EXILIA THE NOBODY
di Aeris-Rinoa


CAPITOLO 1 - Un nuovo Nessuno

Era buio e faceva freddo. Quel freddo che ti gela le ossa e ti inaridisce l'anima, e quel buio che sembra volerti inghiottire o risucchiarti pezzo a pezzo. Sentivo un fruscio in sottofondo, come se ci fosse una miriade di creature che strusciavano una contro l'altra, un fruscio viscido e allo stesso tempo asciutto, come di qualcosa che non esiste per davvero. Mi faceva male il cuore, ma quando abbassai lo sguardo per osservare vidi il mio corpo, e un buco nero al posto del cuore. Dov'era?! Ero forse morta? Mi sembrava che da quella macchia uscisse tutto il buio che mi circondava. Mi sentivo dilaniata dentro, come un stridio di metallo nel cervello, e mi sembrava di sentire la mia ombra strisciare via, lontana, subdola e animata di volontà propria. Sentivo il vuoto in quel punto del petto, come se lì non ci fosse mai stato nulla, come se non dovesse mai più esserci nulla. E allo stesso tempo mi resi conto di essere inconsistente, come fossi fatta di fumo; un filo di fumo nell'oscurità. Ma sentivo le mie membra pesanti, riprendevano sostanza, e riuscivo perfino a sentire la sensazione della stoffa addosso. Poi il buio prese ad aprirsi piano, e comparvero prima un cielo grigio, poi alcuni edifici dalle sgargianti insegne al neon, e poi un enorme castello, grigio come...il nulla. Un grande simbolo spiccava sulla torre centrale, un simbolo che non conoscevo, e a breve mi ritrovai stesa in terra, in mezzo ad una pozzanghera, sotto la pioggia battente che però non cadeva dal cielo. Nelle pozzanghere attorno a me viscide ombre dagli occhi gialli si muovevano, producendo quel fruscio così orribile che aveva animato la mia incoscienza. Le insegne lampeggiavano nella pioggia come se nulla fosse, e io rimasi lì, ferma, ad aspettare chissà cosa. Sapevo solo di non volermi muovere. Sentivo i capelli umidi, e le gocce scorrere sul viso, ma dentro mi sentivo vuota, come se mi fosse stato portato via qualcosa che non avrei mai potuto riavere indietro. Guardavo quel cielo grigio senza nubi, senza luce e senza stelle, quel cielo che sembrava essere fatto di nulla. La pioggia mi cadeva negli occhi, mi bagnava i vestiti, eppure non mi bagnava la pelle sotto di essi. Vestiti impermeabili? Controvoglia, mi alzai. I capelli bagnati mi caddero lungo il viso, un cappuccio mi si afflosciò sulla schiena. I lacci con la punta in metallo tintinnarono attorno al mio collo. Un impermeabile nero? Aveva uno chiusura lampo che correva fino alle caviglie, ed era semi aperto. Mi vestiva molto aderente, così come i pantaloni e gli stivali neri che indossavo sotto di esso. Ero tutta bagnata dalla pioggia incessante, che aveva preso a scendermi lungo la schiena, quando attorno a me si materializzarono otto figure maschili avvolte nello stesso medesimo impermeabile, con il cappuccio alzato a nascondere i volti; uno, alla mia destra, era piuttosto basso.
-L'oscurità ha compiuto un nuovo prodigio- annunciò la voce dell'uomo dritto di fronte a me -Tredici non più tredici, oggi è nato un nuovo Nessuno. Accogliete il numero otto-
Gli applausi mi riempirono le orecchie, coprendo persino lo scrosciare della pioggia.

CAPITOLO 2 - Non-essere, qual è il tuo problema?

-Nessuno? Io...non capisco- dissi, disorientata e in un certo modo spaventata dall'incombere di quegli individui
-Benvenuta nella non-esistenza- disse l'uomo al centro -E' giunto il momento del tuo battesimo, numero otto dell'Organizzazione XIII-
-Organizzazione XIII?! Dove sono finita?! Chi sono io?!- non mi ricordavo il mio nome, nè null'altro prima di quel buio freddo e avvolgente; non sapevo chi ero, nè come ero finita lì o chi fossero le persone che avevo davanti. Che cos'era questa misteriosa organizzazione di cui a quanto sembrava facevano tutti parte?
-Tu, ora, sei un Nessuno- disse un'altro uomo alla mia destra, il penultimo
-Sei ciò che resta quando il cuore ti viene portato via. Sei un non-essere- disse un altro
Non-essere? Senza cuore? Non mi ricordavo nulla eppure sapevo: gli Heartless, i Nessuno...
-Sei un Nessuno nato dal cuore forte di una persona che è diventata un Heartless- parlavano a turno
-Io...sarei diventata un Heartless?! E adesso...questo è ciò che resta? Un corpo e un'anima senza cuore?!- non ci potevo credere! Senza cuore...senza sentimenti!
-Il tuo nome sarà Exilia, numero otto- disse di nuovo l'uomo al centro -Scegli la tua arma-
-Io...- sentivo un'affinità, un'immagine mi baluginava in mente -Un cristallo. Scudo e lama-
Un brusio di approvazione riempì l'aria umida, e davanti a me si materializzò uno splendido cristallo dal colore sporco, grigio fumo, nella sua leggera opacità. Proprio quello che avevo immaginato.
-La tua esistenza ora perseguirà un unico obbiettivo- indicò l'enorme luna a forma di cuore che dominava il cielo notturno ora sereno -Kingdom Hearts. Esso, se lo nutriremo con una sufficiente quantità di cuori, ne donerà uno a ognuno di noi-
-Potrò avere...di nuovo un cuore?- la brama mi assaliva come un ondata di corrente marina. Di nuovo un cuore...avrei potuto fare qualunque cosa per riaverlo indietro. Uno di loro mi si avvicinò da destra, e tirò giù il cappuccio, rivelando un'enorme massa di capelli rossi che incorniciava il viso affusolato e gli occhi verdi contornati di nero.
-E' dura per tutti- mi disse, poggiandomi una mano su una spalla -Ma abbiamo un sogno da inseguire-
Un altro uomo mi si avvicinò da sinistra, e scoprì il viso, e con esso la cicatrice a forma di X che gli segnava la fronte , i capelli azzurri come il ghiaccio e le orecchie a punta.
-Noi siamo diversi- mi disse -Perché noi, anche se non abbiamo un cuore, ci ricordiamo com'era-
L'uomo dalla voce profonda mi si avvicinò con passo cadenzato, e scoprì il volto dalla pelle scura e gli occhi color di fiamma viva, i capelli argentei scintillavano alla luce di Kingdom Hearts.
-Non lasciare che i sentimenti che ancora ricordi ti ostacolino. Per raggiungere il nostro obbiettivo siamo disposti a tutto. E in questo non abbiamo sentimenti. Ricordalo bene-
Non sapevo nemmeno cosa rispondere. Gli altri si levarono i cappucci, e io potei finalmente vedere i loro volti: alla mia sinistra erano rimasti un uomo con i capelli corti e ossigenati e la barba dello stesso colore, uno con una benda sull'occhio destro e i capelli grigi e uno con i capelli lunghi a treccine e lo sguardo truce; a destra c'era un ragazzo biondo con una strana pettinatura, e infine il tipo basso, con i ribelli capelli biondo scuro e gli occhi color del mare.
In ordine mi dissero il loro nomi.
-Saïx-
-Luxord-
-Xigbar-
-Xaldin-
-Demyx-
-Axel-
-Roxas-
Per ultimo parlò l'uomo con i capelli argentei.
-Io sono Xemnas, e sono a capo di questa organizzazione. Ti do il mio benvenuto, anche a nome di tutti gli altri, Nessuno Exilia-
-Grazie- dissi, ma qualcosa dentro di me strideva come il rumore delle unghie su di una lavagna.

CAPITOLO 3 - Il Nessuno è la misura di tutte le cose

Mi condussero dentro l'enorme maniero sospeso sopra la città illuminata dai neon. Era così maestoso, con le grandi scalinate e le enormi stanze, tutto grigio. Un grigio quasi luminoso, che rendeva quel posto estremamente accogliente, mi faceva sentire a casa.
-Bello, eh?- Axel mi si avvicinò con un sorriso sornione stampato in faccia -Tutta farina del nostro sacco-
-Decisamente meraviglioso- gli sorrisi io; Axel distolse lo sguardo in tutta fretta. Roxas si avvicinò da dietro.
-Attento, Axel, tra poco la tua faccia raggiungerà il tono di rosso dei tuoi capelli- un ghigno sarcastico gli si dipinse in faccia.
-Aah, Roxas, taci!-
Roxas ridacchiò e con un gesto di sufficenza ci passò avanti, senza che il sorrisetto svanisse dalla sua faccia.
-Davvero vivete qui? E' molto grande...-
-C'è parecchio spazio, in effetti. Ma lo usiamo tutto- rise -Da ora in poi questa sarà anche casa tua, Exilia-
-Grazie, Axel- lancia un'occhiata agli altri membri del gruppo: stavano chiacchierando con noncuranza su per le scale, Xemnas a parte, che se ne stava sempre per i conti suoi. Poi Saïx mi guardò un attimo, fece segno agli altri di seguirlo e mi si avvicinò, sorridendomi benevolo.
-Visto che sei appena arrivata non mi pare giusto escluderti dai discorsi-
Xigbar rise: -Sempre che li capisca!-
Luxord si mise in mezzo: -Pesca una carta- mi porse la mano piena di carte
Ne presi una: era un asso di cuori.
-Oh-ho, ti aspetta un destino felice- mi fece un sorriso enigmatico
-Mi domando chi sarà il fortunato!- disse Demyx ridendo
-Vorresti essere tu, eh?- Xigbar gli tirò qualche gomitata; le risate riempivano l'aria. Mi sembrava impossibile che fossimo tutti dei Nessuno, regnava un clima così caldo... Decisi di non pensarci. In fin dei conti anche se non avevamo un cuore lo avremmo riavuto presto, molto presto...
-Sentite- esordii con aria pensosa -Xemnas mi ha detto...di Kingdoma Hearts. Ma come faremo a liberare i cuori dagli Heartless? Mi sento stupida a chiederlo a lui-
-Tu non lo sai, è vero- mi disse Saïx a fronte corrugata -Esiste qualcuno, il prescelto del Keyblade, di nome Sora. Lui possiede quest'arma, il Keyblade, che solo lui può brandire e che è in grado di aprire e chiudere ogni serratura. Se lui sconfigge gli Heartless, i cuori si liberano e vanno a nutrire Kingdom Hearts. Noi possiamo controllare gli Heartless, e così glieli scagliamo contro. Sembra non avere troppi problemi a farne strage-
-Efficace. Immagino lui non ne sappia nulla- dissi io
-Naturale-
Quelle unghie stridevano maledettamente.
Entrammo in una stanza con tredici porte, alcune delle quali erano distrutte. Sul pavimento, ai piedi degli stipiti, c'erano i disegni delle armi dei proprietari.
-La Prova dell'Esistenza- disse Xemnas con tono solenne -L'accesso ai nostri rifugi privati-
Una porta campeggiava luminosa come un lampada nuova di zecca, con una gemma disegnata sul pavimento davanti.
-La tua stanza- mi disse Saïx -Arredala come preferisci-
-Grazie!- mi sentivo a casa, fra amici, in famiglia
-Guardatela, com'è contenta!- mi prese in giro Xigbar
Io per tutta risposta feci un sorriso luminoso; tutti s'incupirono, e io li guardai interrogativa. Xemnas mi prese da parte.
-Devi scusarci. E' molto tempo che non riusciamo più a sorridere in quel modo-
-Mi dispiace- mi zittì con un gesto
-Goditela finché puoi- mi fece un piccolo sorriso, seminascosto dalla smorfia spavalda che aveva sempre in viso
Poi notai una porta con davanti due Keyblade: non potevo confondermi.
-Di chi è quello?- chiesi
-Mio- Roxas si fece avanti con aria mesta
-Io credevo che il Keyblade lo potesse maneggiare solo Sora-
-Io...sono il suo Nessuno-
Mi misi una mano sulla bocca per lo shock. Il suo Nessuno?! Sora era forse diventato un Heartless?!
-Ma...e Sora?!-
-Dorme da qualche parte, aspettando di recuperare i ricordi che Naminè aveva smembrato e poi riassemblato- Xaldin si mise a raccontare i fatti accaduti nel Castello dell'Oblio tempo prima
-Mi dispiace...- avrei voluto incontrare persino i traditori. Erano la mia famiglia.
-Lascia stare. Prendi invece possesso della tua stanza- Demyx mi ci spinse dentro.
Era un ambiente enorme, del tutto privo di qualunque forma. Mi divertii davvero molto ad arredarlo con i poteri con i quali mi stavo appena ambientando: li sentivo già parte di me.
Quando uscii trovai tutti fuori con i volti corrucciati.
Nella città risuonò un tuono. Corremmo tutti fuori: nel cielo notturno le nuvole si diradavano, e le comete riempivano ogni spazio celeste. Sul Grattacielo della Memoria un ragazzo stava in piedi a braccia aperte a croce, con una benda sugli occhi.
-Chi diavolo è quello?- chiese Saïx
-E' mio- disse Roxas lanciandosi lungo il Limite della Disperazione, un lungo sentiero luminoso che conduceva dal castello alla città.

CAPITOLO 4 - Amor, ch'a nullo amato amar perdona

Lo seguii. Sotto il Grattacielo della Memoria si fermò, guardò in alto, e gli Heartless lo circondarono. Ne uccise alcuni, poi si lanciò su per il grattacielo, e i due si scontrarono in un gran clangore di metallo, precipitando entrambi verso il basso.
-Perché...perché tu hai il Keyblade?- chiese il ragazzo con i capelli argentei, con voce quasi disperata -Tu...sei il suo Nessuno...-
Roxas gli si lanciò contro...e io mi misi in mezzo.
-Exilia! Cosa ci fai qui?- mi disse
-Roxas, non lo fare. Hai vinto-
-Lui è un problema- disse di malavoglia, quasi lui stesso avesse dei dubbi sul suo operato
-Non difendermi!- mi urlò l'altro -Non ho bisogno di essere difeso da un Nessuno!- sentii come l'infrangersi di qualcosa nella mia anima. Una lacrima mi scese lungo una guancia.
-Io non ti difendo. Io sono qui per ucciderti- in quel momento un gelo vuoto come lo spazio si impadronì della mia anima: solo allora seppi veramente cosa voleva dire essere un Nessuno.
-Bene, fatti sotto- combattemmo per un bel pezzo, lui con quella strana spada a forma di ala di pipistrello e io con la mia gemma. Ma alla fine mi fermai.
-Rispondi a una mia domanda. Cosa c'è fuori?-
-Cosa? Non sei...mai stata fuori da questo mondo?- io scossi la testa, il suo sguardo si addolcì -Tu non capisci! Voi state distruggendo tutti i mondi là fuori! Gli Heartless li stanno consumando poco a poco! Per di più state rubando tutti i cuori forti per farne dei potenti Nessuno. Non ve lo posso permettere!-
-Che cosa?!- loro...stavano facendo una cosa simile? Le sole persone care che avessi, le sole con cui mi sentissi a casa? Le conoscevo solo da poco tempo eppure mi sembrava di essere insieme a loro da sempre. Non ci volevo credere... -Esaudisci...il desiderio di un'anima morta. Portami lontano da qui-
-Come?! Sei forse impazzita?-
-Mostrami le atrocità di cui mi stai parlando, così che ci debba credere per forza! Voglio vedere la realtà!- le lacrime mi scendevano lungo il viso; lui mi si avvicinò.
-Tu non puoi essere un Nessuno...-
-Non farti ingannare- gli dissi -Lo sono appena diventata, sono brava a fingere-
-Vieni via con me-
-....-
-Accetto di esaudire il tuo desiderio, vieni con me-
Un calore strano mi riempiva il punto del petto nel quale avrebbe dovuto trovarsi il mio cuore.
-Via... Dammi la mano- gli presi la mano e usai i miei poteri per portarci il più lontano possibile da lì. Quando riaprii gli occhi gli stringevo la mano sotto il cielo al crepuscolo di una citta, in cima ad una torre dell'orologio con delle strane campane ai lati. L'aria calda mi accarezzava la pelle, e per la prima volta vidi chiaramente il suo viso alla luce del sole: il cuore mi fece un balzo in petto, o l'avrebbe fatto se l'avessi avuto.
-Ti chiami...?-
-Exilia-
-Io mi chiamo Riku. Vuoi aiutarmi?-

CAPITOLO 5 - Il lungo sonno

Mi condusse nei sotterranei di una villa, dove uno strano uomo con il viso avvolto in bende rosse sedeva in un sotterraneo metallico pieni di cavi e macchinari.
-Ah, Riku- gli si rivolse quando entrò -Chi è la tua amica?-
-Si chiama Exilia-
-Sono una dei tredici-
-Riku, perché l'hai portata qui?! Lo sai quanto è pericoloso?-
-Lo so-
-Io...non voglio tornare-
Riku mi portò in giro, mi mostrò la villa e in seguito la città: mi disse che si chiamava Crepuscopoli e che era esattamente nel mezzo tra luce e oscurità. Mi condusse per le vie colorate e i prati fioriti.
-E' questo...il fuori? E' bellissimo!- gli dissi, mentre eravamo in cima alla Collina del Tramonto, con il vento che mi scompigliava i capelli.
-Tu...sei davvero un Nessuno?- mi disse con voce triste
-Non lo so nemmeno io...ma presumo di esserlo. I membri dell'Organizzazione sono tutti Nessuno, no?-
-Già...-
-Toglimi una curiosità: come sta Sora?-
Fu come se lo avessi colpito con violenza.
-Tu...lo conosci?!-
-No, io...conosco il suo Nessuno-
-Quello con cui mi sono scontrato prima, già...Beh, se hai orecchie per ascoltare la mia storia siediti e preparati ad una lunga veglia-
Mi raccontò tutta la loro storia, dall'infanzia felice nelle isole sulle quali erano nati al viaggio per salvare la loro amica Kairi, niente senza farmi capire che rimpiangeva ogni singola scelta fatta in quel periodo. Mi disse del Castello dell'Oblio, e di come l'Organizzazione aveva giocato con le loro vite e i loro ricordi. Mi raccontò anche del suo stesso Nessuno che avevano creato per ingannare Sora, e la spietatezza con cui alla fine lo avevano eliminato.
-Io...non lo sapevo. Mi hanno accolta come una famiglia, eravamo amici...Davvero hanno fatto cose simili?- la tristezza mi riempiva, una tristezza che nemmeno l'essere un Nessuno riusciva a lenire.
-Exilia, vieni con me-
Mi riportò indietro alla villa, e poi nelle sotterranei, in una stanza nella quale non ero ancora stata. Oltre, un'enorme stanza completamente bianca, al centro della quale torreggiava una specie di enorme fiore di vetro, con dentro qualcuno. Ci avvicinammo.
-Questo è Sora, Exilia. Io sto qui, a vegliare il suo sonno contro i malvagi dell'Organizzazione. E quando si sveglierà...Roxas sparirà-
Non vedevo niente dentro alla cabina, ma annuii.
-Immagino che sia la fine che faremo tutti-
-Exilia, io ho preso una decisione. Ho bisogno del potere dell'oscurità per poter aiutare Sora, ma in questa forma non posso usarlo correttamente. Devo...- lo interruppi bruscamente
-No. Non ti serve fare checchessia. Se ti serve potere oscuro io ne ho in abbondanza-
-Sei sicura di quello che fai?-
-Meglio che sparire senza sapere che cosa ho fatto del tempo che mi è stato concesso- non dissi vita; io ero un non-essere. I suoi occhi bendati cercarono vanamente di incrociare il mio sguardo, mi prese le mani.
-Mi coreggo: ho bisogno di essere difeso da un Nessuno-
-Allora lo farò-

CAPITOLO 6 - Un'anima completa

Vedevo Roxas sempre in giro con quei tre ragazzi, e non capivo cosa gli fosse successo. Non ricordava nulla... Poi Riku prese a perseguitarlo, fino a che Roxas non arrivò alla villa, dove scoprì di poter usare il Keyblade. Stavo aspettando in un angolo quando lui piombò di sotto. Ma prima di arrivare da me ebbe una battaglia con Axel. Avrei voluto parlare con entrambi, ma non trovai il coraggio di farmi vedere. Ma poi sentii un tonfo, e passi di corsa. Roxas aveva forse vinto? Entrò di soprassalto nella stanza dove mi trovavo, senza però vedermi. Si fermò davanti al fiore dove dormiva Sora, che si stava lentamente aprendo. Poi mi sentii battere su una spalla.
-E' così che si accolgono i fratelli maggiori?-
-Axel!-
-Si può sapere dov'eri saprita? Ti abbiamo cercata dovunque!-
-Io...volevo vedere l'esterno-
-Ti ci avremmo portata, prima o poi!-
-Più poi che prima, temo-
-....Torna a casa con me. Xemnas non è nemmeno arrabbiato-
-Non mi interessa. Sto bene qui-
-Ma non capisci?! Dobbiamo restare uniti! Siamo unici, possiamo capirci solo tra di noi! Siamo e dobbiamo essere una famiglia!-
-Ho detto che non voglio!-
-Sora, tu sei un ragazzo fortunato. Sembra che...le mie vacanze estive siano finite-
-Roxas!- gridammo in coro io e Axel, ma una luce ci accecò
-Exilia, via di qui!- sentii la voce di Riku gridare, e poi fui trascinata via per un braccio.
Riku si fermò solo quando fummo in cima alla Collina del Crepuscolo.
-Riku, che succede?-
-Ci hanno trovato, Exilia. Dobbiamo andarcene-
-Ma...e Sora?! Dici sempre di tenere così tanto a lui!-
-Lui se la può cavare da solo. Non possiamo permettere che ti trovino-
-Io non conto! Devi aiutare il tuo amico- poi rammentai -Sora e Roxas...sono tornati ad essere una cosa sola?-
-Sì...-
Volsi lo sguardo al cielo.
-Sai, Roxas è fortunato-
-Perché?- mi mise le mani sulle spalle, vicino a me nel tramonto
-Perché lui...è diventato completo-

CAPITOLO 7 - Riflesso allo specchio

Pensavo che sarei rimasta insieme a Riku per sempre. Da quel momento in poi, poiché avevamo perso le tracce di Sora, passammo il tempo a cercarlo. Passavano i giorno ma non riuscivamo mai a raggiungerlo in tempo, nemmeno con l'ausilio dei miei poteri. Poi un giorno, mentre eravamo in cima alla montagna nella Terra dei Dragoni, sentimmo dei passi alle nostre spalle. Ci voltammo, preparati alla battaglia, ma nulla avrebbe mai potuto prepararmi a quello che mi si parava davanti.
-Roxas?!- esclamai al colmo dello stupore
-Io sono Sora!- esclamò il ragazzo vestito di nero con i capelli castani e gli occhi dello stesso colore marino di Roxas; spostò lo sguardo su Riku -Riku...Sei..sei tu?- chiese, con le lacrime agli occhi; Riku si ritrasse e distolse lo sguardo: si sentiva in colpa. Poi Sora mi osservò con più calma.
-Ma tu fai parte dell'Organizzazione!- mi urlò, gettandomisi contro a Keyblade sfoderato
-No, Sora!- Riku parò il colpo con il suo animofago, anche se la mia gemma era già comparsa e pronta a combattere.
-Perché la difendi, Riku? E' una dei cattivi!-
-NO!- Riku lo sbalzò lontano e mi si parò davanti, facendomi scudo col suo corpo
-Riku...- Sora gli balzò al collo abbracciandolo, piangendo
-Sora...Lei non è dei cattivi-
Lui lo squadrò un attimo, mentre si asciugava le lacrime con le mani; poi cambio espressione, gli fece un sorriso comprensivo.
-Capisco...Piacere, io sono Sora- mi tese la mano con in viso un sorriso smagliante
-Io mi chiamo Exilia...- mi strinse la mano con energia
-Commovente, davvero commovente. Ma dobbiamo riprenderci la nostra bambina- disse una voce alle nostre spalle
-Xigbar!- urlai io
-Tra te e Axel non so chi ci fa più penare-
-Cosa c'entra Axel?-
-E chi lo sa? Fatto sta che tu adesso devi venire a casa con me, piccola. Il coprifuoco è passato da un pezzo-
-Io non vengo da nessuna parte- gli sibilai a denti stretti
-Ben detto!- gridarono Sora e Riku in coro, parandosi a mia difesa ad armi sguainate
-Ti sei trovata dei cavalieri difensori, ma non potranno proteggerti per sempre- sparì, e un ruggito risuonò in basso, nella valle
-Mulan!- gridò Sora con espressione ansiosa -Riku, Exilia- ci si rivolse -Promettetemi che quando tornerò sarete ancora qui- noi gli sorridemmo entrambi ben sapendo che ce ne saremmo andati non appena si fosse voltato, e così fu. Non appena se ne fu andato sparimmo nelle tenebre, e non avevamo idea di quando e se avremmo potuto incontrarlo di nuovo.

CAPITOLO 8 - Il Male involontario

Mi avevano trovata, ma non capivo perché mai mi rivolessero indietro. Non ne avevano motivo, io non avevo nulla di speciale, non servivo a nulla. Era improbabile che mi rivolessero indietro solo perché mi volevano bene, o meglio perché volevano fare finta di volermi bene. E allora perché? Riku mi disse che forse era perché non volevano rivelassi i loro piani, Allora decisi di dirglielo: gli raccontai tutto, di Kingdom Hearts e dei cuori dei Nessuno.
-Allora è questo....Dobbiamo avvertire subito Sora!-
-E dov'è adesso?-
-Alla Fortezza Oscura. L'Organizzazione li ha attaccati-
-Cosa stiamo aspettando? Andiamo!-
Fummo lì in pochi minuti grazie ai miei poteri. Sora aveva appena finito di affrontare mille Heartless, noi gli corremmo dietro, ma quando arrivammo lo trovammo che litigava con Axel.
-Axel!- esclamai io -Che accidenti ci fai qui?-
-Exilia, vattene prima che....troppo tardi-
-Exilia- sentii Saïx che mi chiamava alle spalle, e un brivido mi corse giù per la schiena. Decisi di giocarmi il tutto per tutto: gettai Riku lontano con un colpo della mia gemma e mi misi ad urlare come un ossessa:
-Sora, non distruggere gli Heartless! Stanno usando i cuori che si liberano per nutrire Kingdom Hearts! Vogliono riavere il cuore!- Saïx mi mise una mano sulla bocca per farmi tacere, ma io gli morsi la mano -Non usare il Keyblade, o saremo tutti spacciati!- stavolta Saïx mi zittì con una presa più salda e io non potei fare altro che divincolarmi e lottare invano.
-Lasciala andare!- gridò Riku cercando di scagliarsi su di lui, io lo gettai lontano con un colpo della mia pietra magica, e sfilai il viso dalla presa di Saïx.
-Non badate a me! Fermateli a tutti i costi!- dopodiché il mio silenzio forzato fu totale
-Mi scuso a nome loro- Axel giaceva privo di sensi in un angolo -Ma mi assicurerò che ricevano la punizione adeguata-
-Aspetta!-
-Non trattenermi, custode del Keyblade, perché anche se tu non rientri nei miei compiti qui ho una gran voglia di farti assaggiare i miei colpi-
-Exilia!- Riku balzò in piedi, ma non riuscì a raggiungerci prima che scomparissimo nelle tenebre. Mi ritrovai in una cella del castello. Alla parete era appeso uno specchio.
-Divertiti, se vuoi- mi disse Saïx -Ne avrai di tempo da passare qui-
Per un attimo vidi i miei selvatici capelli castani nello specchio, e i miei occhi azzurrissimi, ma poi lessi la scritta 'Ego Omnia Video', 'io vedo tutto', e desiderai scioccamente di vedere Riku; desiderio che fu esaudito.
Riku stava battendo i pugni a terra, frustrato e furibondo. Sora gli mise una mano sulla spalla.
-Dannazione!- esclamò Riku -Non sono nemmeno riuscito a proteggerla!-
-Ma non hai visto? Ha cercato di tenerti fuori dai guai. Non voleva che tu venissi coinvolto. Questa è la sua battaglia. La sua battaglia per te-
-Per...me?- sembrò perplesso per un attimo -Io ho il dovere di proteggerla! Non sono riuscito a proteggere nè ad aiutare nessuno finora, ma con lei volevo riuscirci.... VOI MALEDETTI NESSUNO ME LA PAGHERETE PER TUTTO!- le sue grida risuonarono nella gola vuota.
-Ma quelli sono...Riku e Sora?- disse una voce femminile alle mie spalle; mi volsi: una ragazza dai capelli rossi e gli occhi blu, vestita di rosa. I capelli rossi e gli occhi azzurri...
-Sei Kairi, vero?- le chiesi
-Noi...ci conosciamo?-
-No, ma in effetti è come se fosse così. Io conosco Riku, e lui mi ha parlato davvero molto di te e Sora. Deve tenere molto a voi-
-Tu, lo hai visto?- sembrava stupita, quasi felice di sentirlo
-Sì, ero con lui fino a qualche minuto fa-
-Come sta? E Sora?-
Prendemmo a chiacchierare, a parlare di loro, e passammo il tempo, che in quella cella pareva non passare mai. Fino a quando un buco nero si aprì nella parete della cella, rivelando una mano tesa verso di noi. Ne emerse una ragazza bionda vestita di bianco, che somigliava a Kairi come una goccia d'acqua.
-Chi sei?-
-Mi chiamo Naminè. Ma non c'è tempo, dobbiamo fare presto-
Kairi sembrava diffidente, ma dopo tutto il tempo passato a parlare di loro almeno di me si fidava, così quando io presi la mano di Naminè lei fece lo stesso. Venimmo inghiottite dal buio, e una volta che si fu diradato ci trovammo all'interno del castello, nella Sala delle Vacue Melodie, dove Sora stava combattendo contro Xigbar. Riku, invece, era dritto di fronte a me. E mi sembrava mi fissasse piangendo.

CAPITOLO 9 - Il cuore di Nessuno

-Exilia!- mi chiamò; Kairi prese a gridare il nome di Sora, che si volse in tempo per vederci tutti lì ad aspettarlo. I suoi due compagni lo incitarono a combattere contro Xigbar, che intanto rideva come se si divertisse un mondo. Poi i Nessuno ci circondarono. e mi accorsi di non poter fare nulla per allontanarli.
-Kairi, prendi!- Riku lanciò un Keyblade a Kairi che prese a colpire i Nessuno con una grinta straordinaria, mentre la mia gemma li sbalzava lontano o li disintegrava con letale precisione.
Sembravano non finire mai. Ognuno che ne uccidevamo veniva sostituito da altri tre. Non potevamo resistere ancora per molto.
-Magnetega! Thundaga!- invocò la voce di Sora alle nostre spalle, e in men che non dica erano tutti scomparsi.
Kari gli saltò al collo prima che potesse muovere solo un altro passo.
-Kairi...- si abbracciarono per un lungo istante, si scambiarono uno sguardo intenso, e poi io mi sentii afferrare per le spalle da dietro.
-Exilia!- mi chiamò Riku con voce tremante, stringendomi a sè; Sora e Kairi mi sorrisero.
-Riku, tu non mantieni mai le promesse!-si lamentò Sora
-Io non avevo promesso nulla- gli disse Riku, cercando di mantenere salda la voce
-Venite, dobbiamo fare presto!- dissi io -Altrimenti chissà cosa potrebbe fare Xemnas!-
Varcammo la soglia e ci ritrovammo alla Prova dell'Esistenza. Sora si mise a osservare le singole incisioni e descrizioni sul pavimento davanti alle porte.
-Raggio di Luna Diamante- lesse, sotto l'illustrazione della gemma
-Sono io-
-Qiuindi tu sei un membro dell'Organizzazione-
-Lo ero-
-Però sei un Nessuno-
-Sì...-
Kairi sembrava tesa.
-Proseguiamo, presto- disse -Non possiamo perdere tempo prezioso-
-Hai ragione, Kairi, andiamo- disse Sora
Varcammo la soglia, e ci ritrovammo davanti quello che Riku mi aveva descritto come Re Topolino e DiZ, l'uomo in rosso che avevo incontrato a Crepuscopoli. Erano entrambi vicini a una macchina che aveva tutta l'aria di stare per esplodere.
-Andate via- disse DiZ, adesso senza maschera -Non so cosa potrebbe succedere quando questa esploderà!-
-Re Topolino!- esclamarono stupiti Sora e i suoi compagni
-Andate via!-
-Come osate cercare di distruggere il mio Kingdom Hearts?!-
Non feci fatica a riconosce quella voce: -Xemnas!-
-Oh, la figliola prodiga. Bentornata a casa, Exilia-
-Tu osi chiamare casa questo monumento alla non-esistenza? Non posso accettarlo!-
-Eppure una volta lo chiamavi casa, e chiamavi noi famiglia-
-Tra i Nessuno non esistono concetti simili! E' solo un'illusione!-
-Giusto. Ma anche le illusioni ti aiutano a raggiungere gli obbiettivi-
-Carogna, tu ci hai sempre e soltanto usati! Quanto ti odio!-
-Ti sei dimenticata che noi non abbiamo un cuore?-
-Non è vero! Io ce ne ho uno! Riku me lo ha dato!- in quell'attimo una luce candida scaturì dal mio cuore, quello che credevo di non avere.
-Questo non doveva accadere-
-Xemnas, dimmi chi sono io in realtà!-
-Ma come, Exilia, non te ne sei ancora resa conto? Tu sei il Cuore dei Nessuno-
-Cosa?!-
-Tu non sei mai stata un vero Nessuno, hai sempre avuto un cuore. O meglio, tu sei l'unica Nessuno che sia mai nata con un cuore, poiché è stato Kingdom Hearts a generarti-
-Che cosa?! Io sono...il risultato delle tue ignobili manovre e dei tuoi folli esperimenti?!-
-Ebbene sì. Exilia, il Cuore di tutti i Nessuno. Manchi solo tu, e Kingdom Hearts potrà darmi di nuovo un cuore!-
-Non te lo permetterò!- Riku si parò fra Xemnas e me, e si tolse la benda che aveva sempre tenuto sugli occhi, mostrandomene il puro color verde acqua. Il suo sguardo era intenso e profondo -Io la proteggerò!-
-Provaci pure!-
In quell'attimo la macchina di DiZ esplose, costringendo Xemnas alla fuga. Sora gli corse dietro.
-Restate con Kairi e il Re!-
Io lo inseguii.
-Exilia, dove vai?-
-Riku, ha bisogno di te, adesso. Molto più di quanto ne abbia bisogno io- mi perdevo nei suoi occhi tristi.
Mi guardava così intensamente, e la luce di Kingdom Hearts creava degli splendidi riflessi nei suoi occhi e sui suoi capelli. Mi appoggiò una mano sul viso con delicatezza.
-Non hai capito: non sei tu ad avere bisogno di me...Sono io che ho bisogno di te- chiuse gli occhi, e avvicinò il suo viso al mio, fino a che le nostre labbra si sfiorarono. Kingdom Hearts illuminò i nostri volti in un'unica ombra, congiunta in un bacio appassionato.

CAPITOLO 10 - Kingdom Hearts, dov'è il mio cuore?

Kairi si schiarì rumorosamente la voce.
-Allora andiamo?- fece finta di non notare che sia io che Riku eravamo paonazzi.
Inseguimmo Sora e arrivammo che stava avendo un acceso dibattito con Xemnas sulla natura dei cuori.
-Xemnas, è mai possibile che tu sia psicopatico fino a questo punto?- gli dissi deridendolo
-Ah, ecco la nostra chiave: apri Kingdom Hearts per me!-
-Te lo puoi scordare!- la mia gemma comparve e cominciai a cercare di colpirlo, con scarsi risultati. Sora gli si gettò contro, poi scomparvero. Dove diavolo erano finiti? Prendemmo a invocare il nome di Sora a gran voce, ma di lui nessuna traccia. Poi all'improvviso lo trovammo disteso per terra, semi-svenuto.
-Sora!- non si sa come la prima ad essergli accanto fui io; lui alzò lo sguardo verso un gigantesco portone grigio che si era materializzato davanti ai nostri occhi
-Lui è lì che ci aspetta-
-Non facciamolo aspettare troppo allora!- Riku mosse i primi passi, e tutti lo seguimmo. Varcata la porta ci ritrovammo a vedere tutto in Mondo Che Non Esiste da un'altezza enorme.
-Benvenuti nel mio Kingdom Hearts- disse Xemnas emergendo dalle ombre
-Xemnas! Tu vuoi l'impossibile! Né io né Kingdom Hearts possiamo ridarti il cuore!-
-E perché mai?-
-Perché in te non c'è più spazio per un cuore!-
-Questo lo credi tu!-
-Te lo posso dimostrare!-
-Exilia, cosa vuoi fare?!- esclamarono Sora e Riku in coro
-Kingdom Hearts, apri per me le porte del tuo potere! Restituisci il cuore a questo Nessuno!-
-Sì! La vittoria è mia!-
Al centro del suo petto si aprì un cono di luce, ma entro pochi attimi venne invaso dall'oscurità, diventando nero come lo spazio.
-Che...che succede?!- Xemnas sembrava soffrire parecchio
-Io ti avevo avvertito, Xemnas. Tu non hai perso il cuore, tu lo hai deliberatamente gettato in pasto all'oscurità. In te non c'è più spazio per un cuore-
-No...Nooooooooo! Kingdom Hearts, dov'è il mio...cuore? - si disintegrò in fiocchi neri, e noi ci ritrovammo all'improvviso sotto il Grattacielo della Memoria, mente Kingdom Hearts lasciava posto alle stelle nel cielo notturno e il castello si dissolveva nella nebbia, per non riapparire mai più.
-Non ci posso credere, ce l'abbiamo fatta!- Sora esultò assieme ai suoi due strani compagni di cui non conoscevo il nome.
-E tutto grazie ad Exilia!- disse Riku, stringendomi a sè orgoglioso
Kairi si mise una mano sulla bocca: -Exilia, tu...-
Abbassai lo sguardo: stavo svanendo in fiocchi di luce che fluttuavano leggeri nel vento.
-Exilia, cosa...- vidi la paura negli occhi di Riku, quel terrore parossistico che ti assale quando qualcuno che ami è in pericolo e hai paura di non riuscire a salvarlo.
-Riku, io... ero nata unicamente per aprire Kingdom Hearts. Una volta che una pedina esaurisce il suo compito, va tolta dal campo-
-No!- le lacrime gli bagnavano il viso; piangeva, per me -Tu non sei una pedina! Tu sei una persona come tutti noi!-
-Riku- gli accarezzai delicatamente il viso -Io sono nata da Kingdom Hearts, e a Kingdom Hearts devo tornare-
-No! Non voglio, non posso lasciarti andare così! Exilia, io...io ti amo...- le ultime parole furono poco più che un sussurro. Alzò lo sguardo lucido a Kingdom Hearts, che nel cielo si stava lentamente dissolvendo, liberando i cuori accumulati al suo interno.
-Che razza di Cuore! Le persone non sono strumenti nè pedine!- cadde in ginocchio e batté un pugno a terra. Sentii uno scricchiolio.
-Riku...Io non sono mai esistita davvero-
-Forse no, ma sei esistita per me, sei parte della mi vita e della mia anima! Exilia! Non lasciarmi!- urlò, con quanto fiato aveva in corpo, forse sperando che la luna lo ascoltasse. Ma improvvisamente mi sentii pesante, smisi di dissolvermi e caddi a terra, proprio davanti a lui: per un attimo mi squadrò sbalordito, incredulo, poi mi si gettò addosso con foga, e mi tolse il fiato con un profondo bacio che aveva il sapore delle sue lacrime.
La luna si dissolse in piccole lucciole nel cielo e le stelle comparvero a punteggiare il manto blu della notte.

CAPITOLO ?? - La vera natura di ognuno

Un sorriso alla luce del tramonto, un bacio sotto lo sguardo delle stelle. Il cuore dilaniato da metallo ardente e caldo del tepore dei sentimenti.
Un Nessuno è un Nessuno, ma non è detto che non possa esistere per quello che è.
Un cuore ci è dato, un cuore ci è tolto. Ma chi siamo lo decidiamo solo e soltanto noi.


FINE


 


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