IL XIV MEMBRO
di Aeris-Rinoa


Era solo, nel buio. Un buio caldo ed accogliente, con qualcosa di luminoso... Delle voci risuonarono fievoli, tanto che a fatica capì cosa dicevano.
-Sembra che le mie vacanze estive siano finite...-
-Roxas!-
Poi un rumore lieve, un sospiro, e l'aria fredda gli sfiorò di nuovo il viso, facendogli aprire gli occhi.
-Ma dove...sono?- si domandò ad alta voce
-Sora!- risuonò una voce echeggiante, di fronte a lui un uomo alto con un vestito nero e il cappuccio calato sul viso.
-Io...dove sono?-
-Sora, non ascoltare...- la voce femminile si spense in un soffio
-Benvenuto, Prescelto del Keyblade, a Crepuscopoli- gli disse un uomo con i capelli rossi pettinati in maniera strana e gli occhi verdi, che era in piedi davanti a lui, dove prima aveva scorto l'uomo alto, che era decisamente più alto di lui. Doveva esser stata un'allucinazione.
-Crepu..scopoli?-
-La città dell'eterno crepuscolo... Il mio nome è Axel e faccio parte dell'Organizzazione XIII. Piacere di conoscerti-
-Che cosa vuoi da me?- ormai lo stordimento dovuto al sonno era svanito e l'espressione di Sora si fece sospettosa
-Mi ha mandato Re Topolino- rispose l'uomo con gli strani capelli rossi, sorridendo in maniera beffarda -A dirti che desidera tu venga con me-
Sora non sapeva cosa pensare. Il sorriso di quel tipo non gli piaceva, ma era tipico di Re Topolino scegliersi collaboratori eccentrici. Decise di stare sul chi vive, ma di seguirlo.
-Va bene, ti credo. Ma dove andiamo? Cosa succede?-
-Te lo spiego strada facendo-
Una voce echeggiò così leggera che Sora non la sentì, ma la disperazione che affiorava era incommensurabile, estrema.
<No, non andare! Non andare...>
Axel salì una rampa di scale ed emersero in un lussuoso soggiorno in stile barocco, pieno di librerie stracolme di libri. Axel si fermò sulla porta.
-Perché ti sei fermato?-
-Noi non abbiamo bisogno delle porte, Sora-
Allungò la mano aperta e al posto della porta comparve un varco nero come la pece, un gorgo di viscida oscurità. Un brivido scese lungo la schiena di Sora, ma venne non si sa come acquietato da uno sguardo rassicurante di Axel. Sora sentiva offuscarsi il sospetto che lo aveva colto, ma era abbastanza furbo da capire che non era una cosa naturale.
-Cosa mi stai...facendo?- domandò, le mani sulla testa mentre una strenua lotta contro la suggestione infuriava nel suo cuore.
-Sei più intelligente di quanto pensassi... Mi toccherà usare le cattive- con un balenare di fiamma Axel piombò su Sora e lo scaraventò a terra con un pugno allo stomaco: il dolore offuscò la vista del ragazzo, e i sensi vennero meno.

Quando rinvenne si trovava in un enorme stanza grigia, steso su un freddo pavimento di vetro. Un uomo con i capelli azzurri e una cicatrice a forma di X si fece avanti e lo aiutò ad alzarsi. Lo sguardo era sornione, rassicurante e gentile, ma in qualche modo sfuggente.
-Oh, ti sei svegliato- sorrise felino -Mi dispiace tanto per i metodi di Axel... Non condivido quasi niente di quello che fa-
Lo stomaco lanciò una fitta di dolore, Sora si piegò in due. Quando si riprese, sostenuto dall'uomo, chiese:
-Chi sei tu? Che cosa volete da me voi dell'Organizzazione?-
-Oh, giusto, non mi sono nemmeno presentato: mi chiamo Saïx e sono un membro dell'Organizzazione. Il numero VII-
Sora strinse i denti dal dolore -Che volete da me..?-
-Ottima domanda... Vedi noi abbiamo bisogno della tua collaborazione... Abbiamo bisogno che tu ti unisca a noi-
-Perché..? Cosa volete fare? Voi non siete con Re Topolino, usate il potere dell'oscurità!-
-Mi duole doverti mettere a parte di una verità che non dovresti sapere... men che meno da me. Dopo la sconfitta di Ansem, Re Topolino e il tuo amico Riku sono scomparsi in Kingdom Hearts, e tu ti sei perso lungo la strada della luce. Alla fine hai incontrato il Re e Riku... gli Heartless vi hanno attaccato, e loro ti hanno abbandonato. Sei stato rinchiuso il quel fiore, e per essere certi che tu non ti svegliassi alcuni Nessuno traditori hanno cercato di nasconderti. Per cancellare i tuoi ricordi hanno usato i poteri di una ragazza che si chiama Naminè... una strega che manipola la memoria. Alla fine hanno sigillato te e disperso i tuoi compagni, spedendoli in dimensioni lontane. Non siamo ancora riusciti a trovarli. La tua amica Kairi ha perso memoria di te e Riku, e ora vive alle Isole del Destino-
Sora sgranò gli occhi. Come potevano pensare di ingannarlo con simili menzogne?
-Non è vero! Casomai potreste essere voi quelli che l'hanno fatto!-
-Quel nome che hai udito, Roxas... Era un'illusione creata per sorvegliarti. Ti avevano rubato il cuore e lo avevano messo in Roxas per non farti svegliare. Topolino e Riku ti hanno lasciato in pasto agli Heartless e sono fuggiti-
-Agli...Heartless...? No, non è vero!- avrebbe dovuto soffrire ma non sentiva nulla, solo un gelo mortale -Perché fa così freddo qui..?-
-Non fa freddo qui. E' l'oscurità-
-Ma non ci sono Heartless qui...-
Saïx gli poggiò un indice sul cuore -Viene da qui- Sora ebbe un sussulto -Gli Heartless ti hanno mangiato il cuore-
Crash. Tutto si ruppe. Il gelo si espandeva, lo stomaco bruciava, le lacrime salivano al viso.
-Chi...chi mi dice che non siete stati voi a fare questo?- disse, tra le lacrime, singhiozzando, quasi
-Lo sai che non siamo stati noi... Noi siamo come te. Siamo stati traditi mentre combattevamo per Kingdom Hearts e i nostri cuori sono stati mangiati dagli Heartless. Eravamo persone con un cuore forte, quindi non siamo diventati Heartless. Soli nel buio, ci siamo risvegliati con l'anima fredda come i ghiacci del polo. Adesso stiamo lottando per avere indietro la nostra anima. Noi siamo i Nessuno, coloro che non esistono, e ora tu sei uno di noi. Combatti con noi e insieme potremo riconquistare il cuore che abbiamo perduto...- sorrise con fare rassicurante, ma le lacrime di Sora non smettevano di scendere. Fu come un lampo, qualcosa si perse: per un attimo lo sguardo del ragazzo fu vacuo e privo di espressione, un secondo dopo però il volto divenne impietrito, freddo e duro lo sguardo nei suoi occhi. Poi, pian piano, il gelo nello sguardo si sciolse per lasciare spazio a delle innaturali fiamme. Fiamme intense, che sembrava volessero bruciare ogni cosa. Sora sentiva montare dentro di sé un'ira tanto profonda quanto gli abissi dell'oscurità che lo avevano sfiorato in quei momenti in cui era stato un Heartless.
Urlò, quasi ruggì, allungando una mano verso un muro distante. Quando strinse il pugno, il muro si frantumò come fosse stato centrato da un enorme peso. Un'aura nera che si muoveva furibonda e rapida come le fiamme lo circondò, mentre un sorrisino beffardo compariva sul volto di Saïx.
Sora rise in modo grottesco mentre l'oscurità si addensava attorno a lui e volteggiava sempre più in alto.
-Riku!- chiamò al vuoto sopra di lui, in viso un'espressione a metà tra la cieca furia e la più profonda disperazione -Dov'è il mio cuore?!- Le lacrime scendevano lungo il volto, e dopo questa sfuriata il ragazzo cadde in ginocchio, piangendo.
Saïx si precipitò a consolarlo.
-Ehi, ehi, su, ora vieni. Sei stato addormentato per un anno e nel frattempo sei cresciuto. Faremo meglio a trovarti un vestito della misura giusta- lo aiutò ad alzarsi, e Sora si accorse che i vestiti che indossava gli andavano decisamente piccoli. Si asciugò le lacrime con le mani e si alzò, spingendo via Saïx con decisione, sul viso, ancora rigato dalle lacrime, una rabbia come nessuno ne avrebbe mai vista altra eguale.
-Vi aiuterò. Sarò uno di voi. Ma ad una condizione- un Keyblade nero, contorto e complicato, comparve nella sua mano, ed uno bianco con l'impugnatura ad ala di pipistrello comparve nell'altra; solo un gelo inusitato traspariva ora dal volto una volta allegro e sorridente -Quando troviamo Riku e il Re... loro sono miei-

Saïx lo accompagnò in una stanza di quello che Sora si rese conto essere un castello, in un piano più alto, e gli porse uno di quegli strani vestiti neri con la cerniera che indossavano tutti.
-Ecco, mettiti questo- disse -Sono sicuro che starai comodo-
Sora lo indossò e trovò che gli stava ottimamente. Quando alzò lo sguardo alle specchio si accorse di non essere come ricordava: l'iride destra era diventata viola, e i capelli, più lunghi di ben dieci centimetri, e forse di più, restavano alti, in maniera inquietante, ed erano percorsi a tratti da singoli capelli color pece.
-Che..mi è successo?- chiese il ragazzo, sfiorando con le dita guantate il riflesso che non gli sembrava il suo
-Quando si diventa dei Nessuno si verifica qualche piccolo cambiamento nell'aspetto... E' la mancanza del cuore-
-Questo...non sono io...- un lampo, un istante, gli balenò in mente un ragazza bionda che somigliava a Kairi, e un alto uomo incappucciato che lo chiamava per nome, poi il grido, in apparenza della voce del Re <Non andare!>
-Raagh!- urlò, frantumando lo specchio con un pugno -Non parlate nella mia testa!-
-Calma, Sora, è normale... Quando sei un Nessuno rivivi casualmente le tue esperienze passate, non essendoci più il cuore a controllare il flusso dei sentimenti. Pian piano passa-
Sora smise di tormentarsi le tempie con le mani, ma tacque. Poi alzò lo sguardo al soffitto, e lacrime presero a scorrere sul suo volto.
-Io non avrei mai creduto che loro...mi avrebbero fatto una cosa del genere-
-Nessuno di noi avrebbe mai creduto che quelli che lo hanno tradito potessero farlo. Ma conserva con cura questi tuoi sentimenti, non farli spegnere. Così potrai conservare il ricordo del tuo cuore fino a quando non lo riavrai. Ora vieni, ti spiegherò alcune cose- indicò a Sora una sedia dalla forma strana -Vedi, noi abbiamo il potere di comandare sia gli Heartless che i Nessuno minori-
-Esistono Nessuno "minori"? Cosa sono?-
-I Nessuno sono intelligenti quanto i normali Heartless. Ogni cuore rubato genera un Nessuno, oltre all'Heartless, ma solo le persone dal cuore forte creano Nessuno senzienti, e questi sono in grado di comandare quelli non-senzienti-
-Interessante...-
-Ora, caso vuole che a tirare i fili contro di noi ci siano proprio Re Topolino e Riku, che ti hanno abbandonato per il "bene della loro missione"- disse le ultime parole con disprezzo -Riku può brandire il Keyblade e vogliono usarlo per sterminare gli Heartless distruggendo Kingdom Hearts-
-Ma non si può distruggere Kingdom Hearts!- obbiettò vivacemente il ragazzo -L'Universo collasserebbe!-
-Non il Kingdom Hearts che tu hai visto... Ma quello- indicò la luna dalla forma in parte di cuore che splendeva in cielo -il nostro Kingdom Hearts. Noi raccogliamo i cuori che gli Heartless rilasciano quando muoiono per costruire il nostro Kingdom Hearts, per riavere i nostri cuori-
Sora scagliò un pugno contro il muro -Quel Kingdom Hearts serve anche a me. Non permetterò che lo distruggano!-
-Così si parla- sorrise Saïx a Sora, che lo ricambiò con uno sguardo ed un sorriso che gelarono il sangue perfino al potente e vissuto Nessuno.
-Hai detto che possiamo comandare sia gli Heartless che i Nessuno? Interessante...- la risata di Sora echeggiò nel castello, facendo rabbrividire anche i vetri con la sua nota stridula di follia.

No, non poteva essere. Non poteva essere arrivato troppo tardi.
L'uomo alto e incappucciato allungò una mano verso il vuoto, poi strinse il pugno e tirò indietro il cappuccio, per rivelare i capelli color argento e gli occhi di fiamma di Ansem. Dalle sue spalle emerse una figura ammantata di rosso, con il volto coperto da bende del medesimo colore.
-Non abbiamo fatto in tempo... Topolino!-
Dall'oscurità emerse la figura incappucciata del Re, mentre Ansem, che non se ne era accorto, lasciava che le lacrime gli bagnassero il volto. Vederlo piangere era uno spettacolo quasi grottesco.
-Perché...?-
-Ricordati, Riku...-
-Ri..ku...-
Ad un tratto l'immagine di Ansem si offuscò, per lasciare spazio al corpo snello di un ragazzo dai capelli argentei e gli occhi bendati, avvolto in quella cappa nera con la cerniera.
-Io sono...Riku-
Si volse dietro di lui, e DiZ, l'uomo con il viso fasciato, ebbe la sgradevole sensazione che lo fissasse negli occhi nonostante la benda.
-Dov'è Sora?- fu la prima cosa che chiese, il viso corrucciato e la voce dura come marmo.
-Quelli dell'Organizzazione lo hanno portato via... Devi aiutarlo- disse Topolino emergendo dalle ombre e abbassando il cappuccio -Devi brandire il Keyblade e salvarlo-
Riku tirò un pugno all'aria -Ha! Il Keyblade! Lo sapete anche voi che non mi vuole come prescelto!-
-La cosa temo stia per cambiare- fu la tragica risposta
In mano a Riku comparve un Keyblade dalla forma di ala piumata, dall'impugnatura dorata e la lama candida.
-Che...significa?!- l'ansia invadeva la voce e l'anima del ragazzo come l'inchiostro nell'acqua -Che è successo a Sora?! Rispondetemi!- l'espressione carica di accusa si spostò da DiZ al Re -Ditemelo!- urlò, al colmo della disperazione.
Topolino attese diversi secondi per rispondere, sentendo gravare addosso il peso dello sguardo e dell'ansia di Riku.
-Lo abbiamo perso... Non riusciamo più a trovarlo-
-Cosa?- Riku cadde in ginocchio -Non può essere...-
-Bada, non è affatto detto che sia morto. Ci sono punti di questo universo in cui la Luce ancora non può giungere...-
Riku parve fissare il Keyblade attraverso la benda -Lo troverò... Dovesse essere l'ultima cosa che faccio!- si alzò e strinse il Keyblade più saldamente, poi con la mano libera si liberò dei vestiti neri per rivelare un paio di pantaloni blu larghi e comodi e una maglia nera con sopra una giacca senza maniche bianca e gialla. Sul polso sinistro un polsiera bianca, il Keyblade bianco e dorato stretto saldamente nella destra. Solo la benda ormai rimaneva -Per Sora, questi occhi vedranno di nuovo la luce!- la mano sinistra strappò la benda dal viso, i selvatici capelli argentei ricaddero, molto più lunghi dell'ultima volta, sulle spalle e sul viso, gli occhi color verde acqua brillarono di viva determinazione. Tirò un fendente all'aria che sapeva di chiuso -Giuro sulla mia vita che ti ritroverò, Sora! E ti salverò come tu hai salvato me... Dovessi essere io a cadere al tuo posto-

La figura incappucciata emerse dal portale nero apertosi sopra il tetto di una delle case nella piazza di Crepuscopoli.
-Avanti, che aspettate ad uscire? Sono qui che vi aspetto...- la bocca, l'unico particolare ad emergere dalle tenebre del cappuccio, si contrasse in una perversa e lasciva smorfia di disappunto.
Tre figure uscirono dalla crepa nella parete che portava al bosco e poi alla villa: un uomo vestito di rosso col viso fasciato, una bassa figura incappucciata con un Keyblade Catena Regale in mano, e un ragazzo alto e muscoloso con dei brillanti capelli argentei, un Keyblade candido e dorato in mano.
Le labbra lasciarono spazio al digrignare dei denti -Siete miei!- sibilò -Venite a me, Nessuno, e attaccate!- immediatamente una schiera di Nessuno si materializzò nella piazza in basso, lanciandosi contro gli ignari.

Riku ancora non capiva... Come poteva avere il Keyblade? E poi, quel Keyblade? Sembrava uscito da un affresco religioso. Qualche divino giustiziere armato di santo zelo e dall'aspetto angelico avrebbe potuto brandirlo... non certo lui.
-Riku, non fare quella faccia -disse DiZ -Non hai fatto niente di male, hai sempre e solo cercato di aiutare Sora. E sai che ti ha perdonato per i tuoi errori. Adesso hai l'occasione di meritarti davvero quel perdono-
Riku alzò lo sguardo mesto e abbozzò un sorriso -Sì!-
Un viscido frusciare li raggiunse, poi videro la schiera di Nessuno.
-Ma da dove diavolo sono sbucati?!- chiese il ragazzo; poi alzò lo sguardo verso i tetti e scorse la nera figura, che sorrideva perversa e beffarda -E' lì!-
-Vai!- gli intimò Re Topolino -Se non sconfiggiamo lui questi qui non finiranno mai! Vai e battiti! Noi li tratteremo!- ora finalmente capiva l'ansia di Sora, dover lasciare i compagni fedeli, avere tutto sulle proprie spalle. No, non era un peso umanamente sopportabile... Corse verso i tetti e con agili salti si arrampicò fino al luogo dove il Nessuno dell'Organizzazione si trovava, ma non vi era più nessuno.
"Ma dove...?" pensò
-Sono qui- disse una voce fredda come il ghiaccio e affilata come un coltello, prima che un dolore lancinante trafiggesse la schiena del ragazzo; il colpo lo fece volare contro il muro. Dopo poco, gemendo, si alzò e impugnò il Keyblade.
-Dannato! Dove avete messo Sora?-
Un lampo sembrò per un attimo attraversare gli occhi nascosti dell'altro, ma sparì subito.
-Oh, Sora... Bè, fossi in te preferirei non conoscere la risposta-
Riku si morse un labbro. Che fosse...? No, non poteva essere! -Dimmelo!- lanciò un Firaga sul Nessuno, ma la magia venne assorbita da una sorta di scudo.
-Stupido... Non puoi battermi-
Un Keyblade nero e uno bianco comparvero in mano all'avversario, che gli impugnò con sovrannaturale perizia. Si leccò le labbra mentre un ghigno bramoso gli si allargava in faccia.
-Vogliamo giocare?-
-Tu! Sei Roxas? Come può essere?-
-Risposta sbagliata!- gli si scagliò addosso con una forza sovrumana, facendolo sollevare da terra al primo colpo. Sfruttando la forza centrifuga del colpo, Riku fece una capriola e atterrò in ginocchio, per gettarsi, Keyblade sfoderato, contro il Nessuno. Il clangore era incessante e assordante, i colpi talmente rapidi che quasi se ne potevano vedere soltanto le scie.
-Sei divertente...ufuf- ridacchiò il Nessuno, mostrando i denti in un ghigno soddisfatto.
-Non sei male... Ma ridammi Sora o ti farò a pezzi!- lo scontro continuò per tutta la piazza, ma alla fine ecco l'occasione: un colpo doppio che lasciava la guardia scoperta ad un attacco fatto scivolare sulla lama... Così fece: parò il colpo, e poi, facendo scivolare il Keyblade lungo la lama avversaria, lo sbilancio e affondò allo stomaco, spedendolo dritto contro il muro dieci metri più indietro. Entrambi ansimavano sensibilmente, ma il Nessuno si mise a ridere di gusto.
-Non pensavo fossi così bravo... E dire che quello schifoso Animofago lo brandivi da fare pena-
-Tu come sai dell'Animofago?!-
-Oh, andiamo, fai finta di non capire per il senso di colpa?- parve distogliere lo sguardo per un attimo, ma dato che il volto era coperto dalle ombre del cappuccio Riku non ne fu certo -Oh, devo andare... Giocheremo un'altra volta. Ricordati- disse ridendo mentre si alzava da terra e un ovale oscuro si apriva dietro alle sue spalle -Sarò io a infilzare un Keyblade nelle viscere tue e del Re! E poi vi mangerò il cuore...- rise in una maniera che terrorizzò Riku -Alla prossima, Riku Megami- sparì prima che Riku potesse proferire parola, ma la sua voce echeggiò in un'ultima frase
-Il mio nome è Xoras. Ricordatelo, perché gli artigli dei miei Nessuno lo incideranno sul tuo cadavere-
Riku rimase impietrito. Come conosceva il suo cognome? Non poteva essere. No, non ci avrebbe creduto finché non lo avesse visto in viso. Xoras...

Xemnas entrò nella stanza delle riunioni e si sedette sull'altissimo trono. Gli altri erano tutti presenti. Il trono numero XIII era finalmente di nuovo occupato.
-Bene, signori, ora a ognuno di voi sarà affidata una missione in un diverso mondo- nome per nome assegnò una missione ad ognuno dei Nessuno presenti -Sora, tu..!- venne interrotto da un Keyblade che si conficcò nel trono e meno di un centimetro dalla sua orecchia destra. Alcuni capelli tagliati volarono via.
-Io sono Xoras, hai capito, scienziato pazzo? Chiamami ancora un volta Sora e quel tiro ti centrerà-
-S...Xoras, devi rispettare il Superiore- disse Saïx con un tono asciutto, chiaramente seccato
Sora rise -Misero leccapiedi... Prendi!- anche il Keyblade bianco si staccò delle mani di Sora e piombò verso la fronte di Saïx, fermandosi appena in tempo, dopo aver provocato un piccolissima ferita che fece gocciolare un filo rosso di sangue sul viso di Saïx. Il Nessuno era bianco come un lenzuolo, lo sguardo stravolto.
Xaldin applaudì. Luxord rise, Axel addirittura sghignazzò.
-Ah, sa come prenderti, Saïx!-
-Taci!- volse lo sguardo furente verso Sora -E tu! Tu sei solo un folle sanguinario!-
-Oh, parla quello che è soggetto alle fasi lunari!- rise -Assegnatemi la mia missione così me ne vado- incrociò le braccia sul petto e fissò Xemnas con uno sguardo che fece scendere un brivido lungo la schiena del Nessuno.
-Xoras, a te tocca La Fortezza Oscura-
Sora scoppiò a ridere -Sarà divertente frantumare quel piccolo paradiso di eroi delle fiabe...- nessuno vide che mentre spariva una lacrima gli cadeva lungo il viso.

Leon stava pattugliando il centro abitato della Fortezza Oscura come al solito, quando il rumore che accompagnava la comparsa degli Heartless, che ricordava fin troppo bene, lo fece voltare: di fronte a lui una figura incappucciata camminava lungo la pietra del muro, circondata da Heartless e Nessuno.
-Tu! Siete giunti anche qui, alla fine?- il Nessuno ghignò sotto il cappuccio -Non ti permetterò di passare!-
-Oh, povero illuso- il colpo di Leon raggiunse il cappuccio, facendolo ricadere all'indietro, ma la mano del Nessuno si chiuse sulla gola del ragazzo.
-S-sora?!- chiese Leon esterrefatto
-Bingo!- ghignò la grottesca figura con l'occhio viola e le ciocche corvine -Adesso muori più tranquillo?- con un rumore assolutamente orripilante il Keyblade nero si conficcò nello stomaco di Leon, schizzando Sora da capo a piedi. Il ragazzo leccò quel sangue che era arrivato sulle sue labbra, poi ridendo gettò Leon giù dalle mura.

Aerith percepì immediatamente che qualcosa non quadrava. Un'aria nefasta era scesa sulla fortezza. Poi il Nessuno piombò nella stanza del computer.
-Beccata!- rise, mandandole incontro dodici Nessuno con un semplice gesto
-Ma tu sei Sora!-
-Ti sembro Sora? Allora morirai vedendo il viso di Sora!- i Keyblade si mossero ad una velocità sovrumana, da soli, riempiendo Aerith di tagli e strappandole urla di dolore. I vestiti strappati finirono per coprirla a malapena, mentre il sangue era schizzato per la stanza.
Sora rise -Mi chiamo Xoras, Aerith Gainsborough. Ricordati il nome del tuo carnefice- le aprì un profondo taglio su entrambi i polsi -Morirai dissanguata in pochi minuti-

La Fortezza Oscura... Quanto tempo era che non vedeva quel luogo! L'aria ora era pulita e fresca... Ma poi sentì quel rumore orribile, come di carne maciullata.
Corse verso il luogo da cui proveniva e trovò una pozza di sangue fresco. Tutto sembrava avere quell'odore orrendo. Poi sentì una voce chiedere:
-C'è...nessuno..?-
-Leon!-
-Ri...Riku...- il ragazzo era aggrappato al proprio Gunblade, conficcato nel muraglione esterno della fortezza, sospeso su decine di metri di baratro, coperto del proprio sangue. Riku li tirò su e notò l'enorme squarcio che qualcuno aveva aperto nel suo stomaco. Quel bagno di sangue... Non resistette e, davanti e due stupefatti Re Topolino e DiZ, si chinò in un angolo a rimettere quel poco cibo che aveva nello stomaco. Dopodiché, pallido come un morto, si apprestò a curare Leon.
-Energiga!-
La ferita ebbe un subitaneo miglioramento e prese e rigenerarsi pian piano. Ora Leon poteva parlare.
-Riku... E' stato il Nessuno di Sora. Ha detto di chiamarsi Xoras e gli somiglia come una goccia d'acqua-
-Sora allora è...stato preso dagli Heartless- Riku cadde in ginocchio e prese a battere i pugni a terra fino a scorticarsi le mani. Ma poi le grida di Aerith attirarono la loro attenzione. Leon era ormai guarito.
-Dannazione! Ha attaccato la stanza del computer! Sbrighiamoci!-
Persino Leon ebbe un mancamento di fronte alla scena che si aprì davanti ai loro occhi: il computer sventrato fino all'ultimo cavo e distrutto fin nel minimo chip, ridotto a metallo accartocciato, e vicini ad esso Aerith, che si trascinava a terra mentre rivoli si sangue le scendevano dai polsi tagliati in profondità. Piccoli schizzi di sangue erano ovunque nella stanza, e perfino la ragazza era tutta coperta di schizzi rossi.
-A..iuto...-
Riku sbiancò. Il Nessuno di Sora poteva commettere queste atrocità? Era davvero un mostro...
-Energiga!- invocò, e anche Aerith prese a riprendersi. Una volta che fu guarita, con lo sguardo calmo di sempre, anche se con l'aria febbricitante, disse:
-Xoras... E' il Nessuno di Sora ed è un folle... Ancora non capisco cosa voglia ma di certo mira a qualcosa...-
-O qualcuno- completò Riku -Vuole me, anche se non so perché-
Un Simile entrò nella stanzetta devastata, e dalla sua bocca, o meglio quello che la rimpiazzava, sgorgarono le seguenti parole:
-Ti aspetto, Riku... Voglio il tuo cuore. Prendimi, se ci riesci. Sei sicuro che riuscirai a salvare tutti?- una risata raggelante seguì, poi il Simile si dissolse.
-Dannato!- esclamò Riku digrignando i denti e stringendo i pugni -Ti troverò e ti annienterò, bastardo! E dopo mi riprenderò Sora!-
Riku uscì di corsa dalla stanza per precipitarsi verso il vero castello. Nel cortile sul retro regnava un gran silenzio.
-Lo so che sei qui-
-Vuoi fare l'eroe? Sei un idiota- dalle tenebre emerse Xoras, che davvero sarebbe stato identico a Sora, se non fosse stato per l'iride viola e le ciocche di capelli corvini.
-Dov'è Sora? Rispondi! Che ne avete fatto?-
-Ma come, me lo chiedi proprio tu? Tu, che insieme al Re hai lasciato Sora in mano agli Heartless, permettendomi di nascere?-
-Io...cosa?! Non ho mai fatto niente di simile! Sono mesi che non vedo Sora!-
-Certo... Sai? Io odio i bugiardi!- l'espressione sul viso del Nessuno si fece furibonda e il vento sibilante tagliò la pelle del viso di Riku. In un attimo il Nessuno fu accanto al ragazzo, e leccò via il sangue da una delle ferite sul suo viso. Riku si scansò, disgustato.
-Hai un buon sapore- disse l'altro finendo di leccarsi le labbra -Ne voglio ancora-
Riku stava per impugnare il Keyblade quando si accorse di non potersi muovere. L'aria lo schiacciava e gli impediva di muoversi. I mulinelli di vento che lo immobilizzavano lo misero spalle alla parete, mentre i rivoletti di sangue gli scendevano lungo il viso. Il Nessuno si avvicinò di nuovo a leccarli. Riku si divincolò e gli sputò in faccia.
-Sei un maledetto sadico! Smettila di fare il vigliacco e battiti da uomo!-
-Oh, ma io voglio vederti umiliato, non sconfitto. Voglio vederti soffrire e sanguinare finché non avrai più lacrime da piangere, né voce per urlare nè sangue da versare. Fino a quando mi implorerai di farti diventare un Nessuno per farti smettere di soffrire-
Riku digrignò i denti -Puoi scordartelo, bastardo! Ti spedirò all'inferno e mi riprenderò Sora!-
L'espressione dell'altro si colorò di folle irritazione -Ancora con questo Sora?- gli tirà uno schiaffo -Tu hai abbandonato Sora in pasto agli Heartless! Per quale motivo ora desideri tanto salvarlo? Non ripulirai così la tua coscienza di traditore!-
-Ti ho detto che non l'ho mai fatto- la fierezza negli occhi di Riku colpì il Nessuno come una fucilata, facendolo indietreggiare. Ma di nuovo questi cambiò umore all'improvviso, e un sorriso sornione gli si dipinse in viso -Oh, cosa direbbe il tuo caro Sora- chiese, mentre afferrava Riku per i capelli e gli tirava indietro il viso -Se ora ti facessi fare a pezzi lentamente dai miei Nessuno, dopo aver violato ogni minimo punto del tuo corpo? Senza lasciarti più niente tranne un ego traumatizzato e piagnucoloso?- rise -Sai che sono capace di farlo...- il Nessuno chinò il proprio viso su quello di Riku e letteralmente gli infilò la lingua in bocca, mordendogli labbra e lingua con forza. Il ragazzo tentò di divincolarsi, gli occhi sgranati per dolore e terrore. Quando Xoras lo lasciò, il ragazzo aveva labbra e lingua tumefatte, e sangue gli colava dalla bocca. Ne sputò un po' a terra.
-Schifoso bastardo...- bisbigliò
-Bleah... Non è divertente farlo con un maschio...- il Nessuno si pulì la bocca con la manica -Anche se la tua faccia era da fotografare...- rise -Ti lascio con i miei Nessuno, buon divertimento- si sedette sul muretto della scalinata e si lasciò cadere oltre, sparendo. Nel frattempo dalla base della rampa cominciarono lentamente a salire un paio di decine di Nessuno, tra i quali vi erano sì normali Nessuno, ma anche altri pieni di lame al posto degli arti. Salivano lentamente, e Riku non sapeva cosa fare. Tentò invano di liberarsi, la sua forza non bastava, e in quella posizione non poteva usare il Keyblade. Dannazione! Non osava pensare a che fine avrebbe fatto se non si fosse liberato. Doveva riuscirci. Poi tentò di gridare, ma si accorse troppo tardi del Nessuno più vicino a lui, che gli tappò la bocca con il suo viscido arto. Sentì il sapore dei Nessuno in bocca, e per poco non rigettò nuovamente. E poi sentì quei viscidi tentacoli, quelle sinuose linee, sfiorarlo dovunque, e ad ogni tocco un taglio dolorisissimo aprirsi nella pelle. I vestiti vennero fatti a brandelli, e non un solo centimetro di pelle, almeno questa era la sua sensazione, fu risparmiato da quel viscidume. Non appena la bocca fu libera da quella specie di materia liquida, urlò, mentre lacrime di dolore e umiliazione gli scendevano lungo le guance. Perché umiliazione? Urlò chiedendo aiuto e implorando che la smettessero.

L'urlo risuonò per tutta la Fortezza, e le sue parole e la voce erano così sconvolgenti che scossero l'intera fortezza. Nessuno escluso, tutti si precipitarono nel luogo da dove proveniva, e vi trovarono un'enorme massa di aggrovigliati Nessuno, ai cui piedi rivoletti di sangue scorrevano negli intervalli fra le pietre.
-Hanno attaccato qualcuno! Presto, disperdiamoli- Topolino con il suo Keyblade scacciò i Nessuno, ma il corpo coperto di tagli che portarono alla luce per un attimo non fu loro familiare. Troppa sofferenza era celata in quelle spalle abbassate, troppa umiliazione nella posizione accucciata atta a tenere insieme quei pochi brandelli di abito che ancora resistevano.
-Ri...Riku?!- Aerith si precipitò al suo capezzale, ma quando lo sfiorò il ragazzo si ritrasse, tremando
-Toccano...dappertutto... feriscono e tagliano..non voglio che...mi tocchino-
-In nome di Hyne!- esclamò Leon -Che gli hanno fatto?-
-Mi dispiace, Riku- disse Aerith prima di assestargli un'energica manata dietro al collo facendolo svenire -Presto, è in stato di shock, portiamolo dentro-

Riku si svegliò su un letto morbido e pulito, la pelle liscia e pulita sembrava non essere mai stata toccata. Ma quei tentacoli ancora gli correvano addosso, quella cose viscide ancora erano nella sua bocca, sul suo viso...
-Ti sei svegliato-
-Aerith...-
-Come ti senti?-
-Come se avessi preso la scossa da una medusa...- fece un sorriso mesto -Mi corrono ancora addosso-
-Passerà presto, vedrai-
-In un certo senso adesso comprendo le vittime di violenze- rise triste -mi sento ancora il sangue addosso...-
Aerith lo abbracciò -Aura- chiamò. Riku si sentì improvvisamente rasserenato, i tentacoli smisero di percorrergli la pelle.
-Sto..molto meglio! Come hai fatto?-
Aerith sorrise candida -E' un incantesimo che rasserena lo spirito e ne accelera la guarigione, è un po' un Energiga psicologico.
-Grazie...- si accorse di essere mezzo nudo -Ehm, posso avere qualche cosa da mettere?-
-Ma certo! Ho ricucito i tuoi vestiti- sorrise lei, mettendoglieli in mano -Vestiti con calma, io esco-
Non appena fu fuori, Riku volse lo sguardo alla finestra e si accorse di uno specchio. Nello specchio apparve, a malapena un'ombra, la sagoma di Sora.
-So..Sora!- Riku si alzò precipitosamente dal letto per andare a parlare con il riflesso, ma questo tacque. Vide il volto dell'amico trasformarsi in quello del folle Nessuno che tanto ce l'aveva con lui. Tremò alla sola idea che lo specchio gli suggeriva. Non poteva credere ai suoi occhi. Allora... ecco perché conosceva il suo cognome. Ed ecco perché parlava di tradimento.
-Oh, Sora... Non ti lascerò cadere nel buio! Dovessi rimetterci la pelle ti porterò fuori con me!-
DiZ si allontanò silenziosamente dalla porta socchiusa della stanza di Riku. Non si aspettava che avrebbe reagito così bene alla verità.

Una volta vestito, Riku si era disteso sul letto. Ed era così che lo trovò Leon quando lo venne a chiamare.
-Ehi, come stai?- gli chiese il burbero guerriero
-Io bene. Vedo che ti hanno ricucito- gli rispose Riku mettendosi seduto
-Già. Cid mi ha mandato a dirti che Topolino e DiZ hanno trovato la base dell'Organizzazione. Dicono che devi andare subito da loro-
-Volo!- e diceva sul serio, perché davvero aveva le ali ai piedi
Quando entrò nella stanza Topolino e DiZ lo aspettavano davanti al computer di Cid.
-Ben svegliato, Riku. Come ti senti?-
-Bene, considerate le vicissitudini. Allora, che avete scoperto?! Non tenetemi sulle spine!-
-Calma, calma. Prima ci sono alcune cose che devi sapere- disse DiZ, lentamente sciogliendo le bende che gli avvolgevano il volto -Io sono Ansem-
-Cosa?! Ma Ansem è diventato un Heartless e adesso un Nessuno!-
-No, quello non sono io. Quelli che tu e Sora avete visto sono il Nessuno e l'Heartless di Xenahort, il mio assistente, che, nonostante i miei ripetuti divieti, proseguì nelle sperimentazioni sull'ombra del cuore umano, finendo per trascinare anche sé stesso e i suoi assistenti di laboratorio nel baratro-
-Ma...e il diario?-
-Quello è un falso. Il mio vero diario è andato perso molto tempo fa. Io solo sono il vero Ansem Il Saggio, e i miei esperimenti si sono fermati molto tempo prima che Xenahort disobbedisse ai miei ordini. Lui e i miei altri cinque assistenti divennero i primi Nessuno dell'Organizzazione XIII. Ma ora veniamo a noi- Riku sedeva semi-sconvolto sulla poltrona di fronte - L'Organizzazione ha preso Sora, e mi pare ormai chiaro che lo sta manovrando come un burattino. Evidentemente in qualche modo stanno possedendo la sua mente...- venne interrotto da Riku, che rideva in maniera disperata
-No, non lo stanno manovrando. Lo hanno fatto impazzire- lacrime gli scesero lungo il volto
-Come?!-
-Voi non eravate lì!- urlò -Non avete visto i lineamenti distorti dall'odio, il sangue sui suoi vestiti! Non avete visto i suoi occhi! Era folle...di odio per me- il ragazzo piangeva
-Ma com'è possibile?!-
-Non so come, ma gli hanno fatto credere che io e il Re lo abbiamo abbandonato in pasto agli Heartless... ora non ha più il cuore- no, non riusciva nemmeno a concepirlo -Gliel'hanno mangiato! Schifosi bastardi- si mise a piangere a dirotto -Giuro che ve la restituirò con gli interessi!-
Anche Topolino era molto turbato.
-Cosa pensi di fare?- fu la laconica domanda
-Che domande- rispose Riku asciugandosi le lacrime -lo vado a prendere-

Quando posò lo sguardo su quella enorme città piena di insegne, per un attimo Riku si domandò se fosse davvero quello il luogo. Poi però, quando vide il castello sullo sfondo, non ebbe più dubbi: quella torre portava il simbolo dei Nessuno. Ma subito si accorse di non essere solo.
-Non pensavo saresti arrivato fin qui, Riku- rise la voce nel buio -Sei solo uno stupido!- un Keyblade piombò alle spalle di Riku, scagliato dalle fitte ombre; il ragazzo lo parò con riflessi fulminei e lo rispedì indietro
-Sono venuto a prenderti, anche contro la tua volontà- il combattimento si accese quando il Firaga di Riku raggiunse le tenebre che ammantavano l'angolo alle sue spalle e rese evidente la presenza del Nessuno -Sora!-
-Non chiamarmi con quel nome!-
Il clangore delle armi ricordava i rintocchi di una campana a morto, mentre i due ragazzi si muovevano talmente rapidi che sembravano spettri nella notte squarciata dalla pioggia, ad ogni movimento disperdendo gocce nel buio.
Per molto non vi fu altro che il rumore dei Keyblade che si scontravano, ma poi i due si diedero tregua, ansimando entrambi
-Arrenditi, Sora-
-Non finché non ti avrò ucciso!-
-Lo sai anche tu che non sono stato io-
-Bugiardo!-
-Che prove hai? Non te ne ricordi nemmeno!-
-Io...l'ho sentito-
-Con cosa? Non hai più il cuore, e ci si può fidare di esso soltanto-
-Taci!- il Keyblade fu scagliato verso Riku, cui le lacrime percorrevano il viso, invisibili tra le linee d'acqua che lo coprivano. I suoi occhi sembravano conoscere ciò che sarebbe accaduto, così come sapevano come sarebbe dovuta finire. Il ragazzo non schivò l'arma, che andò a conficcarglisi dritta nel cuore.
Dall'altra parte, Sora sgranò gli occhi, finalmente di nuovo lucidi.
-Riku!-
Il ragazzo giaceva a terra, sanguinante, un rivoletto rosso che scendeva dalla bocca; la chiave era tornata in mano a Sora.
-Riku, rispondimi!- urlò ancora il ragazzo, abbracciando l'amico a terra
-Ci sono...riuscito- bisbigliò Riku; Sora lo guardò sconvolto e perplesso -Sono riuscito a farti...rinsavire. Sapevo che non ci sarei riuscito altrimenti...-
-No, non c'era bisogno di questo!-
-Di cosa stai parlando?- Riku emerse dall'ombra alle spalle di Sora, che si ritrovò da solo nella piazza illuminata dal neon. "Era...solo un sogno?" pensò disperato. Non capiva più se quello che vedeva era reale o no. Non capiva più a cosa credere. Riku lesse lo smarrimento nei suoi occhi, ma poi vide, il cadavere sanguinante che Sora stringeva e, quando fissò Sora negli occhi, non vide che buchi neri, e sentì la sua risata folle ed orrenda echeggiare per il Mondo che Non Esiste, mentre gli balzava al collo e lo strangolava con forza inumana.
Riku si svegliò urlando.
"Non ci siamo" pensò "Non posso essere tanto terrorizzato da lui"; ancora il cuore gli batteva forte in petto. Ma come mai aveva fatto quel sogno? Era così orrendo...
-Morirai, Riku Megami, per mano mia. Questo era solo un assaggio, per turbarti un po' prima della grande battaglia...- la voce di Xoras echeggiò nella stanza. Riku si guardò intorno ma non vide nulla.
-Voltati- rise il folle Nessuno: Xoras era seduto sul suo cuscino, le gambe accavallate e il volto scoperto; fissava il soffitto con aria spensierata.
-Ti è piaciuto il mio regalo?- gli sorrise truce
-Meraviglioso- rispose Riku, gelido come un frigorifero
-Sono felice che ti sia piaciuto- con un guizzo strinse la gola di Riku nella mano destra -Sai, io non dovrei essere qui. Non ho il permesso di immischiarmi con te. Ma volevo parlarti di nuovo, mi diverti sempre- rise -Vederti svegliare di soprassalto madido di sudore è stato bellissimo. E poi è stato così commovente vederti credere davvero che Sora fosse ancora vivo!-
Riku tacque, digrignando i denti nel tentativo di non ansimare.
-Oh, andiamo, non fare quella faccia. Devi essere parecchio a corto di aria. Su, ansima, come un cane!-
Riku non poté resistere oltre -Così mi piaci!- lo gettò lontano sul letto, per poi alzarsi in piedi e raggiungerlo, chinandosi per guardarlo negli occhi: il ragazzo, mezzo nudo, si massaggiava la gola, sulla quale cominciavano a comparire dei consistenti lividi. Xoras lo inchiodò la letto puntandogli una mano sullo stomaco, poi con l'indice dell'altra gli sfiorò delicatamente una spalla. Immediatamente nella mente di Riku ricomparvero gli invasivi Nessuno che lui gli aveva inviato contro, con tutte quelle orrende sensazioni al seguito...
-Lasciami! Non mi toccare!- si scansò di scatto, per raccogliersi un po' più in là, non riuscendo tuttavia a liberarsi della mano sullo stomaco. Era pallido in viso e lo sguardo era decisamente impaurito, anche se Riku stesso non se ne rendeva conto.
-Oh, guardalo, il mio coniglietto spaventato- Xoras gli accarezzò il viso con l'indice, per poi scendere lungo la linea dello sterno fino alla vita dei pantaloni. Il viso di Riku si contrasse, il ragazzo divenne ancor più pallido.
-Lasciami!- urlò, quasi con voce stridula, sbalzando via la mano di Xoras, e strisciando sulle coperte per raggomitolarsi, tremante, fuori dalla portata della mani guantate del Nessuno.
Xoras rise: -Credevi che quella sciocca ti avesse guarito, non è vero? Nessuno potrà mai guarirti, e nessuno potrà mai più toccarti- Riku lo fissò con uno sguardo stupefatto, Xoras replicò, con un sorriso -Non potrai mai più essere nemmeno sfiorato da chicchessia, da ora in avanti, senza reagire come ora. Come ti senti, adesso, orgoglioso paladino del bene?-
Riku non riusciva a fermare il tremito e il ribrezzo, i conati gli salivano in gola con la forza di un fiume in piena. Si sentiva sporco e violato, nella sua stessa essenza. Si sentiva quel viscidume addosso...
-Schifoso... sadico...- bisbigliò, la voce stridula e tremante
Xoras rise di nuovo. Ormai quella risata sembrava trapanargli il cervello.
-Ti presento qualcuno- dalle ombre sorse una figura familiare, dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri, vestita di un elegante completo nero di bustino e minigonna.
-K..kairi?!-
-Hai buona memoria-
-Che..che cosa stai facendo? Perché mi fai vedere questo?-
-Vi lascio soli- Xoras sparì, e l'espressione che si dipinse sul viso prima sereno e dolce di Kairi fece sgranare gli occhi a Riku.
-Non era questo, alla fine?- chiese con voce suadente, slacciando il bustino e mostrando la scollatura -Non era questo che volevi?- prese ad avanzare sul letto come un gatto, muovendo le membra in maniera felina; quello che distorceva il suo volto era qualcosa di simile alla lussuria.
-Non...avvicinarti- fece Riku, terrorizzato alla sola idea che quella cosa lo toccasse
L'Heartless lo raggiunse e le mani di Kairi gli sfiorarono il viso, tappandogli la bocca in un profondo quanto violento bacio. Lui cercò di mordere la ragazza ma questa non reagì. Anzi, con una forza disumana gli incrociò i polsi e lo tenne immobile sotto il suo peso. A Riku sembrava di impazzire. No, non era questo che voleva! Non lo aveva mai voluto! Con un guizzo del piede fece in modo di urtare l'angolo del comodino, facendo cadere in terra ciò che vi era sopra, e il rumore echeggiò lontano. Mentre le mani della falsa Kairi gli correvano addosso, Riku piangeva: non aveva mai provato una sensazione così orribile, non si era mai sentito così umiliato... Ma quando la ragazza, con suo sommo orrore, era sul punto di slacciargli i pantaloni, ecco che nella stanza irruppero Leon, Aerith, Ansem e Topolino, che scacciarono l'Heartless con l'aspetto di Kairi e soccorsero Riku. Ma quando cercarono di svegliarlo, si accorsero che, probabilmente già da parecchio, il suo corpo giaceva abbandonato sul letto, con gli occhi sgranati e innaturalmente immobile, in viso un'espressione di puro terrore.

-Dove mi trovo?- chiese Riku a quello strano buio che lo avvolgeva
-Dovresti saperlo- gli disse una voce che gli suonava familiare
-Chi sei? Sai dove sono?-
-Dovresti sapere anche questo -
Riku si alzò, e improvvisamente si ritrovò in piedi su delle vetrate enormi, istoriate magnificamente con disegni che ritraevano... le sette principesse del cuore.
-Benvenuto nel tuffo nel Cuore, Riku-
-Il tuffo nel Cuore?-
-Lo stesso luogo in cui Sora scoprì il suo destino, il profondo del cuore di ognuno di noi-
-Che cosa ci faccio qui?-
-Non lo ricordi? In seguito all'operato di Xoras sei caduto in coma-
Ora ricordava... la falsa Kairi e quelle sensazioni terribili...
-Sì, ricordo...- disse malinconico, passandosi le mani addosso come per lavarsi di quel tocco
-Questo è il luogo dove si intessono i grandi destini. Cosa desideri, Riku?- comparve un Keyblade nero come la pece, dalla forma complessa e contorta -Sconfiggere i tuoi nemici?- accanto al primo comparve il Keyblade che aveva ricevuto da Topolino, con l'impugnatura dorata e le ali candide -Proteggere chi ami?- comparve un terzo Keyblade, blu come la notte e con una sottile spirale che gli correva intorno -Oppure scoprire la verità? Scegli e imbocca la tua strada. Solo così otterrai la forza per sottrarti al tuo nemico. Più a lungo resterai qui e maggiore sarà il rischio che, in assenza della tua anima, il tuo cuore venga divorato dall'oscurità che Xoras ti ha lasciato dentro con la sua maledizione. Rifletti attentamente-
Non c'era bisogno di riflettere -Voglio tutte e tre-
-E cosa ti fa pensare che ciò sia possibile?-
-Perché nessuna di queste tre cose è scindibile dalle altre-
-Hai scelto bene. Hai provato di essere il prescelto del Keyblade-
-Io?-
-Sì, solo tu ora puoi esserne il Custode, e salvare chi prima di te lo ha brandito con fede e buon cuore- i tre Keyblade scomparvero per lasciare posto ad un altro, che era il connubio perfetto dei tre: l'impugnatura dorata coronata di ali, simile a quella degli antichi stocchi, proteggeva perfettamente la mano, la lama blu contornata da una spirale dalle curve dolci collegava con somma grazia l'impugnatura alla punta, dalle complesse forme gotiche e dai denti a forma di artiglio. Il tutto si congiungeva in sfumature di una bellezza quasi commovente, dove l'oro stemperava nel blu dorato per arrivare a quel color notte, e dove la notte veniva inghiottita dal nero delle tenebre senza luce.
-Impugnalo con coraggio, carità e saggezza, Custode, poiché altrimenti non potrai realizzare nulla di ciò che ti prefiggi. E ricordati... E' avendo sentimenti che si sconfigge non ne ha-

Riku si svegliò di soprassalto sul lettino di un laboratorio, vicino ad un enorme computer. Era solo. Ma non appena ebbe appoggiato un piede per terra, un forte dolore al petto lo aggredì.
-Dann...- quel rumore viscido, e poi l'oscurità cominciò a fuoriuscire come da un foro, dal luogo dove avrebbe dovuto trovarsi il suo cuore.
"No!" pensò Riku, tenace "Non deve succedere, non posso permettere che succeda!" una sorta di cerchio nero dall'eterea sostanza dal comportamento viscoso si allargava sotto i suoi piedi, pronto ad inghiottirlo. Il ragazzo cadde in ginocchio, piegato il due in quella strenua lotta.
"Ricordati, è avendo sentimenti che si sconfigge chi non ne ha" gli tornò alla mente quella voce. Che fosse stato solo un sogno?
-Non ce la...faccio...-
-Forza, lasciati inghiottire dalle tue ossessioni!- incitò la voce di Xoras
-Non mi avrai, mostro!- strinse più forte la mano sul cuore, ma davvero la pressione di faceva insopportabile
-Lasciati andare! Fatti inghiottire dall'Oscurità!-
"Non...non riesco a resistere..."
Improvvisamente, quasi trascinato, Riku si eresse con un guizzo, oscurità che emanava dagli occhi e dalla bocca spalancati, in un'espressione di assoluta vacuità, quasi cadaverica. In quel mentre Ansem entrò nella stanza, e delle mani nere afferrarono Riku e lo trascinarono dentro quell'orrenda e viscida melma, verso mete sconosciute. L'ultima cosa che sentì fu la voce dell'uomo urlare "Riku!", il volto contratto dallo sbigottimento e dalla disperazione.

Riku si svegliò in mezzo ad una piazza nera, illuminata da innumerevoli insegne al neon, supino sotto la pioggia, bagnato fradicio. Si alzò e immediatamente riconobbe la città del suo sogno. Indosso portava di nuovo quella mantella nera con la cerniera, della quale si era liberato diversi giorni prima.
-Ma dove sono?-
-Nel Mondo che Non Esiste- rispose una voce cavernosa alle sue spalle, che non gli era familiare. Dalle ombre emerse quello che fino a poco tempo prima aveva creduto il Nessuno di Ansem.
-Xenahort!-
-Oh, che perspicace-
-Dov'è Xoras?-
-Te l'aveva già detto lui, non ha più il permesso di avere a che fare con te. Diventa troppo impulsivo quando ti incontra-
-Ma fammi il piacere! Semplicemente avete paura che ve lo porti via. Vi serve ancora il suo Keyblade, vero? Tu vuoi aprire quella cosa mostruosa con il suo Keyblade!- sputò in faccia al Nessuno, indicando la luna che splendava nonostante la pioggia.
-Oh, ma bravo. Ma ti sei scordato cosa è accaduto subito prima di trovarti qui?- Xenahort strinse il pugno, e il dolore al cuore lo trafisse come ghiaccio, l'oscurità che ne fuoriusciva -Xoras è riuscito a prenderti il cuore-
"No!" il panico lo invase "No! Non può essere!"
-Andiamo, arrenditi, hai perso- sorrise Xemnas
"No, no, no!" gli occhi spalancati, i denti digrignati, la mano stretta al petto, lo stomaco che bruciava: non poteva crederlo! Aveva sempre creduto di avere un cuore forte...
-No! Non è vero!- le lacrime gli scendevano sulle guance, gli occhi bruciavano.
Scorse Xoras nelle ombre dietro Xemnas -Allora era lì!- lo smarrimento lasciò il posto alla furia, e una gigantesca onda d'urto si scaglò contro i due Nessuno.
-Bene, vedo che i poteri si manifestano già- sorrise Xemnas, subito seguito da Xoras
"No, calmati Riku, devi pensare con lucidità. Non può essere accaduto davvero... E anche se fosse? Finché non ti dimenticherai il motivo per cui sei qui potrai continuare a brandire il Keyblade!"
-Mi dispiace per voi- sorrise trionfante Riku, mentre il Keyblade tricolore gli appariva in mano, dimostrandogli che non aveva soltanto sognato -Ma il vostro trucco non funziona. Anche se avessi perso il cuore non ho dimenticato la causa per la quale sto combattendo!- senza che nemmeno questi potesse muoversi, piombò su Xemnas e lo trafisse al petto con il Keyblade datogli dalla voce in sogno,e questi scomparve senza lasciare traccia. Per la prima volta un lampo di espressività attraversò il viso di Xoras, ma si limitò ad uno sprazzo di pacata sorpresa.
-Ma bravo, hai distrutto il capo. Ora cosa pensi si fare? Salvarmi, forse?- rise - Non puoi ormai, dopo che tu stesso mi hai tradito- per qualche minuto i due si affrontarono in un duello di sguardi, da un lato l'odio folle di Xoras, dall'altro la ferrea determinazione di Riku.
-Non vuoi mollare, vedo- sorrise il Nessuno -Bè, sembra proprio che dobbiamo scontrarci-
-Stavolta,però, c'è una sostanziale differenza!-
-E quale sarebbe?- rise divertito il Nessuno
-Stavolta ho la forza per batterti!- quel Keyblade speciale comparve nelle mani di Riku, e Xoras per un attimo parve sorprendersi, per poi impugnare i propri. Di nuovo un lungo duello si consumò senza esclusione di colpi, nella piazza, stavolta reale, del Mondo Che Non Esiste. Ma stavolta Xoras sembrava soccombere, lentamente ma inesorabilmente. Ad un tratto, con un colpo Riku lo scagliò via, e quello, disteso a terra, invece di alzarsi si mise a ridere.
-Sembra davvero che tu sia più forte dell'ultima volta!-
-Alzati, così ti batterò! E finalmente salverò Sora- urlò Riku, ormai furibondo con il folle Nessuno
Il Nessuno gli comparve dritto di fronte, a Keyblade sguainati -Grosso errore, ti costerà la vita- Riku sorrise,e una barriera luminosa sbalzò lontano il Nessuno
-Non puoi uccidermi-
Per la prima volta vera ira e reale smarrimento trovarono spazio sul volto di Xoras -Com'è possibile?-
-Se tu sei il Nessuno di Sora, dove può essere finito il suo cuore, sottratto dagli Heartless? Forse dalla persona che nemmeno fino all'ultimo momento ha creduto potesse tradirlo?-
-No..!- autentica disperazione e terrore cieco animavano il volto del Nessuno ora -Tu non puoi...avere il suo cuore.. il mio!-
-Nessun'altri che tu stesso può avermelo affidato...Sora-
-Non chiamarmi così! Io non sono Sora!-
-E' dunque arrivata la fine- Riku alzò il Keyblade al cielo, puntando verso l'innaturale luna -Kingdom Hearts! Apri per me le tue porte e disintegra questi cuori raccolti per un folle scopo!-
-Nooo!-
La luna si disintegrò in mille pezzi, per piovere in fiocchi di luce sui due ragazzi.
-E ora è il momento di ridarti il cuore. Chissà perché ma questa scena mi ricorda qualcosa...- Riku si conficcò il proprio Keyblade nel cuore, cosicché quello di Sora ne fu liberato. In un bagliore, l'aspetto del Nessuno tornò quello del vero Sora, mentre nei suoi occhi la lucidità riemergeva pian piano. Riku invece, dopo che il Keyblade fu sparito in fiocchi di Luce, si accasciò a terra.
-Riku! Noo!- Sora si precipitò al capezzale dell'amico -Non dovevi farlo!-
-Oh, andiamo!- sorrise il ragazzo, lo sguardo commosso -Non lo hai fatto anche tu, una volta? Era il solo modo, lo sappiamo entrambi- le lacrime scendevano copiose sul viso di Sora, Riku allungò una mano e glielo accarezzò -Sei sempre il solito bambino... Perché piangi? Non devi piangere, ormai hai quindic'anni!- dopodiché gli occhi di Riku si chiusero, e il suo respiro cessò.
Sora urlò, stringendo a sè il corpo dell'amico che fino all'ultimo era stato diposto a sacrificarsi per salvarlo. Tra le lacrime, confessò:
-Non ho mai creduto che voi...che tu, mi aveste tradito. In quell'attimo di incertezza, i Nessuno mi hanno rubato il cuore. E poi, ho commesso quelle cose atroci... Sapessi quanto mi dispiace! Non dovevi arrivare a morire per salvarmi! Non dovevi!- il ragazzo piangeva copiosamente, lacrime che bagnavano anche il viso di Riku. Si alzò, il ragazzo con i capelli argentei esanime fra le sue braccia.
-Accidenti, quanto pesi!- esclamò, sorridendo mesto -Fra poco morirò di ernia andando avanti così...- attraverso la pioggia lo trascinò fin dentro il castello dei Nessuno, ormai vuoto, fin dentro il laboratorio di Xenahort. Lo poggiò su uno dei freddi piani metallici, il corpo stesso gelido come quell'acciaio testimone di tante atrocità.
-Che devo fare...? Che devo fare per riaverti?- diceva tra sè
-Credi, Sora...- bisbigliò una voce femminile -Credi e vedrai che troverai il modo...-
-Ah, se solo avessi il Keyblade!- neanche aveva finito di dirlo, che lo splendido Keyblade brandito da Riku poco prima gli comparve in mano.
-Ma cos'è?-
-E' il potere della saggezza, della forza e della protezione- dalle ombre emerse un uomo con lunghi capelli argentei, la voce profonda e suadente, lo sguardo coperto da una benda nera, e dei vestiti, neri anch'essi, maglia, giacca e pantaloni.
-Ri-riku?-
-Ssh- gli intimò l'altro -E' una cosa che deve rimanere segreta!- sorrise -Usalo bene- dalla mano estrasse un minuscolo lumino, che emanava una luce abbagliante -Sai cos' questo, Sora?-
Sora sgranò gli occhi -Il cuore di Riku!-
-L'ho trovato per caso che vagava qui intorno...- sembrò che l'uomo distogliesse lo sguardo con fare innocente; poi gli si avvicinò e gli arruffò i capelli; sembrava che lo vedesse anche oltre la benda -Non ci posso credere, sei ancora così giovane!-
-Ehi, che fai!- poi chiese -Ma tu vieni dal futuro?!-
-In un certo senso... Addio Sora. Abbi buona cura di te.. e di me- ridacchiò -Ci vedremo nel futuro!- Sparì così come era apparso, lasciando Sora solo con i suoi dubbi. Il ragazzo si riprese subito e si affrettò e rimettere il cuore al suo posto nel corpo dell'amico, che subito riprese conoscenza.
-Sora? Io credevo...-
-Di esserti trafitto il cuore con un Keyblade ed essere morto?- gli fece Sora sarcastico -Tu non muori finché non lo dico io!-
-Ho sentito una voce... Era la stessa che mi ha dato il Keyblade. E' lui che ti ha detto come fare?-
-Tu mi hai indicato la strada, Riku- lo abbracciò -Promettimelo, non ci separeremo più-
Per un attimo il ragazzo fu preso alla sprovvista dall'improvvisa dimostrazione di affetto di Sora, ma poi ricambiò l'abbraccio con calore
-Lo prometto-

Un uomo bendato dai capelli argentei emerse dal buio, seguito da un altro con il cappuccio di una felpa tirato sulla testa. Ad entrambi comparve in mano un Keyblade, al primo uno con l'impugnatura alata dorata, il fusto blu e la punta nera artigliata, al secondo uno con i colori nero e bianco intrecciati in disegni spiraleggianti, in movimento come i raggi di luce.
-Stai attento- disse quello con la felpa
L'altro gli arruffò i capelli attraverso il cappuccio -Non preoccuparti-
-Ricorda la promessa che mi hai fatto- lo prese per il collo lui -Tu non muori finché non lo dico io!-
-Sora, ho promesso di starti sempre vicino-
-Lo so, ma tu le promesse a volte le mantieni in modo strano, Riku-


FINE


 


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