sei tu?
Mi venne incontro e io mi fermai in silenzio con un mezzo sorriso sulle labbra.
Sora: Cosa ci fai tu qui? Come hai fatto a trovarmi? Chi ti ha detto dov’ero?
Mi misi la mano nel petto e gli dissi..
“il mio cuore.”
Una lacrima scese dal suo viso, la prima lacrima che io abbia mai visto scendere
dai suoi grandi occhi azzurri.
Lo fissavo con un sorriso non del tutto felice come lo era un tempo a vedere i
suoi occhi, perché temevo fosse cambiato.
Appoggiò una delle sue mani sulla mia spalla destra, come aveva fatto il primo
giorno che iniziò la nostra avventura e non so perché, però mi sfiorò le labbra
e mi baciò. Mi sarei aspettata qualunque cosa da lui, ma non questo.
Non era più intimidito come lo era un tempo, la nostra avventura l’aveva
cambiato, io credevo in peggio e invece mi voleva ancora bene.
Sora: grazie per essere venuta qui. Adesso nessuno ci dividerà perché ho capito
che i nostri cuori sono uniti… nessuno potrà più dividerli.
Kairi: sapevo che avresti capito.
Mi resi conto che le parole di Selphie in un certo senso avevano un valore, ma
quello che proviamo io e Sora va oltre l’amore, è un sentimento così grande che
non so come si possa definire.
Kairi: ho avuto fiducia in te come mi avevi detto di fare ed eccomi qui
finalmente, dopo mesi interminabili pieni d’angoscia ti ho ritrovato.
Sora: Sapevo che prima o poi saresti venuta Kairi.
Mi gettai tra le sue braccia. Il mondo mi sorrideva di nuovo, ma non mi aveva
mai abbandonata, la luce della mia speranza si era spenta, era offuscata dalla
tristezza e dalla solitudine che provavo ma sono riuscita a ritrovare la luce.
Sora è la mia luce e lo sarà per sempre.
FINE