NON SI PUÒ
CAMBIARE IL PASSATO
di Aeris-Rinoa
Quistis sedette al tavolo della mensa di un umore più nero di una nuvola
tempestosa.
“Non resisto più… Di questo passo morirò di dispiacere…” pensò affranta, presa
nel ricordo di alcune situazioni romantiche di Rinoa e Squall. “Che devo fare?
Io lo amo ancora… Oh, come vorrei poter cambiare il passato! Ma chissà… Magari
io non sono la ragazza giusta… In fin dei conti è stata Rinoa a cambiarlo, ad
aiutarlo ad aprirsi… Io non ci sarei mai riuscita…” e via così, trascinata nel
fiume in piena di quei tristi pensieri. Ad un tratto Squall le si sedette
accanto, anche lui con l’aria di essere di pessimo umore.
-Squall, che è successo?- chiese lei, stupita di vederlo lì
-Ho litigato con Rinoa…-
-Mi dispiace…- disse lei, e non mentiva, non le piaceva vederlo infelice
-Stavo solo cercando una faccia amica- fece lui mesto
-Ma io ora ho lezione…- Quistis era assolutamente mortificata, non voleva
lasciarlo solo proprio ora che aveva bisogno della sua compagnia
-Ah, non fa nulla. Vai pure.- replicò lui con voce monocorde
Quistis andò a lezione, e Squall rimase alla mensa, a deprimersi in solitudine.
-Dio, cosa ho fatto! Come potrò mai farmi perdonare per averlo lasciato solo
quando aveva bisogno di me?- chiese disperata Quistis alla sua amica Shu
-Quistis, rassegnati, quello che è fatto è fatto, non puoi cambiare il passato!
Prova a fargli un regalo per farti perdonare, qualcosa che sai che gli piace…-
-Già, non si può cambiare il passato- disse Quistis rassegnata, assorta in più
cupi pensieri “Ma quanto vorrei poterlo fare!” soggiunse, fra se e se, in un
momento di sconforto per la sua triste situazione.
Andò a dormire tanto triste che i suoi begli occhi azzurri erano diventati di un
triste color turchino. Aveva pianto tutta la sera, a digiuno nella sua stanza,
chiedendosi come sarebbe stato se quella sera nella zona segreta le cose fossero
andate diversamente. Non sapeva se Squall avesse mai provato qualcosa per lei,
era sempre stato impenetrabile quel suo sguardo di ghiaccio, ma sperava che
almeno una comune, volgarissima cotta, anche all’orfanotrofio, non le importava,
per lei l’avesse avuta. Ma a cosa serviva pensare ai “Se…” ora che tutto era più
che sistemato? Ritornò a piangere sul cuscino, pensando, per la terza volta in
quella triste giornata, che avrebbe tanto voluto poter cambiare il passato.
La mattina dopo il sole splendeva dorato su Balamb, nonostante le nuvole che la
sera prima sembravano volerselo portare via per mai più restituirlo. Al Garden
c’era un gran trambusto: insegnanti che andavano e venivano, studenti che
correvano da una parte all’altra, chi quasi saltando per la gioia, chi correndo
apposta per nascondere le lacrime a chi lo circondava… Quistis non capiva;
eppure per il giorno dopo non era previsto nulla di particolare… Poi il telefono
nella sua stanza squillò. Andò subito a rispondere. Era la dottoressa Kadowaki.
-Prof.ssa Trepe, venga a prendere il suo studente-
“Il mio studente? Ma che studente?”. Si mise subito la divisa e corse in
infermeria; la dottoressa la aspettava.
-Eccolo qui- aprì le porte della stanza di degenza: oltre c’era Squall, con la
fronte fasciata, come quel giorno di tanti mesi prima. Si coprì la bocca con le
mani per lo stupore.
-Su, alzati, Leonhart. C’è qui la tua insegnante.-
Squall si alzò, lamentandosi del mal di testa. Quistis, fuori di sé per lo
stupore, gli camminava accanto. In silenzio, entrambi camminavano verso la Hall,
e verso la classe.
-Immagino saresti voluto andare alla caverna di fuoco, ma poi Seifer ti ha
spedito dritto in infermeria, vero?- disse Quistis con voce piatta, guardando a
terra
-E lei come lo sa?- chiese lui sospettoso
-Oh, diciamo intuito femminile- rispose lei –Ora andiamo in classe e dopo ti ci
accompagno io-
-Mh, va bene- replicò lui, non troppo convinto
La lezione si svolse come previsto, e anche alla caverna di fuoco andò come
doveva andare. Alle quattro si trovarono tutti nella Hall, per l’assegnazione
delle squadre dell’esame pratico. Tutto andò come in precedenza, compreso
l’X-ATM092. La sera vi fu la festa per il diploma, e Quistis era fermamente
convinta di non doversi far sfuggire l’occasione.
Squall sedeva in un angolo, e si rammaricava di non saper ballare. Avrebbe
voluto invitare la professoressa, ma si sentiva inadatto. Intravide nella folla
una ragazza con i capelli scuri, vestita di bianco, che sembrava cercare
qualcuno. Ma poi, impedendogli di assistere oltre alla scena, proprio la
professoressa si mise di mezzo, più bella che mai. I capelli dorati erano
sciolti, e le cadevano sulle spalle con una grazia non di questo mondo, e il
vestito blu, composto di un corpetto senza spalline e una gonna di seta, le
stava una meraviglia. Lo prese per un braccio e lo trascinò in pista.
-Ma, professoressa, io…-
-Shhh- fece lei –per stasera almeno io per te sono solo Quistis…-
-V-va bene…- disse lui di rimando, arrossendo
Quistis ebbe la pazienza, come l’aveva avuta Rinoa, di trattenere Squall quando
cercava di svignarsela, e di confortarlo nello stesso modo che aveva visto fare
a Rinoa. Alla fine Squall ingranò, e si mise a ballare con lei più partecipe e
più felice, perché era successo quello che da tanto sognava…
Dopo il ballo del diploma, lei, senza neanche cambiarsi, lo portò nella zona
segreta.
C’erano alcune coppiette che si abbracciavano, o si tenevano per mano, e si
scambiavano parole dolci… Anche lei prese la mano di Squall, che subito arrossì.
-Sai, è da tanto che te lo volevo dire…- esordì lei, con il cuore a mille, e,
tenendogli la mano, lo avvicinò a sé, per posargli dolcemente la testa su una
spalla, e poi subito toglierla, per guardarlo negli occhi –Io ti amo. Più di
tutta me stessa, più del mondo, più di quanto il sole ami la luna, più…-
s’interruppe; lui le aveva posato un dito sulle labbra.
-Anch’io ti amo…- la strinse a sé –Più di quanto tu possa mai immaginare…-
Quistis si mise a piangere.
-Perché allora mi hai sempre trattata male?- chiese tra le lacrime
-Perché non volevo ammetterlo nemmeno con me stesso- replicò lui, lo sguardo
alle stelle –Ma ora è tardi. Andiamo a dormire.- la guardò, gli occhi gli
brillavano–Domani è un altro giorno.-
Tornarono nelle rispettive stanze. Quistis però non aveva smesso di piangere.
Piangeva di gioia. Finalmente il suo sogno era realtà…
Si svegliò nel tempo giusto. Il cuscino era sporco di mascara, del pianto della
sera prima. Era stato tutto un sogno? Non poteva essere altrimenti. Tornò a
cadere nella tristezza che l’aveva accompagnata per tutto il giorno precedente e
rimase lì, seduta sul letto, in sottoveste, a prendere freddo dalla finestra
aperta. Poi qualcuno bussò alla porta.
-Quistis, ci sei?- era Squall; che cosa poteva mai volere da lei a quell’ora del
mattino?
-Aspetta, mi devo vestire- rispose cupa lei
-È mai stato un problema?- le rispose lui ironico –Voglio dire, dopo aver fatto
il bagno insieme…-
Quistis divenne rossa come un Focaral. “Quando? Come? Dove? Il bagno? Ma
quando?” Squall entrò senza aspettare risposta, e non appena vide la porta
aprirsi Quistis si tuffò a pesce sotto le coperte, rossa come un Piros.
-Ma che hai oggi?- chiese lui sorridendo leggermente –Ti faccio paura?- si
sedette sul letto, e lei si ritrasse, affondando sempre più sotto le coperte.
-E… e Rinoa?- chiese lei sospettosa, quasi acida
-Chi, la ragazza di Seifer? E io cosa c’entro con lei, si può sapere? Sei sicura
di non aver bevuto?-
“La ragazza di Seifer? Ma cosa diavolo… OH, PER HYNE! MA ALLORA ERA VERO!”
-E Seifer come sta?- chiese titubante Quistis
-Bene, che domande! Ci vediamo con lui e Rinoa oggi, te lo sei scordata?-
-Ci ved… lui e Rinoa… oh, Hyne aiutaci!- svenne.
Si svegliò tra le braccia di Squall, con la testa poggiata sulle sua ginocchia,
e Seifer e Rinoa che la guardavano preoccupati.
-Quistis, va tutto bene?- chiese discretamente Seifer
-Tu… Rinoa…- per poco non svenne di nuovo. Ora però aveva la sensazione di
ricordare più cose. E in effetti così era. La storia con Squall, l’avventura per
salvare il mondo… Era andata diversamente dalla volta precedente. Ricordò: Rinoa
aveva avuto quel suo effetto particolare non su Squall, ma su Seifer. Ora Squall
era il suo ragazzo, e Seifer il suo migliore amico, mentre Rinoa era la sua più
cara amica. E oggi era San Valentino. Chissà cosa le avrebbe regalato Squall? Si
riprese, e si accorse che Squall le aveva fatto indossare una vestaglia, per via
di Seifer. Lo ringraziò mentalmente, si alzò, giuliva come una pasqua, e chiese:
-Allora, dov’è che si va?-
L’appuntamento era stato splendido, e Rinoa e Seifer stavano molto bene insieme,
come lei e Squall. Però il regalo di lui l’aveva un po’ delusa. Un mazzo di
fiori, rose rosse, e una loro foto con cornice porta-foto decorata con rose. Era
un bel regalo, certo, ma… Le sembrava che lui nascondesse qualcosa, quando gli
aveva chiesto cosa le avrebbe regalato, ma le sembrava inadatto fare tanto i
misteriosi per una foto e un mazzo di fiori… Si dette pace e si sedette sul
letto, ed ecco bussare alla porta:
-Quistis, sono io, Squall. Ti devo parlare. Ci possiamo vedere nella mia stanza
tra una mezz’ora?-
-Va bene…-
Ed eccola lì, davanti alla sua porta, con il cuore che batteva come un tamburo
africano. Bussò. Lui la fece entrare.
-Senti…- fece lui, guardando a terra –Io volevo farti una domanda.-
-Chiedi pure-
Lui parve spaventarsi, perché sobbalzò, poi arrossì, cercando di calmarsi. Tirò
fuori qualcosa dalla tasca, e la nascose dietro la schiena. Era ancora vestito
elegante, da prima, quando erano usciti.
La guardò negli occhi, le sorrise, poi le avvicinò le labbra all’orecchio e le
disse:
-Vuoi sposarmi?-
A Quistis per poco non venne un colpo. Sposarlo! In nessuno dei suoi sogni più
rosei aveva mai osato immaginarsi il matrimonio! Rimase senza parole, con la
bocca spalancata.
-Allora?-
-……SÌ! SÌ! Quant’è vero che mi chiamo Quistis, SÌ!- urlò entusiasta
-Bene- sorrise calmo lui
Anche lei si calmò, e gli disse sottovoce, i loro visi talmente vicini che si
toccavano:
-Ti amo-
-Ti amo anch’io-
-Per tutta la vita e oltre-
-Per tutta la vita e oltre-
Così finisce una storia, ma mille altre ce ne sono ancora da scrivere… Forza,
sognatori di sogni impossibili, fatevi avanti e riscrivete la vostra storia!
Per voi che non dimenticate mai, combattenti del destino avverso…
Perché nessun sogno è impossibile…
FINE