LO SCAMBIO
di Aeris-Rinoa
Sephiroth andò a letto con ancora nelle orecchie i tempestamenti di Cloud e
Aerith sul fatto se lui dovesse restare a vivere con loro e Tifa a Midgar o se
si sarebbe dovuto mandarlo da qualche altra parte. Nonostante Aerith fosse di
nuovo con loro, con somma gioia di Sephiroth, che si era ripreso molto malamente
dalla possessione di Jenova, e Tifa fosse fidanzata con Cloud, la pace sembrava
proprio non voler durare. In quella casa si litigava spesso, specie per il fatto
che adesso Aerith era la sua ragazza, e Cloud protestava alacremente sul fatto
che Sephiroth non fosse ancora in partenza per lo spazio con una nave di sola
andata verso il sole. Aerith poverina prendeva le sue difese più che poteva, e
Tifa si asteneva dall'esporre la propria opinione, anche se Sephiroth sapeva
bene quale sarebbe stata.
-Lo voglio fuori di qui per domani mattina, e se non vuoi separarti da lui puoi
andartene anche tu insieme a quel… mostro!-
-Ma, Cloud, sii ragionevole, non possiamo trattarlo così! Non è più il Sephiroth
che tutti abbiamo combattuto! Adesso è un bravo ragazzo, e mi vuole molto bene.
Non puoi buttarlo fuori così, a calci nel sedere! Non ha un posto dove andare! E
neanch'io ce l'ho…-
Queste furono le ultime parole che sentì prima di addormentarsi. Desiderò di
essere un'altra persona, di vivere in un altro mondo, più felice e pacifico del
suo, di poter dimostrare di essere cambiato. La sorte volle che in quel momento
una stella cadente passasse sopra la sua stanza e lui la vedesse dalla finestra.
***
Squall andò a letto furibondo con se stesso. Non ne poteva più di tutti quelli
che aveva intorno, che lo trattavano come il grande eroe mondiale, chi in
maniera confidenziale, chi meno. Molti studenti del Garden ora gli davano del
lei, non poteva più baciare Rinoa in pubblico perché doveva dare "il buon
esempio" alle giovani reclute, Quistis era caduta in depressione per la faccenda
di Edea e dell'orfanotrofio, Selphie e Irvine erano troppo occupati con il
fidanzamento, e Zell si era preso una vacanza con Hellen. Si sentiva
terribilmente solo e frustrato. Desiderò di poter fare quello che voleva, di
essere in un altro posto, di essere un'altra persona e di poter vivere come
avrebbe voluto, in un mondo meno pacifico e noioso del suo. Sorte propizia, o
forse no, mentre era colto da questi pensieri scorse una stella cadente
attraverso i vetri della finestra, un secondo prima di cadere nel sonno.
***
La mattina Sephiroth si svegliò con la testa leggera, e la prima cosa di cui si
accorse fu che non si era svegliato nello stesso posto in cui si era
addormentato. Ed era solo, nonostante si ricordasse benissimo che la sera prima
Aerith era venuta a dormire con lui. La stanza era piccola e semplice, con una
finestra soltanto. La finestra dava su una specie di collegio militare, a
giudicare dal tipo di costruzioni e dalle divise degli studenti. Si guardò
intorno nella stanza. Poco lontano da lui c'era un comò con uno specchio. Si
avvicinò. Quando si guardò allo specchio per poco non gli prese un colpo: era
diventato un'altra persona. Nello specchio vide il riflesso di un ragazzo che
doveva avere circa cinque o sei anni meno di lui, con i capelli castani lasciati
crescere anche se corti, gli occhi azzurro ghiaccio, che era di circa dieci
centimetri più basso di lui e notevolmente meno imponente. Non era neanche
riuscito a riprendersi che sentì bussare alla porta.
-Squall, amore, ti è passata l'arrabbiatura di ieri sera?-
-Ehm… (oddio e adesso che faccio? Nemmeno so chi è, questa!) …Sì, ma non mi
sento molto bene, potresti lasciarmi un po' solo per favore?-
-Come vuoi, ma Quistis ci aspetta per la gita a Balamb con i nuovi arrivati al
Garden tra due ore. Ci vediamo nella hall più tardi.-
(Oddio e adesso che faccio? Non so neanche in che razza di posto sono finito! Mi
pare evidente che quella che è appena passata era la "mia" ragazza, a giudicare
dal modo di rivolgersi. Ma che faccio? Nemmeno so il suo nome! E poi chi sarà
questa Quistis? È evidente che mi trovo in una scuola militare, data la divisa
appesa al muro -lancia uno sguardo all'alta uniforme appesa al muro- ma che ne
so io di dov'è questa Balamb? Sarà una località dei dintorni, ma io come diavolo
faccio a guidarci un branco di mocciosi? Garden? Ooooh… Qui sarà lunga…)
Ma Sephiroth non era l'unico a passare dei guai…
***
Squall si svegliò che sentiva la testa come un pallone, e con accanto una
ragazza che non conosceva. Convinto di stare ancora sognando, si dette un paio
di pizzicotti, ma, una volta assodato che era perfettamente sveglio si alzò
piano da quel letto sconosciuto per non svegliare la ragazza -di tutto aveva
bisogno meno che lei si svegliasse, dato che neanche sapeva come chiamarla per
nome- e si guardò intorno nella stanza: il letto era a una piazza e mezza e
molto morbido, la stanza era ampia, aveva due finestre, che davano sul panorama
di una città ipertecnologica e altrettanto inquinata, a giudicare dalla spessa
patina grigia che ricopriva tutto. Di fronte al letto, appoggiato alla parete
opposta, c'era un comò in legno antico, piuttosto malconcio, con tanto di
specchiera e armadietto. Quando si guardò allo specchio rischiò seriamente che
gli partisse una coronaria: quello nello specchio non era più lui. Lo specchio
rifletteva un uomo più che adulto -per quanto gli dolesse ammetterlo lui era
ancora un ragazzo- di circa venticinque anni, con lunghi capelli argentei e
occhi verde acqua, sul metro e ottantacinque e decisamente massiccio. La ragazza
che gli aveva dormito accanto si svegliò.
-Ehi, Sephiroth, perché quella faccia stravolta? Per caso ti sei svegliato
presto?-
L'apoplessia non era ancora abbastanza lontana per azzardarsi a rispondere.
Mentre si prendeva il tempo per riprendersi osservò il riflesso della ragazza
nello specchio: aveva lunghi capelli castani, tenuti sciolti, e sotto le coperte
era chiaramente in biancheria, le spalline del reggiseno si vedevano sulle
spalle snelle e femminili. Era proprio bella.
-Ehi, Sephiroth, cos'hai oggi? Mi guardi come se fosse la prima volta che mi
vedi…-
L'ignara non sapeva quanto aveva ragione.
***
Sephiroth riuscì a scampare la gita con le matricole -fin là ci arrivava anche
lui- con la scusa di un problema di pressione, che peraltro si rivelò vero non
appena il medico del "Garden" -questo aveva scoperto essere il nome della
scuola- lo visitò. La dottoressa gli annunciò che, non sapeva come, ma aveva
rischiato un infarto, e che perciò doveva restare a letto in assoluta calma e
tranquillità per almeno un paio di giorni. Per lui fu un sollievo. Avrebbe avuto
tutto il tempo che gli serviva per riflettere sul da farsi. Ma nel primo
pomeriggio una folla passò a trovarlo. Nella "sua" stanza entrarono cinque
persone: tre ragazze e due ragazzi. Una delle ragazze aveva i capelli neri con
una meche rossa su una ciocca, gli occhi scuri ed era vestita d'azzurro;
un'altra aveva i capelli biondi raccolti con due ciocche sciolte sul davanti,
gli occhi azzurri e portava un vestito arancio; la terza aveva i capelli castani
con le punte girate all'insù, gli occhi verdi e indossava un vestitino giallo
canarino. Uno dei due ragazzi era biondo con un tatuaggio sulla parte sinistra
del viso e gli occhi azzurri, ed era vestito con jeans alla pescatora molto
larghi, mentre l'altro aveva i capelli rossi e gli occhi azzurro chiaro, e
portava un paio di pantaloni di scamosciato e una camicia, e sopra un cappotto
in stile cowboy. Si sentì male.
-Ciao, Squall, come ti senti?- gli chiese la ragazza in azzurro
-Ho bisogno di altro ghiaccio- disse lui più che seriamente, e si portò un paio
dei cubetti di ghiaccio poggiati lì accanto alla fronte
-Dai, Rinoa, dagli tregua!- disse il biondo -Non si sa come ma ha appena
scampato un infarto, lascialo respirare un minuto!- (Finalmente so il suo nome!
Era lei che ha bussato stamattina! E per uno è fatta! Ma come faccio con gli
altri quattro? Oddio… io qui ci muoio…)
-Ehi, Squall, ma che hai? Mi sta che stai più male del previsto…- fece quella
vestita di giallo -Forse è meglio se chiamiamo la dottoressa…-
-Mia piccola Selphie- fece il cowboy -Ti è mai passato vagamente per la mente
che se sapesse che stiamo qua a rompere al malato ci sbatterebbe fuori
immantinente?-
-Oh… Hai ragione…- tutti si guardarono sconcertati
(Prendi nota: quella vestita fosforescente si chiama Selphie. E per gli altri?
Idea!)
-Scusate, qualcuno potrebbe andarmi a prendere qualcosa da bere?-
-Ci vai tu, Zell?- chiese la bionda a quello con il tatuaggio -tanto non dovevi
comunque prenderti un panino alla mensa perché sei in crisi d'astinenza?-
osservò poi un po' più tagliente
-Ci vado subito! Ah, quanto mi sono mancati i panini della mensa mentre ero in
vacanza!-
(Ben fatto, funziona! Allora quello con il tatuaggio si chiama Zell. Ne mancano
solo due.)
Una volta che il ragazzo fu filato fuori dalla porta la ragazza bionda gli
parlò.
-E io che stamattina ti aspettavo nella hall per la gita con le nuove reclute!-
(Ah, quindi lei è…aspetta, come aveva detto che si chiamava? Ah, sì: Quistis!)
-Scusami, Quistis- si azzardò a dire -Ma come vedi non sarebbe stato il caso di
portarmi con voi-
-Già. Mi dispiace che tu stia così male. Scusa ma ora ho lezione. Devo andare.-
e li lasciò
-Irvine, mi accompagni a Balamb che devo fare spese?- chiese ad un tratto
Selphie
-Sì, certo tesoro- le rispose lui -Solo un momento- si voltò verso Sephiroth
-Stammi bene amico- e se ne andò con Selphie
In quel momento tornò Zell.
-Ecco qua, amico, la tua bibita- gli porse una lattina di the freddo alla pesca.
Lui odiava il the.
-Grazie, Zell. Poggiala pure lì, per favore- disse indicando il comodino -La
berrò tra poco-
-Allora vi lascio soli…- gli fece l'occhiolino
Rimase da solo con Rinoa.
-Ciao, tesoro- fece lei provocante -Che ne dici di passare un po' di tempo
insieme?-
L'idea di tradire Aerith lo ributtava, ma se non voleva farsi scoprire doveva
farlo.
-Come vuoi…- fece lui di rimando
Rinoa lo baciò, e lui restituì il bacio a sua volta, ma quando lo fece il volto
di Rinoa cambiò espressione
-Oggi baci diversamente dal solito- disse lei sospettosa
-Non ti preoccupare…- e la baciò di nuovo, stavolta più appassionatamente, (fa'
finta che sia Aerith, fa' finta che sia Aerith)
-In fin dei conti non mi dispiace…-
Quando fu passata un'ora Rinoa lo salutò e se ne andò, dicendo che altrimenti la
dottoressa l'avrebbe sgridata perché disturbava il riposo del malato.
Sephiroth rimase da solo. (Bene, ora che il problema dei nomi è risolto devo
pensare a come emulare il comportamento di questo Squall di cui ho preso il
posto, cosicché non mi scoprano, ma non sarà certo facile…Prima di tutto devo
essere in grado di usare la sua arma, dato che è un guerriero…- lanciò uno
sguardo alla custodia del Gunblade poggiata sulla scrivania -Scommetto che è
quella…) Prese in mano il Gunblade e lo maneggiò un po'.(Ma questa spada è
leggerissima confronto alla mia Masamune! Sarà uno scherzo maneggiarla! Aspetta,
ma questo è un grilletto?- provò un paio di colpi con il Renzokuken, e, una
volta che ebbe capito come funzionava, lo ricaricò -Mmh…Semplice ma efficace. Un
vero capolavoro. Mi divertirò un sacco ad usare questa spada. Immagino avrà
anche un nome…Ma quale potrà mai essere? Poco importa, non sarà poi così
importante…). Prese la spada e decise di farsi un giro per il Garden. Una volta
che ebbe abbastanza bene in mente la mappa del Garden s'imbucò nel Centro di
Addestramento, e passò il resto de giorno ad allenarsi in tutti i modi e i campi
possibili.
***
-Sephiroth, ma ti senti bene?- chiese a Squall la ragazza una volta che si fu
rivestita
Non aveva il coraggio di rispondere. Era sul punto di svenire per la rabbia e lo
smarrimento, e forse la famosa coronaria era già partita da un bel pezzo.
-Sephirooooth?- chiamo lei
Squall capì che quello era il nome dell'uomo di cui aveva preso il posto.
-Eh?- rispose
-Sono io, Aerith. Ti ricordi di me?- fece lei ironica
(Finalmente! Almeno so come si chiama la "mia" ragazza!)
-Scusa, Aerith, è che mi sento un po' frastornato-
-Dolente di dovertelo ricordare- disse lei tristemente -ma oggi Cloud ci sbatte
fuori di casa-
-COSA?- nonostante non sapesse chi era Cloud, capiva benissimo il significato
dell'implicazione: avrebbero dovuto trovarsi un altro posto dove vivere! E
probabilmente si sarebbero consultati in proposito, o peggio ancora avrebbe
dovuto scegliere lui dove! (Ma se non so neanche in che città ci troviamo!
Figurarsi se sono in grado di trovare una casa dove vivere! Nemmeno conosco la
valuta di questo posto!)
Sulla porta si affacciò un ragazzo biondo sui venti anche lui, anche se minimo
di una decina di centimetri più basso di lui, o meglio del corpo che aveva
adesso.
-Sephiroth, sei pronto per il trasloco?-
-Cloud, per favore! Si è appena svegliato!-
-Non m'interessa minimamente. E dovrebbe ringraziarti di essere la sua ragazza,
perché se non ci fossi tu lo tratterei peggio-
(Uhm, dunque questo è quello che ci butta fuori di casa…Mmh, forse ho un piano…)
-Ehi, senti, perché non le dai un po' di tempo per trovarsi un posto dove
andare? Se è me che vuoi fuori di casa me ne vado, me la caverò, ma lei lasciala
in pace-
-Eh? Questo non è da te…Non stiamo litigando! Finalmente! Ero stufo di sprecare
fiato con te…Comunque la mia decisione è irrevocabile-
-Ma lo sai che sei una vera carogna?- gli disse Squall accalorandosi, vedendo la
faccia triste di Aerith
-Parla lo sporco assassino! E dopo la carogna sarei io?-
-Uno che butta fuori di casa una ragazza per il semplice che ha a che fare con
una persona che odia che cos'è secondo te?- si avvicinò per fronteggiarlo, e si
rese conto che, se fosse stato nel suo vecchio corpo, sarebbe stato a malapena
in grado di sopraffarlo, mentre adesso, con il fisico che aveva, avrebbe potuto
benissimo stenderlo anche con un solo colpo. Ma si astenne dal colpirlo. Più
Squall si avvicinava più Cloud si faceva nervoso, evidentemente perché era
parecchio più basso e smilzo di lui.
-Non c'è bisogno di innervosirsi. Potete restare un altro giorno. Ma lo faccio
solo per Aerith-
Una volta che se ne fu andato i due rimasero soli.
-Sephiroth, sei stato grande! Mio eroe!- lo baciò
(Se lo sapesse Rinoa mi farebbe a pezzi…) -Grazie (Devo proprio baciarla?) -
alla fine la baciò a sua volta
Aerith lo guardò in modo strano.
-I tuoi baci sono diversi…- disse lei stupita
-No, è solo una tua impressione…-
-Sarà…-
Poco più tardi Aerith gli annunciò che andava ad aiutare Tifa a fare la spesa, e
lo lasciò solo. Appoggiata in un angolo della stanza c'era una spada
estremamente lunga. Provò a sollevarla, ma fece fatica. (Accidenti, ma pesa una
tonnellata! Chi mai può riuscire a combatterci, con un mastodonte del genere? A
malapena riesco a tenerla in mano! Però è una bella spada, potrebbe essere
interessante imparare ad usarla…dunque, ricapitoliamo la situazione: la "mia"
ragazza si chiama Aerith, il mio nemico, almeno penso che lo sia, si chiama
Cloud, e io sono Sephiroth. Tifa chi sarà? Un'altra ragazza che vive con noi?
Probabile…A proposito, come si farà ad usare quest'aggeggio? Pesa un quintale…).
Passò un po' ad allenarsi con quella strana spada, e più la usava, più questa
diventava leggera da maneggiare. Dopo circa un'ora di allenamento indisturbato
la maneggiava come fosse una piuma.(Ma è fantastico! Mi sembra di avere in mano
un bastoncino di legno invece di questo spadone! Avrà un nome come il mio
Gunblade? Vabbè…)
Si rivestì ed uscì dalla stanza giusto per veder entrare in casa, cariche di
borse, Aerith e un'altra ragazza, che doveva essere Tifa.
-Date qua, faccio io- disse loro prendendo alcune delle borse. Tifa lo guardò
esterrefatta senza dire una parola
-Vieni, va tutto in cucina- gli disse Aerith, che aveva le due borse rimaste in
mano, e lui la seguì
-Ecco la spesa, Cloud- disse Aerith, calma e affabile
-Tu non ti meriti una ragazza così gentile- disse secco Cloud a Squall
-Ti è mai venuto in mente che alle persone capitano le disgrazie e le fortune
che si meritano?- replicò lui tagliente
-Aaah…Sta' zitto…- rispose lui punto nel vivo, e se ne andò
-Dai, Sephiroth, dammi una mano a mettere via la spesa. -Squall obbedì senza
pensarci due volte, era abituato a dare una mano a Rinoa, quelle poche volte che
potevano dormire a casa loro invece che al Garden.
-Come mai oggi sei così servizievole e paziente? Di solito tu e Cloud litigate
appena vi vedete, invece oggi riesci a rispondergli per le rime e a mantenere il
tuo sangue freddo. È strano, sai?-
-A me non pare poi così strano- rispose lui circospetto
Una volta messa via la spesa chiese di poter passare un po' di tempo da solo.
(Però, questa vita non è poi così spiacevole. Qui non è noioso come al Garden,
non sono il venerato eroe mondiale e non sono più neanche minorenne. Sono
adulto, forte e soprattutto libero. Se solo ci fosse anche Rinoa…Non mi va che
lei sia rimasta lì senza di me…Comunque questa città mi piace, è grande,
popolosa e tutt'altro che noiosa come Balamb…- si guardò nello specchio del comò
-Non mi dispiace nemmeno la persona che sono diventato…Però senza Rinoa…)
Andò avanti a pensare così, in quel suo modo particolare, per circa un'ora. Gli
mancava veramente la donna che amava…Ma la vita che faceva gli piaceva, e poi
adesso viveva con una ragazza che non era dispotica come Rinoa, che dava sempre
ordini a destra e a manca, ma che era gentile e chiedeva sempre tutto per
favore. Forse quello che era successo non era poi così disastroso…
***
Dopo due settimane di tempo passate al Garden Sephiroth, che imparava in fretta
e ricordava le cose con altrettanta facilità, aveva imparato un sacco di cose
sulla vita che si faceva nella scuola, oltre a tutte le informazioni sugli
atteggiamenti e le abitudini della persona di cui aveva preso il posto, che
cercava di imitare, cosa che gli riusciva benissimo, dato che si somigliavano,
tutte le volte che poteva. Purtroppo non era riuscito ad eliminare una delle sue
vecchie abitudini, che pareva che Squall non avesse mai avuto: fare pesi e
ginnastica quando si sentiva giù di morale o arrabbiato, la qual cosa, a causa
della sua ignoranza delle regole che vigevano in quel mondo, gli capitava
spesso, perché, nonostante non facesse brutte figure davanti ad altri, ogni
tanto si sentiva terribilmente ignorante. Naturalmente, siccome il suo fisico
era ancora "in crescita" dato che era ancora un ragazzo (Sono finito nel corpo
di un ragazzo…Sono di nuovo minorenne! Niente alcolici, ma…Evvai, finalmente non
sarò costretto a comportarmi come un adulto responsabile!), i cambiamenti si
manifestarono quasi subito…Un giorno, tornando da uno delle sue solite sedute di
allenamento, passò accanto ad un gruppetto di ragazze, che non appena lo videro
arrossirono furiosamente.
-Hai visto quant'è bello il comandante? Io davanti a lui mi sciolgo…-
-È vero, è molto carino…Ultimamente gli sono anche cresciuti i capelli…Sta
benissimo!-
Sephiroth tirò avanti dritto senza voltarsi. Se c'era una cosa che aveva
imparato davvero bene era che Rinoa era davvero gelosissima. (Altro che Aerith,
che è sempre paziente e gentile…Ah, quanto mi manca…Vorrei che anche lei fosse
qui con me…Rinoa è una brava ragazza, mi ama, o meglio ama Squall, ma è di un
dispotismo…Aspetta un momento! Se io sono qui, il vero Squall dove
sarà?Al…mio…posto?) Nello stesso momento Squall, nel corpo di Sephiroth, era
colpito dallo stesso pensiero. (Ma allora ci siamo scambiati le vite! Quindi, se
Rinoa è con me…Aerith è con il vero Squall? Mi piace questa nuova vita…E se
Rinoa non si è accorta di nulla magari anche Aerith…Dev'essere così. Non posso
tirarmi indietro ora…Tornerei a vivere quella vita che tanto disprezzo…Sempre
che si possa tornare indietro…). Scacciò subito quei pensieri e si disse che con
la storia dei capelli gli era andata bene; forse per via dello scambio, in
quelle due settimane gli erano cresciuti quanto in sei o otto mesi circa, e ora
gli arrivavano al le spalle. Aveva pensato di tagliarseli per non insospettire
gli amici -ormai erano anche amici suoi- ma non aveva mai trovato il tempo per
farlo indisturbato. (È inutile piangere sul latte versato, se dovevano notare
qualcosa l'hanno già fatto…Chissà come se la cava Squall nei miei panni… Spero
che sia contento, perché io lo sono). Mentre camminava s'imbatté in Quistis, che
sembrava lo stesse cercando.
-Ah, Quistis- le si rivolse in modo che lei lo notasse
-Ciao Squall- gli rispose lei seria
-C'è forse qualcosa che non va?-
-Tutti noi del gruppo vorremmo parlarti-
-Ah, è successo qualcosa, per caso?-
-Vieni e lo saprai- lo prese e se lo trascinò dietro verso il dormitorio dove
tutti li aspettavano. (Accidenti a lui! Ma quanto pesa? Almeno il doppio di due
settimane fa! Ah, tutta colpa dei muscoli…) pensava ironica Quistis mentre lo
portava al dormitorio (Mi chiedo chi sia…In fin dei conti è quello che ci
chiediamo tutti…).
Una volta che furono arrivati nella stanza di Sephiroth, dove era in atto la
riunione di gruppo, Rinoa lo salutò.
-Ciao…chiunque tu sia- Sephiroth sbiancò
-Non ti preoccupare, lo sappiamo già da un po', e non ti faremo nulla se tu ci
dirai chi sei- gli disse Irvine
-Tu non sei Squall, anche se controlli il suo corpo. Io per prima me ne sono
accorta- gli disse Rinoa
-Potresti dirci chi sei, per favore?- gli chiese educatamente Quistis (Quistis
somiglia tanto alla mia Aerith, sempre calma e gentile…)
-E va bene, mi avete scoperto. Speravo ve ne accorgeste un po' più tardi, ma non
siete stupidi, perciò sapevo che ve ne sareste accorti, prima o poi. Piacere, io
sono Sephiroth, e vengo da Midgar-
-Sephiroth? Midgar?- chiesero tutti stupiti
-Vengo da un altro mondo, un pianeta sull'orlo dell'estinzione…-
-M-ma come sei arrivato qui?- chiese Quistis, affascinata all'idea che quello
che Sephiroth aveva detto fosse vero
-Se ve lo dicessi non mi credereste, perciò rinuncio- disse lui un po'
sarcastico
-Tu provaci- gli disse Rinoa, che era disposta a credere a parecchie cose, dopo
la battaglia con Artemisia e la compressione temporale
-Ci siamo scambiati le vite grazie ad un desiderio- spiegò lui -Una sera, la
sera prima di svegliarmi qui, ho visto una stella cadente dalla finestra della
mia stanza, e ho desiderato di essere un'altra persona e di vivere in un altro
mondo. Lo stesso presumo avrà fatto Squall-
-In effetti, la sera prima della gita, quando ci siamo accorti che qualcosa non
andava, io ho visto una stella cadente…- s'intromise Quistis
-Quindi abbiamo gli elementi per crederti- disse Rinoa -Ma come facciamo per
portarti indietro e riavere con noi Squall?-
-Non ne ho la più pallida idea-
-Cosa?- esclamò Zell
-Però ho una teoria-
-Parla- lo sollecitò Rinoa
-Forse se io e lui c'incontrassimo, e ci toccassimo, le nostre anime
tornerebbero al loro posto… Altrimenti non ci resta che aspettare la prossima
stella cadente…-
-Ma questo è il periodo del Pianto Lunare!- esclamò preoccupata Quistis -Non si
distingueranno nemmeno le stelle ferme in cielo, figuriamoci quelle cadenti! E
non passerà fino al mese prossimo inoltrato!-
-Allora non ci resta che la prima ipotesi-
-Ma come facciamo? Io anche se sono una strega non sono in grado di spezzare i
confini tra le dimensioni!- disse Rinoa
-Ma se ci pensate su un secondo non penso sarà necessario- disse loro Sephiroth
-Se io sono arrivato qua vuol dire che le barriere che separano le dimensioni
sono già indebolite-
-Giusto, ma questo non aiuta- affermò Quistis
-Già, che sia passata un'anima è un conto, ma far passare sei persone dall'altra
parte è una missione suicida!- intervenne Irvine
-Ma se il portale si fosse aperto per la forza di volontà?- chiese Selphie
-In questo caso sarebbe infinitamente differente…- suppose Quistis -Basterebbe
desiderarlo perché il portale si apra…-
-Allora dovremo provare a far aprire quel portale, in qualsiasi modo ci venga in
mente- disse Rinoa determinata
-Contate pure sul mio aiuto, per quanto ne posso dare…-
***
Squall ebbe un guizzo di autocompiacimento: erano passate due settimane da
quando aveva cominciato quella vita nei panni di un altro, che ora aveva dedotto
doveva trovarsi al suo posto al Garden, e lui e Aerith vivevano ancora con Cloud
e Tifa. Ora maneggiava quella strana spada con considerevole maestria, e aveva
anche scoperto di avere delle strane facoltà: poteva modificare volontariamente
il funzionamento del suo corpo, dalla crescita dei capelli al recupero delle
energie. Per di più aveva capacità telecinetiche, e possedeva magia illimitata e
molto potente. Aveva memorizzato e imitava con successo le abitudini del vero
Sephiroth, compresa la palestra, anche se non gli piaceva, però non aveva perso
il vizio di chiudersi in camera a riflettere da solo per ore, cosa che Sephiroth
odiava fare. Aerith ogni tanto si lamentava blandamente che lui stava sempre
sulle sue, ma non sembrava avercela con lui per questo. Cloud all'inizio aveva
continuato a punzecchiarlo, ma presto aveva smesso, causa le sue risposte
taglienti, che colpivano il bersaglio nel 100% dei casi. Tifa continuava a
tenerlo a distanza, anche se con meno circospezione. Aveva anche deciso di
tagliarsi i capelli, dato che a lui non piacevano i capelli lunghi, e se li era
tagliati cercando di avvicinarsi al suo vecchio taglio. Aveva anche avuto modo
di incontrare gli altri compagni di battaglia di Cloud, che ora erano a Midgar-
questo aveva scoperto essere il nome della città- e passavano per farsi una
chiacchierata tutti i giorni, alcuni contenti di vederlo altri meno, ma tutti
abbastanza ben disposti a cedere alla versione della possessione, e ad
accettarlo nel gruppo, in un giorno non troppo lontano. Ora era da solo nella
stanza sua e di Aerith a riflettere.
(Accidenti quanto mi piace questo posto…Però mi manca Rinoa…Aerith è gentile, e
mi ama, o per meglio dire ama Sephiroth, ma è così remissiva…Mi manca quella
caparbietà che spingeva Rinoa a non arrendersi davanti a nulla…Chissà come se la
cava il vero Sephiroth nei miei panni? Come se la passerà con Rinoa? Vivendo con
una ragazza così dolce e gentile, molto male, presumo…- si concesse una
sghignazzata -Ah, che bello l'odore della libertà…Anche se mi manca Rinoa non
posso tirarmi indietro ora, tornerei ad essere l'eroe mondiale che deve dare il
buon esempio a tutti…Ma poi, anche volendo, potrei tirarmi indietro?) Smise di
pensare a queste cose poco piacevoli e gli venne in mente che lì le donne
s'interessavano molto a lui, e lì era abbastanza libero di fare quello che
voleva (Per l'amor del cielo, non ho nessuna intenzione di tradire né Aerith né
Rinoa, ma almeno qui non c'è Rinoa che mi minaccia di morte non appena mi volto
verso un'altra ragazza…Beh, forse sto un po' esagerando…- sorrise -Però è vero
che Rinoa è gelosa…). In quel momento Aerith entrò nella stanza con faccia
seria.
-Sephiroth, io e gli altri ti vorremmo parlare…-
-Che succede? Ho forse fatto qualcosa che non va?-
-Vieni e basta-
-Ok, arrivo- la seguì fino al salone, dove tutti si erano riuniti e lo
guardavano seri.
-Ciao, Sephiroth. Non saprei come altro chiamarti. Ma tu non sei Sephiroth. Chi
sei, allora?- era stata Tifa a parlare. Squall impallidì.
-Vedo che ho colto nel segno. Non sarai Jenova?- Squall si preoccupò; sapeva
quanto era loro simpatica questa "Jenova"
-Lo sappiamo già da un po', non ti faremo nulla se ci dirai chi sei in realtà e
dov'è ora Sephiroth, se lo sai…- disse Aerith
-Beh, dovevate scoprirlo prima o dopo, non sono mai stato un bravo
attore…Piacere di fare la vostra conoscenza con il mio vero nome: io sono Squall
Leonhart, e vengo da Balamb-
-Squall? Balamb?- chiesero tutti, stupiti all'inverosimile
-Vengo da un altro mondo, lontano da questo, prospero e pacifico fino alla noia-
-E come sei finito qui?- gli chiese calma Aerith
-Grazie ad una stella cadente-
-Una stella cadente?- fece interrogativa Tifa -Intendi la stella che passò la
sera del vostro litigio per lo sfratto?-
-Pensò di sì. Quella stessa sera io ne vidi dalla mia finestra, ed espressi il
desiderio di essere un'altra persona, di vivere libero su un mondo meno noioso
del mio. Forse il vero Sephiroth ha fatto lo stesso. La mattina seguente mi sono
svegliato qui-
-In effetti Sephiroth non era molto felice per come lo trattavamo tutti, perciò
potrebbe anche aver espresso quel desiderio…- osservò Aerith
-Ammesso che quello che dici sia vero, come dovremmo fare per rimettere le cose
a posto?- gli chiese Red XIII
-Non ne ho la minima idea, neanche so se si possono rimettere le cose a posto-
-Come?- disse Cloud alterato
-Allora sei affezionato a Sephiroth come immaginavo- gli disse Squall diretto
-Lo tratti male perché non vuoi ammettere che siete fatti della stessa pasta e
che potreste diventare ottimi amici-
Cloud arrossì e se ne stette zitto per il resto della conversazione.
-Però se è passata la tua anima un modo per tornare indietro ci sarà!- disse
Aerith determinata
-Potrebbe esserci-
-E quale potrebbe essere?-
-O aspetto la prossima stella cadente, ma non è detto che Sephiroth ne veda una
nello stesso momento, oppure…dovremo incontrarci. Faccia a faccia-
-M-ma…è impossibile! Tra i mondi ci sono delle barriere infrangibili!- esclamò
Red accalorato
-Red, se ci pensi bene, se si sono scambiati vuol dire che le barriere sono già
deboli…Forse potremmo anche passare…- disse Aerith, l'unica che avesse poteri
paragonabili a quelli di Sephiroth
-…oppure a permettere ai miei amici di passare. Loro sono solo in sei. Dovrebbe
essere meno faticoso che farvi passare in otto-
-Ma nel tuo mondo ci sono persone in grado di aprire il portale tra le
barriere?- chiese Vincent che fino a quel momento era stato zitto ad ascoltare
-Ci sarebbe Rinoa, ma anche se lei non fosse abbastanza potente sono sicuro che
Sephiroth riuscirebbe a trovare un modo…E Quistis è molto intelligente…Insieme
ci riusciranno-
-Ma poi come diavolo faranno a tornare indietro se quella maledetta diavoleria
combina casini?- disse Cid con la sua solita raffinatezza
-Una volta che saranno di qua potremo dar loro una mano-
-La vera domanda è: che cosa ha indebolito le barriere? Non è un fenomeno
naturale…Se ci fosse qualcuno dietro sarebbe gravissimo…- intervenne Vincent
-Già, si rischierebbe la scomparsa o la fusione dei mondi senza possibilità di
ritorno…- disse cupo Red -O addirittura lo scambio casuale di corpi e anime, per
non parlare dell'instabilità dimensionale, che porterebbe all'esplosione del
pianeta…-
-Red, spiega un po' come **zz* fai a sapere 'ste cose-
-Me le ha insegnate il nonno-
-Ah, l'eremita del canyon-
-Allora dobbiamo escogitare un modo per aprire un varco tra le due dimensioni,
così che le cose possano tornare alla normalità- disse Tifa
Aerith s'intromise turbata: -Non è così facile…Se apriremo il varco le barriere
si spezzeranno…Le sento indebolirsi sempre più ogni secondo che passa…per mano
di qualcuno…-
***
-Avanti dottore, si sbrighi!- disse Zell impaziente
-Ein Moment, Jung, ein Moment!- rispose seccato il dottor Odine
-Su Zell, lascialo lavorare- disse calmo Sephiroth
-Vinito!- esclamò Odine d'un tratto
-Evviva!- fu il coro
Caricarono il macchinario montato dal dottore sul Ragnarok, e Selphie mise in
moto facendo sobbalzare tutti. Si diressero verso l'Isola Più Vicina Al
Paradiso, in modo da non fare danni in caso di incidenti. Una volta che furono
arrivati portarono giù la macchina, che aveva la forma di un arco a cui era
collegato un parallelepipedo ricoperto di tasti e leve ("Per fortuna che il
dottore ci ha spiegato come usarlo, altrimenti sai che confusione!" pensò
Sephiroth). Quistis si avvicinò al pannello di comando.
-Bene, che si dia inzio all'impresa- disse con enfasi, e tirò una leva
Nell'arco l'immagine ondeggiò, e poi cambiò: si aprì su una città
ipertecnologica avvolta in un giorno coperto, illuminata da una luce smorta,
semidistrutta.
-Ci siamo, è Midgar!- esclamò Sephiroth, la voce che esprimeva gioia e sollievo
-Bene, ora...- Quistis fu interrotta da un tuono, e subito un fulmine rosso
turbò il cielo sereno.
-Ma che succede?- chiese Selphie preoccupata
-La Barriera si spezza!- urlò Rinoa per sovrastare il fracasso proveniente dal
cielo azzurro -Allontanatevi subito da quell'aggeggio!-
Tutti corsero lontano dalla macchina, che esplose, gettando tutti a terra. Il
cielò fu oscurato da nubi minacciose, la terra cominciò a tremare sempre più
forte mentre il mare si faceva tempestoso e una forte pioggia prese a cadere,
subito rinforzata da una grandine molto grossa. Il vento ululava feroce.
-Ma che diavolo succede?- urlò Irvine per sovrastare l'ululato del vento
-Le Barriere si sono spezzate!- gli urlò di rimando Rinoa -Guarda!-
Al centro dell'isola si apriva ora un varco, che mostrava la città di Midgar,
anch'essa devastata dagli stessi biblici cataclismi. Il varco cresceva a vista
d'occhio.
-Presto, entriamo!- la voce di Quistis superò quella feroce del vento
Si gettarono tutti nell'apertura e si ritrovarono a cadere da trecento metri di
altezza verso gli Slums.
***
Squall si sedette sul letto a riflettere sull'esito dell'ultima riunione; era
ormai passata una settimana da quando aveva rivelato la sua vera identità, ma
ancora non erano venuti a capo di nulla: soprattutto, dopo l'agghiacciante
previsione di Aerith sulla rottura delle Barriere non avevano idea di come
fermare l'altro gruppo per far sì che non aprissero il portale. Ad un tratto, a
interrompere le sue riflessioni, udì un un forte picchiettare sul tetto e sulla
finestra. Quando guardò fuori il cuore gli saltò un battito: il cielo scuro era
solcato da fulmini rossi come il sangue, grandinava e pioveva forte, e il vento
soffiava tanto da staccare le insegne. Nel cielo della città si era aperta una
macchia scura, che mostrava inequivocabilmente un'isola del suo mondo, avvolta
dalla stessa tempesta, e si allargava a vista d'occhio. Aprì la finestra,
finendo in vestito da pioggia, grandine e vento, e allora, tormentate dal
maltempo, vide sei sagome scure nell'aria, e, quando tra di esse riconobbe il
suo stesso volto pensò di stare per avere un infarto: erano venuti! E avevano
anche infranto le Barriere: era una catastrofe! Poi si rese conto che i suoi
amici stavano precipitando nel vuoto da almeno trecento metri di altezza e che
si sarebbero sfracellati se non avesse subito fatto qualcosa. Uscì come un razzo
dalla stanza, travolgendo Aerith, che stava per entrare.
-Squall, ma che succede?- chiese stupita la ragazza mentre lui l'aiutava
frettolosamente a rialzarsi
-Sono arrivati, e fra poco si schianteranno!-
-Chi? Che cosa? Ma che dici?-
-Sono passati! Le Barriere sono spezzate!-
-Oh, cielo! E dove sono?-
-Qua fuori, trecento metri sopra le nostre teste, in rapido avvicinamento!-
-Oh, santo cielo!-
-Io vado!- uscì di corsa. Aerith invece si affrettò ad avvertire gli altri
dell'accaduto.
Una volta fuori, distinse facilmente le sagome che erano ormai al massimo a
dieci metri da terra. A quel punto, nonostante la grandine, si raddrizzò, puntò
bene i piedi a terra, le gambe leggermente divaricate, alzò le braccia e ordinò:
-Float!-
A circa tre metri da terra la rapida caduta del gruppo si arrestò bruscamente
sotto il suo comando, per lasciar atterrare delicatamente i malcapitati a terra,
in piedi e incolumi. Un sospiro di sollievo riempì l'aria, anche se inudito,
tirati in coro dai sei. Sephiroth, dopo il sollievo, prese una strana
espressione, tra lo stupito e l'arrabbiato:
-Ma cosa diavolo hai fatto ai miei capelli?-
***
Non appena si furono tuffati nel portale, si trovarono a cadere nel vuoto su
Midgar da almeno quattrocento metri, tormentati dalla grandine, dal vento e
dalla pioggia. Dopo un'eternità, distinsero a terra, ormai molto vicina, una
figura scura, con i capelli argentati. Quando ormai erano convinti che sarebbero
morti schiantati, la caduta si arrestò con un forte strattone. Atterrarono in
piedi davanti ad un uomo con corti capelli argentei, tagliati in maniera molto
simile a quelli di Squall. Una volta che si furono ripresi dallo shock,
Sephiroth assunse un'espressione molto strana: a metà tra lo schifato e l'irato.
Lo stesso fece Squall entro breve.
-Ma cosa diavolo hai fatto ai miei capelli?- tuonò Sephiroth, subito seguito da
Squall
-Cosa hai fatto tu a me!-
Si avvicinarono a passi cauti, camminando in un cerchio unico e scrutandosi,
prendendo atto dei cambiamenti avvenuti nel corpo di ciascuno, incuranti della
grandine e del vento.
-Ehm (clunk!), la grandine picchia!- disse Selphie con fare lagnoso
-Già, non sarebbe meglio entrare?- le fece eco Irvine
-Hmm, avete ragione- rispose distrattamente Squall
Una volta dentro trovarono tutto l'altro gruppo ad accoglierli.
-Come va, state bene?- si preoccupò subito Aerith
-Sì, grazie. Ma come è potuto accadere?- le rispose Quistis
-Voi non potevate saperlo, ma le Barriere erano già molto deboli, e
l'alterazione da voi provocata, per quanto piccola, le ha spezzate. E questo è
il risultato-
-Capisco. Oh, cielo che sciocca! Non mi sono neanche presentata! Il mio nome è
Quistis Trepe-
-Io sono Aerith Gainsbrough- e, andando avanti così, tutti si presentarono a
tutti. Una volta che ebbero finito, si passò alla faccenda più urgente.
-Ehm- esordì Aerith -ora che siete faccia a faccia cosa avete deciso di fare?-
I due avevano passato tutto il tempo a fissarsi, senza muoversi nè dire una
parola. Poi Sephirtoh parlò:
-Allora lo facciamo?- disse rivolto a Squall
-E facciamolo-
Si strinsero la mano e subito l'aria divenne torbida, le immagini si sfalsarono
e qualcosa sembrò scorrere tra loro, poi tutto cessò come era iniziato,
lasciando due ragazzi stupiti oltre ogni dire che ancora si stringevano la mano.
-Allora, come va?- chiese titubante Rinoa; gli altri tacevano, pieni di
aspettativa.
-Ah....eh....ehm...- fu l'eloquente replica di entrambi; sciolsero la stretta
frettolosamente, e per qualche istante rimasero immobili a fissarsi e a
riprendere possesso ognuno del proprio corpo.
Era abbastanza incredibile, tutto sommato: non sembrava fosse successo nulla.
Eppure per delle settimane si erano scambiati i corpi, e questi erano cambiati,
ma nonostante ciò sembrava che non li avessero mai lasciati. Squall sopratutto
era perplesso. ("Devo essere aumentato di almeno venti chili, eppure e mi muovo
con la stessa disinvoltura di prima...Ma quanta palestra ha fatto quel
culturista?" pensò poi un po' più acido, e si osservò meglio. Fece un piccolo
movimento, e sentì uno scricchiolio: era vestito di pelle! Giacca a maniche
corte, pantaloni aderenti larghi in fondo, e sotto la giacca una maglia aderente
senza maniche, rosso sangue. Per poco non boccheggiò. Prima non ci aveva badato,
ma sentirsi quei vestiti addosso era del tutto diverso."Ma che razza di gusti ha
Sephiroth? Beh," pensò vendicativo "se non altro anche io mi sono vestito in
maniera diversa dal suo solito!")
Venne poi il turno di Sephiroth di stupirsi. (Ma come diavolo si è tagliato i
capelli?" pensò acido toccando le punte dei capelli corti "Mi sento un cespo
d'insalata!" poi gettò uno sguardo ai vestiti. Rimase a bocca aperta: una
maglietta larga a maniche corte con sopra una camicia, e sotto un semplice paio
di jeans. "Ma dove sono finiti i miei completi di pelle? I miei pantaloni e le
mie maglie aderenti? Ma che diavolo di gusti ha quel ragazzino? Spero che gli
sia piaciuta la mia sorpresa, allora!" sogghignò poi, pensando a come si era
vestito per venire lì. "Spero proprio che gli prenda un colpo!")
-Ahem- li interrupe Irvine
-Mh?- risposero entrambi in coro
-Ma....va tutto bene?- chiese timidamente Aerith
-Oh, sì, sì certo- disse Squall, che stavolta era davvero Squall
-Siamo tornati noi stessi, se è questo che intendi- completò Sephiroth
D'un tratto la terra cominciò a tremare sempre più forte, facendo loro perdere
l'equilibrio, e da fuori si udirono boati e rumori di crollo. Poi uno schiocco
secco sopra di loro li avvertì che la casa stava per crollare loro addosso.
***
-Qui crolla tutto!- urlò Zell al di sopra degli schiocchi sordi delle travi del
soffitto
-Presto, tutti fuori!- ordinò Vincent
Uscirono proprio in tempo per vedere la casa crollare su se stessa. Si
rifugiarono al coperto fra le macerie.
-Ma che cosa succede?- sentenziò indignata Selphie
-Dobbiamo fare presto, o Midgar sarà distrutta prima che si possa fare qualunque
cosa- disse Aerith con voce grave
-Ma da dove incominciare?- disse piano Squall, già assorto in profonde
riflessioni
-Dunque, ricapitoliamo la situazione- s'intromise Sephiroth, portando
l'attenzione su di sè -Lo scambio di anima fra me e Squall è avvenuto a causa
del fatto che qualcuno sta manomettendo le Barriere, indebolendole. Ignari di
questo, noi- indicò sè e poi gli amici di Squall -siamo passati e ne abbiamo
così causato la rottura. Il problema è capire chi o che cosa sta facendo questo-
-Come se fosse semplice!- lo interruppe Irvine -Potrebbe essere qualunque nuovo
membro del club dei pazzoidi, e noi ci metteremmo dei secoli a scovarlo!-
-Potrebbe essere più semplice di quanto crediamo- interloquì Quistis con aria
pensosa -E se fosse qualcuno che già conosciamo? Prima di gettarci su ignoti
nuovi arrivi propongo di controllare le vecchie conoscenze-
-Parli di Jenova?- chiese Tifa
-E di Artemisia- completò Rinoa
-Esatto- confermò Quistis -proprio loro. D'altro canto sono le prime della
lista-
-Guardate lassù!- gridò Selphie all'improvviso, ansiosa
Tutti alzarono gli occhi al cielo.
-Dannazione!- esclamò Sephiroth
-Mio dio!- disse Rinoa
-Che Hyne ci protegga!- augurò Quistis
-Porca t****- imprecò Cid
-Oh, Ancients, proteggeteci!- pregò Aerith
-Maledetta!- gridò Squall
-....- Selphie tacque
-Jenova!- disse Vincent
-Ma l'altra chi è?- chiese Tifa
-Quella è Artemisia- rispose Squall a denti stretti
Sul plumbeo strato di nuvole la cui grandine tormentava Midgar si stagliavano
due enormi sagome dai toni grigiastri, che sbirciavano il mondo come dee
annoiate. I loro sguardi truci sembravano trapassare ognuno di loro da parte a
parte, con la potenza delle vive fiamme. Le due donne sembravano fluttuare al di
sopra delle nubi, coprendo con la loro nefasta ombra l'intera città: i capelli e
le vesti fluttuavano ad un vento che loro non potevano percepire, le mani si
muovevano verso qualcosa che a loro non era consentito vedere, chissà dove nel
luogo dove esse dimoravano. La scena era spaventosamente affine con ciò che
avrebbe portato, cioè un nero abisso di tenebra e disperazione.
***
-Cosa facciamo?- chiese Rinoa
-Ma come fanno?- chiese Zell
-Non come fanno, ma dove sono- lo corresse Red
-E allora dove possono essere per riuscire a fare questo?- domandò Caith Sith
-Le Barriere!- esclamò Quistis d'un tratto
-Come?- chiese Aerith
-Ma certo! Sono oltre le Barriere!- dissero in coro Squall e Sephiroth,
scambiandosi poi uno sguardo perplesso
-Red, che tu sappia c'è un qualche spazio tra le barriere?- chiese Sephiroth
accavallando le parole per l'entusiasmo
-Sì. Al Canyon si dice che sia lo spazio che occupavano gli dei prima di
allontanarsi ancora di più. Si chiama Luogo Senza Dove-
-Ma noi come ci arriviamo?- chiese Tifa
-Non è semplice, ma neanche impossibile. Bisogna rompere la curva dello
spaziotempo, e introdursi nel varco che si viene a formare prima che la curva
riacquisti stabilità. Per far questo bisogna cercare di rompere sia la
dimensione spaziale sia la dimensione temporale, e si aprirà la porta per il
Luogo Senza Dove-
-Ma loro come ci sono arrivate?- sussurrarono Squall e Sephiroth, pur non
sentendo l'altro; si scambiarono uno sguardo, e immediatamente colsero ciò che
finora era loro sfuggito
-Ma è ovvio!- sbottarono in coro
-Jenova ha infranto la curva spaziale- disse Sephiroth
-e Artemisia quella temporale!- completò Squall
-Entrambe le cose sono successe nello stesso istante, e così si è aperto il
Portale- concluse Vincent
-E noi come faremo?- chiese Yuffie
-Non abbiamo le capacità per riuscire a infrangere lo spaziotempo- interloquì
Cloud
-Ed è qui che ti sbagli- gli si rivolse fiduciosa Rinoa -Io posso alterare il
tempo...-
-...e io lo spazio- completò Sephiroth -Ciò premesso, siamo a cavallo-
BROOOOOOOM!
Una scossa ancora più forte delle precedenti colpì le già precarie costruzioni
di Midgar, facendone crollare quasi la metà. La grandine prese a battere più
forte i sottili tetti metallici, sfondandoli; i marosi giungeveno ormai a
chilometri all'interno delle coste, e il vento si mise a soffiare così forte che
avrebbe potuto portare via un bambino. Una folata gelida li investì in pieno, e,
facendo svolazzare gli abiti e scompigliando loro i capelli, lì gelò fino alle
ossa. Fuori alla grandine si aggiunse una pioggia torrenziale, e ben presto
l'acqua a terra cominciò a ghiacciare, incrinando il metallo delle strutture che
ancora resistevano.
-Non c'è più tempo!- la voce angosciata di Aerith sovrastò l'ululato del vento
-Dobbiamo farlo, ora!-
-Va bene- disse Sephiroth -Sei pronta?- continuò poi, rivolto a Rinoa
-Sono pronta-
-Io comando, che lo spazio si pieghi al mio volere!|Io comando, che il tempo si
pieghi al mio volere!- gridarono in coro
L'aria davanti a loro tremò, mentre lo spazio e il tempo si piegavano al loro
potere. Si aprirono due varchi, sagome vaghe che sfuggivano non appena le si
guardava direttamente, che ben presto divennero uno solo, che infine acquisì
stabilità e definizione: oltre si apriva un'enorme sala in cristallo, con decine
di migliaia di sfaccettature, ognuna delle quali si apriva su un mondo diverso;
Artemisia e Jenova fluttuavano lontano, ancora ignare della loro presenza,
occupate a devastare i due mondi.
-Il Luogo Senza Dove!- esclamò Red stupefatto
-Presto, dentro, prima che ci vedano!- ordinò Squall
Corsero tutti ad occhi chiusi nel portale, per ritrovarsi a fluttuare come
fiocchi di cotone nell'assenza di gravità.
***
Squall fu il primo a reagire: impugnò il Gunblade e si gettò verso le streghe,
subito seguito da Sephiroth. Gli altri vennero loro appresso subito dopo.
Le due si accorsero di loro appena in tempo per schivare due magie Ultima,
lanciate da Squall e Sephiroth.
-Questa è la resa dei conti!- urlò loro contro Squall, pieno di rabbia
-Preparatevi a morire!- gli fece eco Sephiroth
-Ma cosa credete di poter fare, voi, stolti umani? Non siete di fronte allo
stesso nemico che avete affrontato in passato!- disse Artemisia
-Unite siamo dieci, cento volte più forti! Non avete speranza di batterci!-
I due si guardarono preoccupati. Poteva essere vero quello che stavano dicendo?
D'un tratto la gravità li scaraventò a terra, procurando loro diverse decine di
lividi e lividini. Anche le streghe scesero a terra, atterrando con delicatezza.
-E ora, se ci tenete, lo scontro può cominciare- disse Jenova mettendosi in
posizione da combattimento, poi guardò a terra, con aria delusa, il gruppetto
dolorante e ammaccato -Ma che fate, si può sapere? Alzatevi, su! O vi devo
rimettere in piedi io?- disse con tono di scherno, accennando una magia Levita
-No, grazie...Facciamo da noi- disse Sephiroth a denti stretti
-Molto bene, allora. Sbrigatevi, detesto aspettare- fece l'aria annoiata. Si
stava divertendo a ridicolizzarli, sicura di vincere.
Una volta che tutti furono in piedi iniziò una lotta all'ultimo sangue tra
Artemisia e Jenova e i loro antichi avversari. Erano davvero sorprendentemente
forti, molto più di quando le avevano combattute l'ultima volta. Ben presto
Tifa, Zell e Irvine furono messi fuori uso; Selphie subito dopo, seguita da Cid,
Barrett e Vincent; poi fu il turno di Quistis, Cloud, Yuffie, Caith Sith e Red.
Alla fine in piedi rimasero solo Squall, Rinoa, Sephiroth e Aerith, che
combattevano strenuamente, ormai quasi allo stremo, Squall e Sephiroth
combattendo, Rinoa e Aerith curando i loro amati, e sè stesse, potendo, contro
le due donne che invece non sembravano aver riportato molti danni.
Alla fine Squall e Sephiroth caddero, appoggiati ognuno alla propria spada,
ansanti.
-Avete visto? Non potete nulla contro di noi, e là fuori mondi stanno andando in
pezzi sotto le calamità che abbiamo evocato. Cosa pensate di fare? Morire qui
uccisi da noi, o fuggire e morire insieme a tutti quanti, devastati dalle
intemperie? A voi la scelta- disse Artemisia con superiorità
-Se lo desiderate vi lasceremo andare a morire là fuori- proseguì Jenova, il
tono carico di affettata generosità
-No...g..grazie- disse Sephiroth, pieno di ferite, i vestiti strappati, il
sangue che gocciolava a terra senza fermarsi mai; Squall era nelle stesse
condizioni.
-Come preferite- la malvagia coppia unì le forze nell'attacco finale
-Compressione Cosmica!- urlarono in coro
Il buio cadde come una cappa su di loro, pesante, quasi tangibile.
Sephiroth sentì come se il cuore gli venisse stretto in mano da qualcuno. Gli
faceva male...Le lacrime scesero dai suoi occhi, mentre si stringeva il petto, e
dal buio emergeva lentamente un'immagine: il tempio degli Ancients...E, al suo
centro, la sua bella Aerith, che pregava, la White Materia che risplendeva tra i
suoi lucenti capelli castani. Ad un tratto Cloud irruppe nella stanza, in viso
un'espressione ansiosa. Lei alzò gli occhi, e...E la sua Masamune la trafisse
alla schiena, dall'alto, e lei spalancò pietosamente gli occhi, si accasciò
esanime lungo la lama insanguinata, e negli occhi le cui palpebre cadevano si
spense l'ultima luce di vita. Cloud guardava impotente la scena, mentre la furia
e l'odio si accendevano nei suoi occhi chiari...Si strinse più forte il petto,
la stretta sul suo cuore si faceva più forte il dolore accecante...Poi dal buio
emerse una mano candida, tesa. Lui la prese...
Squall riconobbe subito la stretta al cuore provata durante la compressione
temporale, solo che stavolta era leggermente diversa, non capiva in cosa... La
stretta si prolungava, diventava più forte, più dolorosa. Dal buio emerse una
strana immagine: tutti i suoi compagni, morti, a terra, nel Luogo Senza Dove,
lui, unico sopravvissuto, era in piedi davanti al mucchio di cadaveri, il
Gunblade insanguinato. Guardare anche solo per un istante quei corpi lo turbò
profondamente: non c'era un punto in cui la pelle fosse ancora intatta, erano
assolutamente irriconoscibili. La pelle distrutta e bruciata con tagli precisi e
di enorme violenza. Poi lo 'Squall' della visione si volse a guardare quella
carneficina, una mano guantata a coprirgli il viso, i vestiti rossi di schizzi
di sangue. Pian piano la mano scese lungo il viso, rivelando il ghigno folle che
vi era dipinto, gli occhi folli e iniettati di sangue... Una risata disumana si
sciolse dalle labbra rosse del sangue dei suoi amici, e gli trapanò il cervello.
"NO! NON E' POSSIBILE! NON PUO' ESSERE!" gridò disperato nella mente, il cuore
che gli doleva più che mai, le lacrime che gli solcavano il viso. Una mano
emerse dall'oscurità, e lui l'afferrò con tutta la forza della disperazione...
Squall si trovò a tenere la mano di Rinoa, Sephiroth quella di Aerith.
-Siete salvi ora- disse Rinoa sollevata
-Non tutto è perduto- continuò Aerith
-Cosa...cosa erano quelle?- chiese Squall, ancora sconvolto
-Visioni indotte per distruggere la vostra mente- spiegò Aerith -Ma noi non
abbiamo prestato fede a simili infamie, e abbiamo fatto di tutto per salvarvi-
-Grazie- dissero entrambi
-E di Artemisia e Jenova che ne è stato?- chiese Squall
-Sono ancora occupate a tenere in piedi la compressione sugli altri- gli rispose
Rinoa addolorata -Non abbiamo potuto fare niente per loro-
-Lo faremo adesso- disse determinato Sephiroth
Prese in pugno la Masamune, ma Aerith lo fermò.
-Aspetta, non è così che vinceremo-
-E come allora?-
-Con la forza del cuore- poggiò il pugno chiuso sul cuore - Dammi la mano-
allungò a Sephiroth la mano destra
Lui la prese, e immediatamente una luce purissima cominciò a brillare dalle loro
mani unite, soverchiando il mondo che li circondava, offuscando suoni e luci.
-In questo luogo è la forza dell'anima a comandare!- gli urlò Aerith per
superare gli effetti della luce, il viso sorridente -Loro non possono vincere!-
Squall impugnò il Gunblade, ma Rinoa poggiò una mano sul calcio.
-Fermo, ti stai sbagliando-
-In cosa?-
-Non possiamo vincere così, qui-
-Ma allora come?-
-Così- gli prese la mano di slancio, e una bianca luce sgorgò da quell'unione,
offuscando il mondo che li attorniava
-E' questa la vera forza qui!- esclamò Rinoa felice -La forza dell'animo!-
La luce inondò tutto, come un fiume in piena, e attraverso le sfaccettature di
cristallo sulle pareti raggiunse anche altri mondi, compresi i loro, calmando le
catastrofi, ricostruendo gli edifici distrutti, guarendo i feriti, rasserenando
i cuori. Raggiunte le streghe, ruppe il loro incantesimo, ed esse si trovarono
prive di qualsiasi forza, e si accasciarono a terra, esanimi. Un ultimo lampo
cancellò anche i loro corpi da quel magico luogo, guarì le ferite dei loro
amici, e svegliò le loro menti dalla compressione, ormai penetrata in
profondità.
***
Quando la luce si spense, erano di nuovo a Midgar, le mani ancora strette,
davanti alla casa di Cloud e Tifa, tutto come prima che le barriere fossero
spezzate.
Sephiroth si guardò intorno: nessuna traccia di Squall e dei suoi amici. Poi si
accorse, voltandosi, che i suoi capelli erano ricresciuti di colpo, lunghi come
prima. Per fortuna almeno i vestiti erano quelli che portava Squall quando si
erano incontrati per rimettere le cose a posto. Con un sorriso pensò che
dopotutto Squall aveva ragione: non gli stavano poi così male. Ma il sorriso si
spense subito sulle sua labbra, e alzò gli occhi al cielo. Loro erano tornati a
casa, e con loro era sparito un pezzo della sua anima.
***
Quandò finalmente poterono tornare a vedere, si resero conto di essere
sull'isola più vicina al paradiso. Sephiroth e gli altri non c'erano. Squall si
rese conto di essere tornato lo Squall di prima dello 'scambio', i soliti
capelli corti, il solito fisico. Solo i vestiti erano quelli che Sephiroth aveva
indossato per passare il varco tra le Barriere. Alla fin fine non aveva poi
tanto torto: il completo di pelle nera gli stava bene, tutto sommato. Subito si
rabbuiò: erano ognuno al proprio posto, le Barriere erano di nuovo integre, e
loro non si sarebbero mai più rivisti. Mai più. Gli parve che un pezzo della sua
anima venisse strappato come un lembo di stoffa.
***
-No, no e poi NO!- urlò Sephiroth in risposta alle accorate preghiere di Aerith
-Non me ne frega niente, io non mi rassegno a non rivederli mai più!!-
-Ma, Sephy, le Barriere non si possono...-
-Una maniera c'è sempre!- urlò lui, frustrato oltre ogni dire -E io ho
intenzione di trovarla!-
Aerith sospirò, e si limitò a questo, anche lei in cuor suo sperando che un modo
ci fosse.
-Guarda Vincent come si è ridotto da quando Quistis è sparita! Sembra più morto
di prima! E Yuffie? Da quando Zell se n'è andato non fa altro che sospirare! Non
posso rassegnarmi a lasciarli in questo stato! NON POSSO!- scaraventò un vaso
contro il muro, mandandolo in frantumi.
***
Squall spiccò la testa dell'Archeosaurus con un unico gesto secco e furibondo.
-No che non mi ci rassegno!- senza neanche voltarsi lanciò un Firaga a un Grat,
uccidendolo all'istante
-Ma Squall...-
-'Ma Squall' un corno! Ma Quistis, hai visto come ti sei ridotta da quando non
vedi più Vincent? Da quando siamo tornati non ti ho ancora vista sorridere! E
Zell? Ma dico, lo hai visto? Fa un solo pasto al giorno, e se non lo
costringessimo noi non farebbe neanche quello, da quando si è separato da Yuffie!
E io dovrei lasciar perdere? Ma ti deve mancare qualche rotella!!- ciò detto
disintegrò un Grat e due Archeosaurus con una magia Ultima carica di rabbia.
***
Aerith si sedette.
-Cosa vogliamo fare, dunque? E' già passato un mese da quando ci siamo separati-
disse calma a Sephiroth, che sedeva di fronte a lei
-Non lo so proprio...-
Lei scattò in piedi -Nenache io mi arrendo!- si mise a camminare avanti e
indietro per la stanza, pensando a una soluzione. Poi le venne il colpo di
genio.
-Ma certo!!!- urlò -Ora ci sono!!! Red! RED!- chiamò poi
-Sì, che c'è?- chiese lui entrando nella stanza
-Che tu sappia, c'è qualche conseguenza per coloro che tornano dal Luogo Senza
Dove?-
-Mmh...!!! Ma certo!!! Sì, c'è. Insomma, coloro che entrano nel Luogo Senza
Dove, anche se poi vi escono, diventano in grado di manovrare le barriere. Ma
c'è una condizione: solo chi ne comprende le regole può riuscirvi, e io temo che
noi...-
I volti di Aerith e Sephiroth si illuminarono.
-Io ordino- dissero in coro -Che le porte tra i mondi si aprano davanti a me!-
un varco si aprì all'istante, mostrando il giardino del Garden, con il gruppo al
gran completo. Corsero a chiamare gli altri e tutti si gettarono con gioia
nell'apertura.
***
La malinconia regnava sovrana. Tutti erano tristi all'idea di non vedere mai più
gli amici da poco incontrati.
"Non è giusto" pensò Squall
Poi tra gli alberi del boschetto si aprì un varco, che mostrava la stanza di
Aerith e Sephiroth a Midgar. Immediatamente tutti compresero il significato di
quell'evento, e si precipitarono attorno all'apertura, giusto in tempo per
vederne uscire dieci volti familiari.
Fu tutto un brusio di saluti, di frasi imbarazzate, di accoglienza calorosa.
Furono dette cose importanti, vi furono pensieri felici, spaventati, tristi. E
per ore così, a parlare in giardino, fino al tramonto, fino allo stremo. Insieme
tornarono nel Garden, e nessuno poté più separarli.
FINE